chapter 71

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Ero da Quattro, mi ero fatta una doccia e indossato una sua maglia per stare comoda
Lui invece era sul balcone a guardare attentamente il panorama come se stesse aspettando un cambiamento
Non sapevo se avesse voluto la mia compagnia o meno, ma in quel momento non meritava di stare da solo
Non l'avrei mai lasciato solo.

Allora mi avvicinai.

«a volte, penso come sarebbe stato il mondo se fossi nata in una famiglia che mi  amava realmente» confessai mentre lo affiancavo

«è la stessa cosa che mi domandavo,sono passati due anni da quando non vedo mio padre.. tu  e hai affrontato tutto questo da sola?»

«io pensavo di meritarmelo» strinsi fra i denti il labbro inferiore o sarei scoppiata a piangere.

«oh..nemesi»

«io volevo soltanto che lei mi volesse bene..che credesse in me, che mi facesse sentire amata..invece da mia madre ho semplicemente ottenuto l'esatto contrario.
Come facevo a vivere se ero l'unica persona a credere in quello che avrei voluto fare in futuro?
Ho semplicemente smesso di vivere» e scoppiai in un pianto liberatorio.

Non piangevo mai, ma era l'unico l'argomento che mi toccava nel profondo
Non versavo lacrime dinanzi alla donna che mi aveva messo al mondo, era da persone deboli
Ma avevo così tanta rabbia repressa che sentivo il bisogno di liberarmi.

Quattro si voltò verso di me e passó il pollice per raccogliere le lacrine.

non avrei voluto uno qualsiasi a baciarmi le ferite.
non avrei voluto un
qualsiasi paio di labbra a
posarsi sulle mie,
non avrei voluto le
mani di qualcun'altro ad
asciugarmi il viso dalle
lacrime.
Volevo tobias.

«tobias.
Ti sta bene come nome, È ebraico?»

«significa 'Gradito dal Signore'»

«tipico da rigido»

«non sei divertente» mormorò mentre cercò di nascondere un sorriso.

«falso. Sei bugiardo»

«disse la pacifica che di Pacifico non aveva nulla»

«chissà perché allora sono una divergente» abbassai il topo di voce per paura che qualcuno mi potesse sentire

Ma eravamo soltanto io e lui,come tutte le notti.
Come il resto della mia vita.

«Hai capito perché mi faccio chiamare Quattro?» chiese incuriosendosi e tornò a guardare dinanzi a sè.

«certo che sì.
Quattro, quattro paure»

« e sono sempre Quattro,continuo a tornarci ma non me ne liberò mai.»

«riusciresti a pensare ad una vita senza paure? Una vita tranquilla ma senza il brivido dell' adrenalina»

«mi stai dicendo che le tue paure ti danno una scarica di adrenalina?»

No,però...
«mi sento più forte,intoccabile dal resto delle persone perché ormai sono stata delusa e mi aspetto di tutto,persino un ipotetico tradimento da parte tua»

«sai che non succederà»

«mai dire mai»

«Nemesi. Non ti faccio neanche avvicinare a quel pensiero.
Io? Che sono totalmente preso da te?»

«ipotizzavo»

«non ipotizzare»

«mi chiedo come mai solo Quattro paure» cambiai discorso tornando a quello precedente.

«Non lo so neanche io il perché. Ho provato a spiegarmelo ma non sono mai arrivato ad una conclusione plausibile...sono l'unico negli intrepidi ad avere un numero così basso e ancora oggi mi chiedo se sia una cosa buona o no»

«ma perché Quattro?»

«puoi contarne cinque se inseriamo la paura costante di perderti» e mi guardò con i suoi occhi penetranti.

Paura di perdermi.
Cinque paure.

Sorrisi e imbarazzata spostai lo sguardo altrove,era una delle cose che mi lasciava senza parole.

«No. Ti prego!» ridacchiai
«poi mi tocca modificare il tatuaggio...Cinque come nome non ti starebbe bene»

«Hai ragione,chiamarmi cinque..no aspetta tatuaggio?hai un tatuaggio per me?»

«se avessi continuato il tuo lavoro ieri,l'avresti visto. Ma ti toccherà aspettare»

«Voglio farti vedere il mio tatuaggio» si voltò dandomi la schiena e si tolse la maglietta.

Non ci avevo mai fatto caso prima,faceva sempre attenzione a non mostrarmelo e capii il perché.
Era fantastico,sicuramente era un lavoro di tori perché era fatto benissimo.
Ne ero ammaliata e non riuscivo a spiccare parola a riguardo.
Perfetto,era perfetto.

Sulla schiena erano disegnate tutte le fazioni a partire dagli intrepidi dove era ormai la sua casa,la sua fazione di appartenenza, a seguire gli abneganti la sua fazione originaria e successivamente i candidi,eruditi e i pacifici.

Significava a dire soltanto una cosa.

«ci sono tutte le fazioni..»

«non voglio essere una cosa sola, non voglio e non posso.»

avevo avuto la conferma, era divergente.

E ritornò a guardarmi voltadosi,io sorrisi.
Eravamo destinati a stare insieme,niente da fare.

Mi sentivo così felice.

«voglio essere coraggioso, voglio essere altruista,intelligente,onesto e gentile.
Sul gentile ci sto ancora lavorando»

«e dovrai lavorarci parecchio» esclamai

«non chiederò consigli su come esserlo a te. Stai tranquilla»

«io sono una persona gentile!» gli diedi un pugno sul bicipite ancora nudo

«assolutamente!lo sei fin troppo» scherzò

«indossa la maglietta o ti ammalerai»

«la versione croce rossina mi mancava. Come se ti dispiacesse quello che ti sto mostrando»

«posso averlo quando desidero. Ma ora rivestiti»

«subito»

«non ci posso credere...sei un divergente»

«e anche tu lo sei.
Secondo me avresti degli sbalzi d' umore perenni»

«oh,andiamo!»

«tornando seri...» appoggiò due dita sotto il mio mento obbligandomi a guardarlo e per nessun motivo al mondo avrei distolto lo sguardo.

finalmente conoscevo tobias e non potevo sentirmi più realizzata,più soddisfatta.
Niente poteva andarci contro.

«adesso che ti ho fatto vedere il mio tatuaggio...posso vedere il tuo che hai  fatto recentemente?» bisbigliò con tono persuasivo

E con una mossa eliminai la poca distanza che ci separava rubandogli un bacio di una lunga serie.

Mi prese in braccio e incrociai le sue gambe alla vita mentre mi portava sul letto.
Smise di baciarmi e alzò di poco la maglia,il suo sguardo andò sul mio interno coscia verso la zona inguinale e appena lo notò,mi sorrise.

Mi sorrise come un bambino.

«l'hai fatto per me?»

«nessuno oltre te avrà il mio cuore.
la mia anima e il mio corpo sono destinati a te.»

«non capirai mai quanto io ti ami Narciso»

Narcissus.Where stories live. Discover now