Capitolo XV

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«Quando capirete che non è un gioco?» li rimproverò lo sceriffo Peterkin dopo averli fatti accomodare nel suo ufficio alla stazione di polizia.

«Lo sappiamo già, per questo abbiamo raccolto delle prove» disse Kiara.

«Prove? Avete commesso un reato entrando in casa di Davis e dovete solo ringraziare quell'uomo perché non sporgerà denuncia»

«Gli manderemo un mazzo di fiori insieme alla testa di chi ha ucciso sua figlia» disse con sarcasmo JJ.

Il viso della donna si affilò «Sapete, capisco le vostre intenzioni. Siete preoccupati per la vostra amica, ma credetemi lo prenderemo»

«Prima o dopo che sarà riuscito ad uccidere Max?» chiese Pope.

La donna fece un segno al poliziotto che stava nella stanza con lei «Shoupe, riaccompagnali a casa. E voi» disse indicando i tre adolescenti «Non voglio più vedervi in giro oltre il coprifuoco»

«Prenderà in considerazione le prove che abbiamo raccolto?» chiese Kiara con uno sguardo sconsolato.

La donna la guardò dritto negli occhi e annuì.

La ragazza e Pope uscirono dall'ufficio accompagnati dal vicesceriffo. JJ fece per seguirli, ma poi si voltò verso la donna «C'è qualcuno che si prende cura di Max adesso?»

Peterkin annuì «I miei poliziotti migliori»

«Spero non siano come quelli con cui l'avete lasciata fin'ora»

«Abbiamo avuto dei problemi con il cambio dei turni, JJ, te l'ho già spiegato»

«Per non sapervi gestire, Max stava rischiando di essere uccisa, di nuovo. Per non parlare di...» il ragazzo si schiarì la voce, fece un respiro profondo e chiese «Di Rafe si sa qualcosa?»

«È ancora in sala operatoria, ma i medici non hanno dato notizie certe. Vai a dormire, JJ, ne hai bisogno»

JJ annuì, fece un cenno sarcastico di saluto e seguì i suoi amici dietro la figura tozza di Shoupe.

La mattina successiva si ritrovarono tutti e cinque in un punto isolato del cortile della scuola per aggiornarsi su quanto successo il giorno prima.

«Povera Max, quel bastardo non sembra avere intenzione di fermarsi» disse John B una volta che Kiara finì di raccontare la parte sull'ospedale.

«A proposito, come sta Rafe?» chiese Pope rivolto a Sarah che aveva tenuto lo sguardo basso fino a quel momento.

La ragazza scosse la testa e strinse le labbra «Non si è ancora svegliato. I medici dicono che se non darà segni di vita in questi giorni, non ha più senso sperare» tirò su col naso e si asciugò una lacrima che era sfuggita al suo controllo «Scusatemi, devo andare in classe»

«Meglio che vada con lei» disse John B salutando i suoi amici e raggiungendo la sua fidanzata.

«Che situazione orribile» sospirò Kiara lanciando uno sguardo al biondino «Tu come stai?»

JJ la guardò confuso.

«Ieri non abbiamo potuto parlare di quello che abbiamo sentito»

«Ed è meglio così»

«JJ, va bene starci male» disse Pope «Sei innamorato di lei da quando ti ha rivolto la parola in prima superiore»

«E lei ha detto di essere innamorata di un altro. Fine. Non c'è più nulla da fare e non è la cosa più importante adesso, va bene?» disse alzando la voce «C'è un maniaco a piede libero, Max ha rischiato la vita due volte, Katy è morta e Rafe...» la voce gli si spezzò e Kiara lo abbracciò con tenerezza.

«Come posso preoccuparmi dei miei sentimenti se il mio intero mondo sta crollando?»

Kiara si era offerta di dare un passaggio a JJ subito dopo scuola e i due amici adesso si trovavano imbottigliati nel traffico cittadino.

«Tu lo sapevi, non è vero?» chiese ad un certo punto la ragazza.

JJ sapendo a cosa si riferiva l'amica sospirò affranto «Sì, lo sapevo»

«Da quanto andava avanti questa storia e perché Max non ce lo ha detto?»

Il biondo ricordò la discussione che aveva avuto con Max quando l'aveva vista baciare Rafe e rispose «Da prima che Rafe e Tara si lasciassero. Non voleva dirlo perché si vergognava e aveva paura che la giudicassimo»

«E tu come lo hai scoperto?»

«Li ho visti insieme»

Kiara si girò a guardarlo incurante della strada «Cazzo, JJ! Mi dispiace» rivolse di nuovo lo sguardo verso le altre macchine, mentre una nuova consapevolezza la investiva «È per questo che non ti sei mai fatto avanti con lei, non è così?»

JJ le rivolse un lungo sguardo e poi annuì.

Piano piano che la fila di macchine avanzava si palesava sempre di più il motivo per cui fosse impossibile guidare la macchina quel giorno.

La polizia stava occupando buona parte della strada e una folla nutrita di curiosi impediva ai veicoli di procedere normalmente.

I due liceali si guardarono e Kiara si immise nel parcheggio del motel in cui si erano fermati i poliziotti. Videro Shoupe e gli fecero cenno di avvicinarsi all'auto.

«Che cosa ci fate qui, voi due?» chiese con tono burbero l'uomo.

«Cos'è successo, Shoupe?»

Il vicesceriffo li guardò con sguardo torvo.

«Eddai, sai già che lo verremo a sapere» lo provocò JJ.

Il poliziotto sbuffò «Purtroppo avete ragione. Hanno trovato un altro corpo, sospettiamo sia lo stesso assassino di Katy Davis»

«Stesso modus operandi?» chiese Kiara.

L'uomo annuì «Ben tre coltellate all'addome»

«Sapete già chi è?» domandò JJ. Se pernottava in un motel non doveva vivere certamente a Kildare, quindi cosa c'entrava un turista con il loro killer?

«È stato facile, lo conoscevo da quando è nato. Era tornato solo per qualche giorno e poi sarebbe tornato ad Atlanta»

Kiara e JJ si scambiarono uno sguardo sconcertato «Kelce è morto?» chiesero all'unisono.

L'uomo annuì «Dai, andate a casa e cercate di stare lontani dai guai»

Una volta che furono di nuovo sulla strada, JJ si girò di scatto verso l'amica «Pensi quello che penso io?»

«Ti riferisci al fatto che non se ne può veramente più di questa situazione? Perché in quel caso sì, lo penso anch'io»

«No... Cioè sì, ma... Credo di aver capito tutto»

Prese il suo telefono e mandò un messaggio veloce al resto del gruppo.

«A chi scrivi?»

«Agli altri. Ho detto che ci vediamo tutti a casa tua in meno di venti minuti. Metti il piede sull'acceleratore, da brava.»

Kiara sbuffò indispettita, ma fece come le aveva detto JJ e insieme sfrecciarono per le strade di Kildare.

Play with fire || Rafe Cameron Where stories live. Discover now