Parte seconda: Paine. Capitolo 1

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Quella notte Serena aveva dimenticato di chiudere la finestra e una folata di vento gelido, insolita per quel periodo dell'anno, penetrò dall'apertura. Le tendine si mossero, prima lentamente, poi seguendo un moto più deciso.

Paine aprì gli occhi e guardò in direzione della finestra. Si stropicciò gli occhi e con la testa ancora assopita scese dal letto per chiuderla. Non arrivava alla maniglia e dovette utilizzare un piccolo sgabello a tre piedi. Lo trascinò, tentando di non far rumore, di non svegliare la Regina che dormiva nella camera accanto. Vi si arrampicò e chiuse la finestra. Durante l'operazione, i cardini arrugginiti stridettero. Spaventata dalla possibilità di aver svegliato sua madre, si voltò in direzione della porta e attese. Niente, nessun rumore. La Regina dormiva.

Sbadigliò  rumorosamente e si grattò i capelli mossi che le ricoprivano il capo.

"Uffì.", sbuffò. L'operazione non era terminata, avrebbe dovuto cercare per tutta la stanza, armata di torcia, un qualsiasi intruso. Se nella stanza era penetrato un topo, avrebbe dovuto svegliare la Regina dormiente e, così facendo, ne avrebbe scatenato la furia.

Meglio dormire con un topolino che con i lividi sul sederino, pensò.

Sbirciò la strada attraverso l'occhio dormiente. L'alba non era ancora spuntata e la nebbia abbracciava il fazzoletto di città che vedeva oltre il giardino, reso maggiormente lugubre dal pallore della luna.

Si affrettò a scendere dallo sgabello, stava morendo dal sonno. La sua attenzione, però, cadde su un uomo seduto sull'unica panchina sana del parco. Era totalmente avvolto dalla nebbia ed era impossibile scorgerne i tratti del viso. L'uomo, la figura vagamente umana che vedeva, alzò la testa e guardò a sua volta Paine. La bambina strizzò gli occhi, sgomenta, e li riaprì per vedere meglio. L'uomo scomparve, con un leggero sfarfallio, come se fosse stato mangiato dalla nebbia.

Paine tentò di convincersi che si trattasse di uno scherzo della stanchezza, perché un uomo non poteva svanire nel nulla...a meno che non fosse... All'orrido pensiero saltò giù dallo sgabello, per la paura aveva dimenticato di respirare. Corse in fretta a letto e si issò le coperte fin sulla testa. Nella sua mente ronzavano le mille immagini orribili che i bambini dispettosi le avevano trasmesso. Il pazzo, quell'uomo poteva essere il pazzo che si aggirava nei vecchi tunnel sotterranei. Il mostro che aveva morso sua madre, ora reclamava lei.

  Respirava affannosamente. Si coprì la bocca per bloccare il rumore e carpire ogni impercettibile fruscio, ma oltre all'eterno russare di sua madre, non udiva altro.

  Sudava per il gran caldo e le scorte d'aria, intrappolate nella piccola camera di stoffa, stavano esaurendosi. Decise di sollevare almeno un lembo del lenzuolo per permettere all'aria di entrare. Lo sollevò ma lo richiuse immediatamente. Aveva visto una mano, una mano bianca oltre quell'effimera protezione che aveva innalzato come suo rifugio. Ne era certa! Dalla finestra dimenticata aperta non era entrato un topo, era penetrato qualcosa di più orribile: un mostro, il mostro pazzo.

  Era terrorizzata, urlare per chiamare sua madre non le era possibile, se avesse emesso un solo verso, quella creatura le sarebbe saltata addosso per cibarsi delle sue carni.

  Udì un rumore, qualcosa che veniva trascinato. Trattenne il respiro e a fatica anche l'urina.

  Senza farsi notare, alzò pian piano una porzione più piccola del lenzuolo. Con l'occhio color nocciola, sbirciò la stanza. La finestra era a posto, l'armadio perfettamente chiuso, i suoi giocattoli in ordine, i mobili così come li aveva lasciati prima di addormentarsi. Si rilassò, non c'era nessuno, la paura le aveva giocato un brutto scherzo.

  Avrebbe potuto temere che 'il pazzo' si fosse nascosto sotto al letto, se solo non ci fossero state tutte le cianfrusaglie appartenenti a sua madre; oppure nell'armadio, ma era di dimensioni talmente ridotte che nemmeno lei, volendo, avrebbe potuto infilarsi per giocare a nascondino.

L'Angelo della MorteWhere stories live. Discover now