Il lupo è fuori dal sacco

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La vegetazione scura sfilava ai margini della strada con rapidità impressionante, come due grandi treni neri in piena corsa. Seth teneva gli occhi fissi davanti a sé e sembrava aver dimenticato la mia esistenza. Mi soffermai sul tremolio delle sue mani, strette attorno al volante.

-Cosa c'è? Che succede?

-La rossa.

-Che...cosa? La rossa? – ripetei, confusa. Seth mi guardò per un attimo con la coda dell'occhio.

-La succhiasangue. Ha appena attraversato la riserva. – si interruppe e annusò l'aria. -Cazzo, devo portarti subito a casa.

Il mio cuore prese a battere all'impazzata, distolsi lo sguardo e mi rannicchiai contro il lato destro del sedile. Non era possibile. Per quanto sapessi che avere un mutaforma nell'abitacolo riducesse le probabilità che non corressi nessun pericolo, non riuscivo proprio a rimanere tranquilla.

-Seth, perché succede tutto questo? – mormorai, con voce strozzata.

-Non lo so Aylen...non lo so. Tu non devi più girare da sola, mi hai capito bene? Te l'ha detto Paul, lo sai. Non deve capitare anche a te. Non si tratta dei Cullen, questi bevono sangue umano.

-Cos'è che non deve capitarmi? – sbottai tornando di scatto a guardarlo. Quella sua frase mi aveva ghiacciato il sangue nelle vene, pensai subito al peggio.

-Bella ha incontrato quello con i dreadlocks. In una radura, l'altro giorno. Fortuna che eravamo nei paraggi, l'abbiamo quasi ucciso ma quel bastardo ci è sfuggito. E lei ci ha visti, maledizione. L'ha detto a Charlie e lui domani vuole andare a caccia con papà. Siamo fottuti, Aylen. Charlie pensa che siamo stati noi ad uccidere quegli escursionisti.

In fondo alla strada a sinistra scorsi finalmente casa mia, che si faceva sempre più grande man mano che ci avvicinavamo. Le informazioni erano talmente tante in poco tempo che lì per lì non seppi cosa dire. Ma c'era una che cosa che mi frullava in testa.

-Cosa ci faceva Bella nel bosco da sola?

Seth accostò velocemente e si fermò davanti alla casetta rossa, lo guardai in cerca di spiegazioni ma proprio in quel momento la portiera alla mia destra venne aperta. Sussultai per lo spavento, fin quando riconobbi la sagoma imponente di Jacob. Si chinò leggermente per guardarmi. Di fronte a me non avevo il ragazzo solare e caloroso che vedevo tutti i giorni. Di fronte a me avevo il lupo che aveva fiutato il nemico e il cui viso era duro e freddo, gli occhi ardenti e pericolosi. La bocca era stretta in una linea dritta, la mascella contratta.

-Sbrigati, entra in casa.

Con un cenno del capo mi indicò la porta alle sue spalle. Seth nel frattempo uscì dall'abitacolo e sbatté la portiera. Riuscivo a percepire la tensione e il nervosismo crescente fra i due lupi. Mentre Jacob mi aiutava ad uscire dal Range Rover cercai il suo sguardo nella speranza di ritrovare il suo calore, ma non ci riuscii. Uno spostamento d'aria a qualche metro da noi mi costrinse a voltare il capo: al posto di Seth il lupo color sabbia si stava lanciando fra gli alberi, galoppando rapidamente. Mi ritrovai a tentennare sulla maniglia della porta di casa, timorosa di vedere Jacob sparire così e non sapere quando sarebbe tornato. Stava già iniziando a correre verso la foresta.

-Jake! – lo chiamai. Si arrestò, le spalle si sollevarono con un sospiro. Stavo già per pentirmi di averlo chiamato, non volevo fargli perdere tempo. Ma avevo bisogno di una parola, una rassicurazione. Con un paio di falcate mi aveva nuovamente raggiunta e ora aveva chinato il capo sul mio, per guardarmi. C'era sempre il lupo, la bestia che fremeva per il desiderio di uccidere, ma in quel preciso istante un accenno del mio Jacob tornò timidamente alla superficie.

Il colore dell'ariaWhere stories live. Discover now