Mi sorprende che non ci sia un piccolo nido con dei cuccioli di canarini all'interno.

Entrata nella toilette lego la chioma castana in un'ordinata coda di cavallo e subito dopo passo un po' di mascara sulle ciglia lunghe. Non c'è tempo per fare il resto, perciò mi lavo i denti e lascio perdere la mia faccia assonnata così com'è.

«Laila sono le otto, non farmi fare ritardo anche il primo giorno!», Mio fratello non tarda ad innervosirsi ed io mi affretto ad uscire dalla mia stanza e a scendere le scale pregando che non sia così incazzato con me, poiché quando lo è, diventa talmente spericolato alla guida...

Arrivata al piano di sotto, prendo lo zaino ed esco di casa trovando Marcus nella sua Mercedes nera, regalatagli ai suoi sedici anni, ad aspettarmi.

In realtà, non c'è da stupirsi, siamo abbastanza benestanti grazie a papà, è il fondatore della "Thompson Company" un'azienda che ha molto successo qui a Santa Monica e anche all'estero.

Salgo nell'auto e mi fingo nervosa nei suoi confronti, anche se non ne ho nessun diritto, dato che sono stata io a farlo attendere per più di venti minuti. Le sue gambe lunghe nemmeno ci stanno nel lato del guidatore per quanto è alto.

«Non fare quella faccia, quello ad dover essere arrabbiato sono io, laylay», borbotta con la sua solita voce profonda e fastidiosa. Dio, quanto lo odio. Mi ha davvero chiamata "laylay"? Gli caverei gli occhi con le mie stesse dita.

«E togliti lo spazzolino dalla bocca,
idiota», afferma poco dopo, accompagnato da quella risata fastidiosa.

Solo in quel momento mi accorgo che l'unica cosa che sta mettendo a freno il mio impulso di rispondergli davvero tanto male, è quello spazzolino rosa e bianco. Abbasso lo sguardo imbarazzata e mi libero, poggiando l'oggetto sul cruscotto dell'auto.

«Si, si...ridi pure» rispondo con voce irritante. «Non puoi urlare ogni mattina, rischi di mettere in pericolo la mia salute e la tua...», faccio spallucce con il solo scopo di irritarlo.

Da come stringe il volante, mi accorgo che si sta innervosendo, e non poco.

«Forse avresti dovuto tenere quello spazzolino in bocca, Laila», mi prende in giro, puntandomi un dito contro.

«Marcus, giuro-»

«E l'unica cosa che metterà in pericolo la tua salute, saranno solo quelle quattro ore di sonno che ti fai. Non arriverai nemmeno al college così», afferma saccente. Ho sempre sperato che gli venisse qualche malsana idea, tipo quella di scappare di casa e non tornare più, ma come vedo è ancora qui, purtroppo.

Mio fratello è abbastanza desiderato dal genere femminile, certo, può sembrare un orco dalle grande dimensioni, ma la mia migliore amica dai tempi dell'asilo, Norah, dice che è davvero attraente. Quando ne ha l'occasione mi parla sempre dei suoi occhi scuri e dei suoi capelli castani che gli ricadono sulla fronte, delle sue labbra carnose e...Cristo, potrei vomitare.

Il resto del viaggio è abbastanza silenzioso, ho preferito non parlargli per non versare benzina sul fuoco, anche perché la situazione sarebbe finita con me che versavo della benzina su Marcus, e non sarebbe stato carino da guardare.

Nel frattempo arriviamo a scuola. Vorrei spingere via Marcus dall'auto, mettermi al posto del guidatore, fare manovra e tornare a casa.

esco dall'auto, senza nemmeno salutare mio fratello e corro verso Norah che è appoggiata ad un muretto mentre mastica qualcosa, i suoi capelli biondi sono spostati a poco a poco dal vento e i suoi occhi verdi sono puntati su di noi, o meglio, su mio fratello.

Fuck The Rule (in revisione)Where stories live. Discover now