1. Scappare via dal Messico!

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Flor pov.

Era una calda sera d'estate, Erano più o meno le dieci di sera e dovevo fare in fretta, presi una valigia da sopra l'armadio, ed iniziai a prepararla mettendo giusto lo stretto necessario per me e Mare.
Corsi in camera di mia figlia e gli dissi di preparare le valigie, questa sera saremo scappati da questa casa, per sempre.
Ero decisa ad andarmene, a farla finita, mio marito pultroppo aveva un brutto vizio, ovvero quello del alcool e del gioco d'azzardo.
Non gli bastava aver perso il lavoro perché lo avevano sorpreso a rubare una quantità ingente di soldi all'azienda, voleva anche ridurmi il conto corrente al verde, così dopo i suoi innumerevoli tradimenti, decisi che basta, era giunto il momento di ribbellarmi, tanto lo sapevo che nessuno mi avrebbe mai aiutato, se fosse stato per i miei genitori, bigotti del piffero, io e Mare, saremo potute tranquillamente restare qui e continuare a prendere botte da lui.
I miei genitori erano contro il divorzio e del antica credenza, che le donne doveva acconsentire a qualsiasi cosa il marito volesse o facesse, ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso della mia pazienza, fu quando una sera Alfons tornò come al solito ubriaco marcio, da una delle sue sedute di "lavoro" come diceva lui, che poi non era altro che gioco d'azzardo con amici.

Quella sera tornò così tanto ubriaco, che pensava che lo stassi tradendo con uno spagnolo, così per farmela pagare, picchiò Marea sua figlia.
Ma non si fermò solo alle botte, continuò aumentando la dose e dicendo a Marea delle parole così talmente taglienti, che l'umore di mia figlia, andò davvero sotto le scarpe.
Gli disse che metterla al mondo era stato un grandissimo sbaglio, che il suo essere nata con la capacità di controllare l'acqua, la rendeva un fenomeno da baraccone e che si vergognava di lei.
Quella fu per me la goccia che fece trabbocare il vaso, così andai dal notaio e chiesi il divorzio e poi comprai due biglietti di sola andata.
Volevo ricominciare da zero, fuggire il più lontano da quel mostro e mi sarei portata dietro mia figlia!
Così mollai le carte del divorzio sul comodino della camera da letto, preparai la valigia ed una volta che fu tutto pronto, con Mare, presimo le valigie e partimmo alla volta della stazione ferroviaria più vicina.
Decisi che avremmo ricominciato tutto, dalla Colombia, sembrava bello e così pieno di vita, che capì che quello era il luogo giusto per noi.

Ci aspettavano tante ore di viaggio, ma per salvare la vita di mia figlia, ero pronta a tutto.
Per fortuna il treno per la Colombia arrivò presto, così potemmo finalmente imbarcarci e partire per una nuova vita, finalmente saremmo stati di nuovo felici.
Durante il tragitto ci venne fame, ma fortunatamente mi ero organizzata per tempo ed avevo così messo da parte quello che nel tempo era diventato un bel gruzzoletto, così potemmo viziarci un pochetto.
In treno Mare fotografo tutti i paesaggi che vedeva dal finestrino, Marea amava la fotografia e sopportutto adorava viaggiare e visitare posti del mondo mai visti, così le piaceva tenere traccia delle sue avventure attraverso le foto.
Le ore passarono ed avevamo già fatto uno scalo per poi cambiare treno, questo su qui eravamo era un treno che poteva viaggiare anche di notte, uno di quei treni che aveva anche le cambine per dormire.

Spazio autrice.

In realtà non ho la benché minima idea, di quanto ci voglia per arrivare in Colombia dal Messico, per qui non uccidetemi, ma ho messo un tempo a caso.
Ad ogni modo, se lo sapete, sono aperta anche a modificarlo.
Grazie

😀😀😀

Vi lascio al continuo.

Io e Marea dividevamo la cabina con un signore davvero molto gentile, era un uomo anziano di ottantacinque anni, che regalò un libro che parlava della fauna marina Colombiana.

Marea <wow...>

Esternò meravigliata.

Marea <grazie>,

Ringraziò il signore, con un gran sorriso a trentadue denti, che riempì di felicità la cabina dov'eravamo.
Mare e sempre stata una bimba molto calma e gentile, raramente dissubidiva ed anzi era sempre diligente, tranne quando Alfons, iniziò a picchiare anche lei, di ritorno dalle sue nottate di sbronzamento.
A ricordarmi quanto per anni mio marito fu crudele con me e nostra figlia,  divenni di nuovo triste, dopo anni di abusi avevo trovato il coraggio di ribbellarmi a mio marito e lasciare il Messico, per salvare me e mia figlia.
Che se fosse stato per i miei genitori, cioè i nonni di Marea, di sicuro ci  avrebbero lasciato lì a subire.
"Quanto sono bigotti, quei due esseri li",
Pensai tra me e me, sapevo che non dovevo parlare così dei miei genitori, non era bello mancargli di rispetto, non era questo quello che avevo insegnato a mia figlia.
Ma quando persino i tuoi genitori invece di salvarti, ti lasciano nelle braccia del tuo aguzzino, mi sembra il minimo.

"Spero tanto che in Colombia, riesca finalmente a rifarmi una vita.
Non dico di voler trovare l'amore alla mia età, ma almeno la felicità, voglio dire...", pensai sempre tra me e me.
Non è che fossi così vecchia in realtà, avevo solo quarant'anni, ma diciamo che ormai dopo la brutta esperienza con Alfons, non penso di riuscire più a trovar l'amore.

Il giorno dopo.

Erano precisamente le 09.30 di un lunedì mattina, quando il capo treno disse a tutti i passeggeri che eravamo appena arrivati in Colombia e visto che io e Marea eravamo già svegli da un ora, fummo tra i primi a scendere dal treno.
Finalmente felici all'idea della nostra nuova vita, io e Marea passammo davanti ed un agenzia di viaggi, che era proprio attaccata alla stazione ferroviaria e lì ci cadde l'occhio su un volantino, sulla quale era raffigurato un piccolo paesino sperduto tra le montagne, di nome Encanto, dove si vedeva che era già tanto se arrivava un piccolo tram.
Così incuriosite da quel piccolo paesino, comprai due biglietti sempre di sola andata per Encanto, ma ci dissero che il penultimo treno della giornata sarebbe partito tra meno di dieci minuti.
Quindi ci dovettimo sbrigare, finì di acquistare i biglietti e facendo con Marea una lunga ed estenuante corsa, riuscemmo a prendere in tempo il piccolo trenino per Encanto.

[Ps

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[Ps.
Lo so che è il trenino per casella, ma era tanto per rendere l'idea, col fatto che Encanto e un paesino sperduto tra le montagne, ed il fatto che ci arrivasse un treno comunque molto moderno e super accesoriato, non so, non mi sembrava il caso]

fiu...>,

Tirai un sospirò di sollievo appena io e Mare riuscimmo a salire sul treno.
Girammo un po il treno, alla ricerca dei nostri posti e Marea di nuvo curiosa si mise a fotografare ogni minima cosa, dal più piccolo ed insignificante dettaglio, ad una signora molto particolare, che portava un cardigan ricoperto di pellicia viola.
Ci scambiammo un sorriso complice e finalmente trovati i nostri posti, ci misimo a sedere, avevamo trovato i nostri posti.

Guardai fuori dal finestrino del treno, sognando ad occhi aperti.

Flor <sto arrivando Encanto
aspettami!>

Spazio autrice.

Amici rieccomi di nuovo con una fanfiction a tema Encanto, già l'ennesima lo so.
Ma che ci devo fare, sono completamente in fissa con questo cartone, soppratutto con Camilo e Bruno.
Spero di non essere la sola, vi prego 🙏🙏🙏 ditemi che non sono la sola

Hahaha ad ogni modo, spero che la prima parte via sia piaciuta, e spero di ritrovarvi alla prossima,
Bacioni,
Cry
😘😘😘

Abre tu corazón|| Encanto story [Completa]Where stories live. Discover now