Capitolo 10

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Il sole inizia a farsi strada dietro le montagne, le foglie degli alberi sorridono al contatto con i caldi raggi. In pochi minuti si inizia a vedere in tutto il suo splendore quel colore rosso che lo caratterizza in questi giorni.

I fiori iniziano a scoprirsi, lasciando ai passanti l'opportunità di ammirare i petali colorati. Il castello di Lòrien inizia ad illuminarsi lentamente, alcuni ornamenti in vetro brillano come stelle che riflettono quel luccichio in un traguardo indefinito.

Aliris

Sono sveglia ormai da tanto, da poco rima che il sole nascesse in realtà. Sospiro, guardando mia sorella dormire beatamente. Mi alzo dal letto e mi inizio a preparare, indosso un vestito alquanto semplice per passare la mattinata. A mezzogiorno continueremo il viaggio, ormai sono passati due giorni da quando siamo partite. Papà ha detto che saremmo arrivate in 4 giorni e forse anche meno, avendo Erodin penso di riuscire ad arrivare a Gran Burrone entro il calare del sole.

Esco dalla mia stanza e mi dirigo verso la sala delle riunioni nella quale sono stata ieri. Non appena oltrepasso le porte vedo un ambiente che sembra totalmente diverso, anche se l'unica cosa che è cambiata è la luce. Osservo attorno a me la "stanza" vuota, sembra un pavilione enorme, data l'assenza di mura. Il tavolo che ieri sembrava essere nero adesso ha un colore più gentile. La corteccia è così liscia da farmi venire voglia di accarezzarla con le dita, a Deletria ne abbiamo uno in marmo, chiaro come la luna, per le riunioni importanti alle quali non ero solita a partecipare. Abbiamo... non so più nemmeno se sia corretto dire ciò o avevamo...

Sospiro profondamente chiudendo gli occhi. Papà lo ha promesso, ci rivedremo tra ventotto giorni. Li riapro lentamente e vedo una figura dall'altro lato del tavolo, mia zia mi sorride gentilmente e mi guarda quasi preoccupata. Mi chiedo perché lei non riesca a leggere i mie pensieri, lei è molto più potente di quanto non sembri, riesce a capire tutto su chiunque con un semplice sguardo ma non è riuscita a prevedere che sarei arrivata.

"Mia cara, quando pensi di partire?" Mi chiede lei con un tono quasi materno. "Poco prima di mezzogiorno" dico io, penso sia meglio iniziare a prepararsi qualche minuto prima. La regina dei Lòrien rimane a guardarmi pensierosa mantenendo il suo sorriso quasi come se stesse provando a capire cosa mi turbi, anche se in realtà il mio peggior nemico in questo momento sono io stessa. Io mi preoccupo per tutto quello che succede, ogni singolo cambiamento, ogni singola parola che possa avere un doppio significato, io interpreto tutto nel peggior modo. Dopotutto se mi aspetto il peggio non rimarrò delusa, o forse soffrirò di meno.

"Vieni qui" Mi dice mia zia distogliendo dalla mia mente incasinata ogni pensiero, aprendo le braccia per accogliermi. Cammino lentamente intorno al tavolo e la abbraccio. Lei mi stringe a se, quasi come se avesse capito che avevo bisogno solo di questo. Dopo qualche minuto mi lascia un leggero bacio sulla fronte e mi guarda "Andiamo, la colazione è già pronta e tua sorella è impaziente" Mi dice strappandomi un sorriso. La seguo per i corridoi luminosi del castello fino ad arrivare in un enorme terrazzo con un tavolo enorme ornato per la colazione.

Mangiamo velocemente e la mattina passa in fretta. Mia zia è rimasta con noi tutto il tempo. Abbiamo passato il tempo vicino alla foresta, io le la regina sedute in un banco di marmo azzurro mentre mia sorella si divertiva a inseguire alcune farfalle e uccelli particolari che non aveva mai visto.

Ormai è arrivata l'ora di partire. Guardo mia zia, come se volessi che mi leggesse la mente, non voglio lasciare questo posto. E' come una bolla di pace che mi tiene lontana dai mille problemi della vita, che però devo comunque affrontare, non importa se lo farò adesso, tra qualche giorno o tra cento anni, il prezzo bisogna sempre pagarlo, anche se non sembri sempre giusto. Mi guarda, e subito dopo dice le parole che aspettavo.

"Anche se non riesco a leggere nella tua mente ciò non vuol dire che io non ti conosca. Piccola mia se il tuo cuore ti dice di andare allora vai, vuol dire che ti aspetta un qualcosa di diverso. Dovrai essere forte, non solo per te" Mi dice distogliendo lo sguardo da me per qualche secondo per guardare Aranel. "Sei tutto per lei. Forza, inizia a prepararti tra poco sarà mezzogiorno" Mi dice mia zia mantenendo quella calma contagiosa che mi fa dimenticare il motivo per cui mi preoccupavo così tanto pochi secondi prima. Mi alzo e vado nel castello. Indosso la mia armatura e scendo per avvisare mia sorella che dobbiamo andare.

"Tesoro, dobbiamo andare" Le dico senza troppi giri di parole. Lei mi guarda con una faccia piuttosto triste, abbassa lo sguardo come in segno di accettazione ed io mi inginocchio per arrivare alla sua altezza. Con due dita le alzo il mento per guardare i suoi occhi così lucenti grazie alle luci del giorno. "Torneremo a trovare la zia" A questa frase mia sorella corre dentro il palazzo per prepararsi contenta. Ho appena piantato in lei una speranza che non so nemmeno de riuscirò a far crescere, figuriamoci farla fiorire. Non capisco perché ho detto quella frase, non la stavo nemmeno pensando, fatto sta che ha avuto successo nella sua missione, al momento la mia priorità è tenere mia sorella al sicuro e felice.

Pochi minuti dopo vado verso le stalle del palazzo. Trovo Erodin già pronto, equipaggiato con tutto quello che avevamo prima. Lo prendo per le redini e inizio ad avviarmi verso la porta. Mi fermo per aspettare mia sorella e nel mentre mi raggiunge mia zia. In mano porta una collana della quale non riesco a vedere il ciondolo poiché lo ha nascosto tra le dita.

"In questo mondo la vita ci riserva sempre delle sorprese, buone e cattive. Ricorda che il tuo cuore è la voce più affidabile che puoi ascoltare, sarà quello che ti aiuterà a scegliere nei momenti più difficili. Non lo dimenticare Aliris" Mi dice guardandomi dritto negli occhi, mentre mi passa una mano sul viso. Abbassa lo sguardo sulla sua mano, quella con la collana, la apre con cura e la prende per la lieve e quasi impercettibile catena bianca che sorregge un piccolo cuore.

"Questo era di tua madre, gliel'ho dato quando eravamo bambine. Lo ha portato per molti anni fino a quando non l'ha persa, mentre correva per questi boschi" Dice guardandosi intorno con l'aria che le scompiglia leggermente i capelli "L'ho trovato una cinquantina di anni fa. Ero tentata di ridarglielo, ne sarebbe stata contenta, ma poi ho pensato che forse servirebbe di più a te. Questa collana è stata forgiata nel profondo del oceano, dalle sirene. Hanno usato un tipo di vetro che si collega ai sentimenti del portatore, e che quindi cambia le sue sfumature di colore rispetto a quel che provi nel momento" Mi dice mentre me lo mette al collo.

Mi arriva leggermente sotto le clavicole. Il colore non cambia, continua ad essere bianco con qualche sfumatura azzurra, come se fosse congelato. Mia zia sorride e non riesco a non chiederle la domanda che nasce dentro di me "Perché non cambia?" "Temo che questo lo dovrai scoprire da sola" Mi dice continuando a sorridere.

Interrompe il contatto visivo mia sorella che si precipita verso la regina abbracciandola. Una volta che si stacca la faccio salire sul cavallo e guardo mia zia per l'ultima volta. La abbraccio fortemente e lei fa nello stesso modo con me. " Non guardare indietro. Vai, vola con il tuo destriero così che arriviate da Elrond entro la sera" Dopo queste parole mi stacco dalla sua presa e salgo su Erodin. Mi giro verso la porta e sospiro rumorosamente. Riapro gli occhi e presa da un'onda di coraggio inizio a cavalcare il mio cavallo il più velocemente che posso, senza guardare indietro...

Ciao a tutt*, questo è il capitolo di questa settimana. Spero vi piaccia, se è così lasciate una stellina!.
Dalla settimana prossima le cose inizieranno a cambiare, tra poco sarete contente di quel che leggerete.
Grazie per aver letto questo capitolo!

Crystallized Heart||Legolas Greenleaf||Where stories live. Discover now