Capitolo 46 "Family"

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Furono dei giorni noiosissimi. I miei genitori volevano per forza passare del tempo in famiglia e io non avevo più avuto la possibilità di stare con Jason. Mercy continuava a guardarmi con quel sorrisetto malizioso stampato in faccia e quello sguardo di cui solo lei sapeva il significato.

Stavamo facendo colazione. Io continuavo a mescolare il mio tè con insistenza.

"Mamma vuoi dirle di smetterla?!"

"Che?" chiese, un po' confusa.

"Mercy continua a fissarmi! È fastidiosa."

"Ma io lo faccio perché sei molto carino Jake!" si giustificò in tono ironico.

"Ragazzi non iniziate di prima mattina." intervenne mio padre.

"Mercy, ti prego non guardarlo. E tu Jake mangia qualcosa." aggiunse.

Mi alzai da tavola.

"Non ho fame."

"Signorino, vieni a sederti! Devi mangiare!" mi rimproverò mia madre.

Feci un cenno con la mano e salii le scale per tornare a letto. Sentii dei passi provenire dalle scale. La porta si spalancò.

"Mercy, vattene!"

"Jake, devi dirmi qualcosa?"

"No, non penso. Magari sei tu che devi dirmi qualcosa."

Si sedette sul letto accanto a me.

"Sono pur sempre tua sorella..."

"Ma che stai dicendo?"

"Se hai qualcosa da dirmi puoi farlo. Ti vedo un po' giù."

"No, non ho niente. Ora esci che devo vestirmi."

"Dove vai?"

"Affari miei."

Sbuffò e se andò sbattendo la porta.
Misi una felpa e dei pantaloni che mi arrivavano alle ginocchia. Presi il telefono e scesi le scale. Cercai di passare senza farmi notare. Eric mi vide. Gli feci segno di non parlare e lui mi fece l'occhiolino, distraendo i miei genitori.
Andai a casa di Jason. Appena venne ad aprire, non gli diedi nemmeno il tempo di salutarmi, perché gli saltai addosso. Lui chiuse la porta e senza far staccare le nostre labbra mi condusse in camera.

-

Era accanto a me, nudo e sudato. La coperta gli copriva solo metà del corpo, lasciando scoperto il petto. Stava dormendo profondamente. Io invece continuavo a pensare e a fissarlo. Non sarebbe stato facile accettare la nostra relazione, per la mia famiglia. I miei non sopportava il padre di Jason, perché li aveva traditi. Ma io amavo quel ragazzo e avrei preferito andarmene via con lui, piuttosto che assecondare i miei genitori.
Lo abbracciai da dietro, accarezzandogli i capelli, poi mi addormentai anch'io.

Qualcosa mi stava sfiorando la fronte. Aprii gli occhi e vidi che Jason mi stava dando un bacio sulla fronte.

"Jake, devo andare a fare una cosa importante. Se vuoi puoi restare, ma ci vorranno un paio d'ore."

Lo abbracciai e lo feci sdraiare sopra di me. Era un'abbraccio bisognoso.

"Tutto okay?"chiese.

"Sì."

Si alzò leggermente e mi guardò negli occhi.

"Che hai Jake? Ti conosco."

"Ho paura..."

Lui si alzò e si sedette davanti a me.

"Paura di cosa?"

"Del futuro: e se loro non ci accettassero?"

Jake e Jason | Come un uraganoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora