Capitolo 26

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L'aria le scompiglia i capelli, e un sorriso si fa strada sulle sue labbra al ricordo delle sensazioni che le provoca cavalcare

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L'aria le scompiglia i capelli, e un sorriso si fa strada sulle sue labbra al ricordo delle sensazioni che le provoca cavalcare. Respirare quell'aria l'aiuta a dimentica, anche se temporaneamente. Dopo circa venti minuti arriva vicino a un ammasso di corpi bruciati che provoca un fetore terribile, il fumo ancora si leva da quella strage. Sorpassa il mucchio a cavallo e vede i tre uomini fissare la foresta, e si domanda cosa ci sia di così interessate da vedere invece di cercare gli hobbit. Scende dal cavallo, che lascia libero negli intorni, e si avvicina ai suoi compagni. 

"Cosa state facendo?" Chiede dalle spalle dei tre, che si girano velocemente verso di lei. Aliris fissa gli alberi senza distogliere lo sguardo dopo averli visto meglio. Senza dire una parola sorpassa i suoi compagni e si inginocchia vicino alle radici, poggia una mano timidamente sulla corteccia e chiude gli occhi. "Fangorn" Sussurra sotto lo sguardo curioso dei suoi compagni.

Guarda quegli alberi con quel tocco di nostalgia che le brilla negli occhi. Si avvicina lentamente alle radici e tenta di vedere attraverso il ricordo dell'albero cosa sia successo dalla sua partenza; la forza del potere che si cela dentro di lei le permetterebbe di vedere ogni cosa, se solo la paura di scoprire la verità non bloccasse il processo. 

Ritira la mano velocemente, come se si fosse scottata con l'umida e dura superficie del tronco e si rialza. "Cosa avete scoperto?" Chiede la ragazza girandosi verso Aragorn come se nulla fosse appena successo, "Gli hobbit sono vivi. Sono riusciti a scappare e si sono addentrati nelle profondità della foresta di Fangorn" "Furbi. Bene, cosa stiamo aspettando?" Dice Aliris sorpassando le prime radici. Aragorn, Gimli e Legolas si scambiano delle occhiate per poi seguire la ragazza verso il cuore della foresta, leggermente intimoriti.

Passano attentamente tra le folte radici, saltando i piccoli torrenti e nascondendosi dietro gli enormi tronchi per controllare che nessuno li insegua. "Queste orme sono strane" Dice Aragorn, inginocchiato a terra che osserva le sagome nel fango. "L'aria è così densa qui dentro" commenta poco dopo il nano "Certo, è fatto apposta per tenere gli uomini lontani" Risponde la ragazza mentre fa qualche passo verso l'uomo "Questa foresta è vecchia. Molto vecchia, piena di ricordi e rabbia" Dice Legolas guardandosi attorno. 

Aliris si gode la situazione, conosce bene il bosco anche se non ha mai varcato quelle zone, e la reazione dei suoi compagni di paura la fa quasi ridere. Deve impegnarsi per non scoppiare in una sonora risata, quindi si limita a rimanere in silenzio "Gli alberi parlano tra loro" Dice l'elfo con un briciolo di inquietudine nella voce, girandosi per guardare il nano. Questo tiene l'ascia pronta, alzata per difendersi e a quel punto la ragazza lo consigli di abbassarla. "Hanno sentimenti amico mio, sono stati gli elfi, risvegliando gli alberi, insegnando loro a parlare" Afferma il biondo riprendendo a camminare.

Una forte scarica di energia attraversa Aliris, un segnale, qualcosa di potente gira per questi boschi, oppure qualcuno. "C'è qualcosa..." La ragazza non riesce a finire la frase che l'elfo la raggiunge e da risposta ai suoi dubbi "Lo stregone bianco, lo sento anch'io" "Non lasciare che parli, ci farebbe un'incantesimo" Dice Aragorn poggiando una mano sulla spada, tirandola fuori dalla custodia lentamente. La ragazza sta per prendere una freccia, ma ritiene più saggio difendersi con la spada, se lei è capace di sviare una freccia con una facilità disarmante allora a cosa serve combattere uno stregone così potente con la medesima arma?

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