Capitolo IV

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Le sirene della polizia risuonarono per le vie della città. Le strade pullulavano di poliziotti e Max non fu sorpresa di trovare agenti in divisa nella sua scuola quella mattina.

Non avevano ancora divulgato nulla di ufficiale, ma tra i ragazzi serpeggiava il pettegolezzo che qualcuno la sera prima fosse morto in circostanze atroci.

Vennero convocati tutti nell'auditorium e stavolta Max si sedette accanto a JJ e Pope, che si erano premurati di tenerle un posto in mezzo a quella calca di gente.

«Avete idee su quello che è successo?» chiese una volta che si fu seduta.

«Hai sentito la voce che gira, no?»

«Intendevo idee vostre, Pope»

La loro conversazione venne interrotta dall'entrata teatrale della preside Meyers. La donna aveva una faccia preoccupata e quando iniziò a parlare al microfono, Max notò un leggero tremolio nella sua voce.

«Sono qui per darvi una tragica notizia. La vostra compagna Katy Davis è stata ritrovata morta vicino alla vostra vecchia scuola»

Il brusio che centinaia di voci avevano prodotto fino a poco prima divenne un vero e proprio trambusto. La preside Meyers sbatté una mano sul leggio in legno e riportò un po' di ordine.

«Katy Davis è stata uccisa. I poliziotti vogliono parlare con voi e a breve detteranno delle regole per stare al sicuro. Lascio la parola allo sceriffo Peterkin»

La preside fece posto ad una donna di colore e si andò a sedere insieme al resto del corpo insegnanti.

«Buongiorno, ragazzi» disse lo sceriffo «Mi dispiace darvi la terribile notizia della morte della vostra amica, ma purtroppo riteniamo che nessuno sia più al sicuro, quindi è bene dare delle regole»

La folla rimase in religioso silenzio, mentre nella mente di tutti rimbombava un'unica e semplice domanda: chi può aver ucciso Katy?

«Ci sarà il coprifuoco, dovrete essere tutti a casa per le cinque del pomeriggio. Non si esce da soli, non si fa un passo senza essere accompagnati da qualcuno e soprattutto se sapete qualcosa o se avete qualche sospetto venite da me immediatamente»

Durante le lezioni nessuno aveva veramente seguito dopo la notizia della tragica morte di una studentessa e di un omicida a piede libero.

Max uscì dall'aula di letteratura di corsa dopo il suono della campanella e raggiunse in fretta e furia il suo gruppo di amici nel cortile interno della scuola per la pausa pranzo.

«Voi cosa ne pensate?» chiese John B.

«Cosa dovremmo pensare? C'è un pazzo a piede libero» disse Kiara.

«Qualcuno di voi sapeva che tipo era Katy? Gironzolava di notte in una scuola distrutta, perché?» JJ aveva uno sguardo spaesato e al tempo stesso curioso.

«Io e Katy facevamo parte dello stesso club elettorale e fino all'anno scorso stava con Topper, l'amico di Rafe. Non posso dire di conoscerla bene, ma abbiamo passato del tempo insieme. È disturbante pensare che non ci sia più» disse Sarah senza sapere il tuffo al cuore che aveva procurato alla sua amica nominando suo fratello.

«Io la conoscevo» iniziò Max «Cioè, non la conoscevo benissimo, ma abbiamo avuto qualche classe insieme e lei...»

«Ha perso qualcuno nell'incendio» finì la frase JJ vedendo la ragazza in difficoltà.

Max annuì «Abbiamo passato un po' di tempo insieme questa estate, ma non credo che fare parte dello stesso gruppo di auto-aiuto valga come conoscenza»

Poco dopo la pausa pranzo finì e il gruppo si sparpagliò per i corridoi della scuola. JJ la seguì in fretta, prima che lei si allontanasse troppo dalla mensa.

«Max, volevo sapere come stavi»

La ragazza lo guardò confusa.

«Ho notato la faccia che hai fatto quando Sarah ha parlato di Rafe. Volevo sapere se andava tutto bene»

Max distolse lo sguardo dagli occhi blu del ragazzo davanti a lei «Sì, va tutto bene»

«Max, per favore, non mentirmi. Non devi farlo con me»

«JJ, tu non capisci»

«Allora aiutami a capire! Sei tornata tra noi, ma sembra che non ti fidi di nessuno. Nemmeno di me» disse sussurrando l'ultima parte.

«Cosa dovrei dirti, che vivo col senso di colpa da mesi? Che ogni volta che ci penso desidero essere morta in quell'incendio? Perché è così, è ciò che penso, ma questo non cambierà il passato, JJ» prese un respiro profondo «Scusami, non avrei dovuto alzare la voce con te»

Il biondo la tranquillizzò con un gesto della mano «No, io... Forse sono andato troppo oltre. So che è una ferita ancora aperta. Ci vediamo dopo» le rivolse uno sguardo dispiaciuto e si avviò verso la sua prossima lezione, lasciando Max sola in mezzo al corridoio. Stava per entrare nell'aula di matematica quando la professoressa Stevenson le fece segno di avvicinarsi.

«Maxine, tesoro, la polizia vorrebbe parlare con te»

La accompagnò nell'ufficio della preside e le fece un piccolo in bocca al lupo prima di lasciarla sola davanti alla porta.

Questa si aprì rivelando il viso bonaccione del vicesceriffo Shoupe che la accolse con un breve cenno del capo.

«Max» iniziò Peterkin quando la ragazza si fu seduta «Tu conoscevi Katy?»

«Non benissimo, avevamo solo qualche classe insieme»

«Ed eravate nello stesso gruppo di auto-aiuto» disse la donna seduta davanti a lei.

«Per poco tempo, poi i miei genitori hanno pensato di mandarmi da un privato»

I due poliziotti si scambiarono uno sguardo e Max si sentì ancora più confusa.

«Scusatemi, ma tutto questo cosa c'entra con me?»

«Abbiamo il timore che la situazione ti coinvolga in qualche modo» disse titubante il vicesceriffo.

Peterkin fece un sospiro sconsolato e le mostrò una foto che le fece accapponare la pelle.

«Crediamo che tu sia in pericolo» spiegò Shoupe «Potresti essere il prossimo bersaglio dell'assassino»

Max sbarrò gli occhi e il terrore si impossessò di ogni cellula del suo corpo.

Guardò con sguardo spaventato lo sceriffo Peterkin negli occhi per poi rivolgere l'attenzione alla foto che la donna aveva appoggiato sul tavolo davanti a lei.

Sul muro della scuola in cui avevano ritrovato il corpo senza vita di Katy campeggiava una scritta rosso sangue.

Max Wether.

Play with fire || Rafe Cameron Where stories live. Discover now