Capitolo 2

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Quella festa organizzata con i maggiori rappresentanti delle aziende in collaborazione con l'azienda Min era uno degli eventi più importanti degli ultimi mesi. Per questo motivo Yoongi si preparò al meglio. Si mise uno dei suoi smoking su misura, in tinta nera con una camicia bianca e la cravatta. Odiava indossare le cravatte, ma nonostante le odiasse ormai si era rassegnato e abituato ad averle al collo. Si guardò allo specchio mentre si sistemava i capelli nella solita acconciatura elegante. Al polso indossò il suo rolex Cosmograph daytona Oyster in oro bianco col cinturino nero. Un orologio che costava circa trentamila dollari,ma come amava ripetergli suo padre un orologio costoso al polso era uno status quo, e quando si firmava un contratto era bene mostrarlo in bella vista.

Aveva scritto al suo assistente il suo indirizzo, in modo tale da andare insieme con la sua auto. Si guardò un'ultima volta allo specchio e si sorprese a pensare al dannatissimo Kim Taehyung. Il suo modo di porsi così sicuro e spavaldo l'aveva spaventato e per la prima volta in vita sua si ritrovò a sentirsi assoggettato da quel modo di fare. Non gli era mai successo di non sapere come reagire. Aveva seriamente pensato a mille modi per licenziarlo in tronco, ma anzitutto poi avrebbe dovuto affrontare suo padre. Secondariamente, questo voleva dire ammettere di non essere in grado di gestirlo e non lo sopportava. Con un sospiro afferrò le proprie chiavi e uscì dalla propria casa, teso a livelli inimmaginabili. Fortunatamente il ragazzo si presentò puntuale. Era sopra la sua moto, indossava un completo gessato elegante - anche se non costoso come il suo - e quando si tolse il casco rivelò il suo colore nuovo fiammante. Come promesso, i suoi capelli biondi erano stati sostituiti da un rosso discutibile. Ma molto meglio del biondo. Certo, Yoongi non aveva considerato che era...

Bellissimo.

Si ritrovò contro ogni possibile logica quel pensiero, e sussultò maledicendosi mentalmente. Aveva ventiquattro anni, pur non avendo mai avuto alcun tipo di relazione era perfettamente consapevole del proprio orientamento sessuale. Gli piacevano i ragazzi. Lo sapeva da quando aveva tredici anni. Ma nonostante lo sapesse, non si era mai neanche azzardato a pensare di poter avere una storia con un ragazzo. Lo scandalo che ne sarebbe scaturito era di proporzioni così immense da respingere quella possibilità con tutte le sue forze. Suo padre l'avrebbe ammazzato con le sue mani.

Probabilmente l'avrebbe estromesso dall'azienda, facendogli perdere il suo posto e tutto ciò che aveva sacrificato per quel ruolo. Non poteva permetterselo. Inoltre, sarebbe arrivato il giorno in cui suo padre avrebbe scelto per lui una moglie. Era così nella famiglia Min. Una moglie di buona famiglia, benestante, in grado di stare al suo fianco nei vari eventi di società. Impeccabile e di gran classe. Che senso aveva dunque fantasticare così? Strinse i pugni infastidito, alzando lo sguardo verso di lui.

"Non ce l'hai una macchina?"

"No, signorino. Ma conto di prenderla quando mi arriverà il secondo o terzo stipendio."

"Ti ho già detto di chiamarmi AD. Sali in auto."

"Posso guidare io, se vuoi."

"Dammi del lei!"

"Ma tu mi dai del tu!"

"Sono il tuo capo! E no, non puoi guidare. Nessuno guida la mia auto eccetto me."

A Taehyung veniva da ridere, ma si trattenne. Così salì in auto, mettendosi sul posto del passeggero, guardando Yoongi sedersi tutto rigido e con la mascella contratta.

Così carino, come un gattino arrabbiato.

Ancora una volta Taehyung si sorprese per i suoi pensieri. Più aveva a che fare con Yoongi più pensava a come sarebbe stato divertente "piegarlo" al suo volere. Davvero. Ma sapeva che non poteva permetterselo. Quel posto di lavoro era dannatamente importante. Corrugò la fronte quando sentì un rumore orribile provenire dall'auto che non partiva.

Bonded Domination [taegi]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora