Capitolo XX

972 46 7
                                    

Max non credeva che lo avrebbe mai detto, ma si era innamorata. Totalmente e irreparabilmente. Aspettava quel momento da una vita, voleva provare anche lei l'ebbrezza delle prime esperienze, dei primi baci. Voleva sapere cosa si provasse ad essere il centro dei pensieri di qualcuno e la frenesia di dover uscire di casa perché il tuo innamorato ti stava aspettando da qualche parte per stare insieme.

E tutte quelle cose le aveva provate, anche se di nascosto. Aveva trovato la persona giusta al momento sbagliato. Perché Rafe l'aveva fatta sentire importante e al sicuro. L'aveva fatta sentire il centro del suo mondo. Ma nonostante questo, non aveva avuto il coraggio di lasciare Tara e ogni volta che era costretta a vederli insieme una morsa di gelosia si stringeva sul suo cuore.

Ma ora tutto questo nascondersi, la paura di essere scoperti, il brivido di essere il segreto di qualcuno, era tutto finito. Rafe e Tara non stavano più insieme e sua sorella aveva scoperto che l'amante di cui sospettava da tempo era proprio lei, Max. La dolce e ingenua Max, con cui sin da piccola aveva preso l'abitudine di confidarsi.

Ripensava a tutto questo mentre si trovava nel suo posto preferito in tutto il mondo, nella camera di Rafe. Erano stati insieme tutto il pomeriggio ed erano finiti abbracciati sotto le coperte e Max si era stesa sul petto del ragazzo, mentre il braccio di lui le avvolgeva il fianco.

La prima volta che potevano stare insieme senza avere paura di essere scoperti. Sembrava un sogno. Per quanto volesse bene a sua sorella e per quanto il senso di colpa l'avesse divorata da dentro in tutto quel periodo, era come se una forza invisibile la spingesse sempre tra le braccia di Rafe e a lei il calore che emanava il ragazzo piaceva troppo per smettere di vederlo.

«A cosa pensi?» chiese con voce roca il kook.

«A noi due e a questo momento»

Con le dita affusolate iniziò a disegnare cerchi immaginari sulla pelle del biondo.

«E a che conclusione sei arrivata?»

«Che non vorrei andare mai via»

Rafe afferrò delicatamente la mano con cui la ragazza aveva preso a tracciare disegni sul petto del biondo e lasciò un dolce bacio sul dorso, scatenando un'ondata di brividi lungo la schiena di Max.

«Non dovrai più andartene, se non vuoi»

La avvicinò ancora di più a sé e le lasciò un bacio appassionato sulle labbra rosate. Fece per staccarsi, ma Max lo attirò di nuovo verso di lei come una calamita e iniziò a far vagare le mani sul corpo della ragazza, coperto solo da una maglietta che le aveva prestato lui.

«Non tentarmi, Max» sussurrò, ma come se non avesse detto nulla, la ragazza iniziò a lasciargli una serie di baci umidi sul collo scendendo sempre più giù fino al suo petto nudo.

Qualche ora dopo, Max fu costretta ad abbandonare quell'idillio meraviglioso che era riuscita a creare con Rafe e tornò a casa. Sperava di non dover incontrare sua sorella e per fortuna sua madre le disse che era uscita quel pomeriggio stesso e non aveva ancora fatto ritorno.

«Dove sei stata?» le chiese sua madre per fare conversazione, mentre tagliava delle verdure per la cena.

«In giro con i ragazzi»

«E io ho di nuovo venticinque anni» disse con sarcasmo Ella.

«Wow non ti facevo così giovane»

Si guadagnò uno sguardo seccato.

«Tara non c'è, puoi dirmelo se sei stata con Rafe»

«Mamma, ne abbiamo già parlato. Non mi vedo più con lui»

«Quindi quei segni sul collo chi te li ha fatti, JJ o Kiara?»

«Mamma, è arrivato il momento di fare un discorso noi due»

«Non sei gay» la interruppe la donna «Cioè, in realtà ti ci vedo. Ma non è quello, lo sai che mi andrebbe bene»

Ella sbuffò e posò il coltello sul tagliere «Sono preoccupata per te. Ti conosco, fai la forte, ma so che dentro stai molto male per quello che hai fatto»

Max sospirò e si sedette su uno sgabello davanti a sua madre «È così brutto che io mi sia innamorata, mamma? Insomma... Non l'ho scelto io, è capitato. Vorrei solo... Rivoglio solo mia sorella»

Ella andò verso sua figlia e la avvolse in un abbraccio e Max si sentì finalmente a casa «Va bene che tu sia innamorata e va bene anche che sia Rafe. Ma prima di chiedere il perdono di Tara, hai mai provato a perdonare te stessa?»

Due settimane dopo quel giorno, Max si era risvegliata in un letto di ospedale con il corpo che le doleva terribilmente. Aveva trovato Edward ed Ella addormentati nelle sedie scomode che l'ospedale aveva fornito loro. Si accorse che la mano di sua madre era intrecciata alla sua e la scosse lievemente.

Ella aprì gli occhi di scatto e incontrò subito quelli di sua figlia così simili ai suoi. Poco dopo le dissero che Tara non era uscita viva da quella scuola.

Una settimana dopo, Max fu dimessa dall'ospedale e si ritrovò a litigare con il suo migliore amico. Gli aveva mentito dicendogli che non provava nulla per lui, ma non voleva incatenarlo in una situazione che lo avrebbe fatto solo soffrire. Voleva allontanare tutti, il dolore che provava era lancinante e sentiva di non meritarsi la compassione di nessuno.

Quella sera stessa, un'altra persona si arrampicò dalla sua finestra e Max non poté fare a meno di perdersi in quegli occhi acquosi.

«Max, non rispondevi al telefono. Ero preoccupato»

«Rafe, per favore. È meglio che questa cosa tra noi... Io non ce la faccio»

Scoppiò in lacrime davanti al ragazzo di cui era innamorata e Rafe la strinse forte a sé mentre lei stringeva i pugni sulla sua maglietta.

«Va tutto bene, andrà tutto bene»

«Non è vero, Rafe. Niente va bene» gridò spingendolo via da lei in un moto di rabbia.

«Pensi che io non stia soffrendo per Tara? Le volevo bene, cazzo! Cerchi sempre di dipingermi come un mostro solo perché ti senti in colpa. Non funziona così, Max! I problemi vanno affrontati, non puoi scappare per sempre»

Vide gli occhi di Max farsi sempre più lucidi e provò a riavvicinarsi, ma la ragazza si allontanò ancora di più da lui.

«Non puoi allontanarmi da te, Max. Non farlo, non adesso!» la guardò dritto negli occhi mentre le lacrime cominciavano a scendere sul suo viso «Io ti amo»

Qualcosa nella mente di Max si ruppe definitivamente a quelle parole. Lei non meritava amore, lei non sapeva nemmeno cosa fosse l'amore «Io no»

«Non mentire a te stessa» sussurrò il ragazzo avvicinandosi di nuovo a lei e poggiando la fronte sulla sua.

Adesso piangevano entrambi.

«Permettimi solo di baciarti per l'ultima volta»

Non aspettò la risposta della ragazza, le prese il viso tra le mani ed entrambi si lasciarono andare ai tocchi delicati dell'altro. Era partito tutto con un bacio casto, ma come ogni volta che stavano insieme, entrambi non riuscirono a fermarsi. Le lacrime si mischiarono ai baci. Rafe la fece stendere sul letto e le tolse la maglietta, scoprendo le garze che coprivano le ustioni. Tornò a baciarla, stavolta con più delicatezza. Se doveva essere l'ultima volta, l'avrebbe resa memorabile.

Da quella sera non si videro più. Max tagliò i ponti con tutti e si rintanò nella sua mente distrutta. Niente più dubbi tra Rafe e JJ, niente più drammi amorosi, niente più amici e niente più bugie.

Solo lei col suo dolore.

Lo stesso dolore e la stessa solitudine che provava mentre accarezzava il dolce viso di Rafe sdraiato morente su quel letto d'ospedale, prima che la porta si aprisse rivelando la figura arrabbiata di Sarah.

Play with fire || Rafe Cameron Where stories live. Discover now