Capitolo 8

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"Ti voglio dire,
che ti voglio
dire, che ti
voglio dire, che
voglio dirti, che
ti voglio dire,
che ti voglio."
(Timur Kibirov)
~~~

Grace
"Tu." Hunter pronuncia queste sillabe a denti stretti.

La sua voce fuoriesce dalle sue labbra con la morbidezza del velluto, ma riesco a scorgere l'emozione che si cela dietro il suo tono perfettamente calibrato: fastidio.

Lo capisco dal modo in cui il suo corpo si è irrigidito alla mia sola vista, lo capisco dal suo collo teso, dalle mani serrate lungo i fianchi, dalla mascella tagliente serrata in una morsa.

Mentirei spudoratamente a me stessa se dicessi di non godere di queste sue reazioni impetuose, del modo in cui sembra accendersi di rabbia quando gli sto davanti.

È inebriante.
Terribilmente inebriante.

"Vediamo un po'...." Parlo ad alta voce, picchiettando il mio mento con l'indice. "Sai fare altro oltre che comportarti da stronzo e scopare con chiunque abbia un paio di gambe?"

Ogni tagliente parola lascia le mie labbra a folle velocità e, quando termino la domanda, il mio cuore sta pompando furiosamente, infiammato di audacia e adrenalina.

Osservo la reazione di Hunter: è immobile, di fronte a me.

Lo sguardo mi cade sulla sua cintura che è ancora fieramente slacciata e, da quel punto, faccio strisciare i miei occhi fino al suo virile volto.

Mi aspetto che i suoi occhi si infiammino di cocente rabbia e invece, inaspettatamente, sulle sue labbra sboccia un sorriso.
Assomiglia più ad un ghigno trasudante trionfo e potenza, ma senza dubbio non è la risposta che aspettavo alla mia provocazione.

"Potrei fare la stessa domanda a te, non credi?" Mi chiede con voce distante.
"Anche tu sei venuta quassù per cercare un'insipida scopata senza impegno, no?"
I suoi denti perfetti sembrano brillare come quelli di un felino sotto le luci del corridoio.

Arretro con il corpo di scatto, come se le sue parole mi avessero colpita.

Cristo santo, questo ragazzo parla con strafottente sicurezza e se ne frega di chi gli sta di fronte.
Mi domando come sia riuscito a conservare intatto quel suo bel faccino se questo è il suo modo di conversare con la gente.

"Sai..." Ribatto sdegnosamente indicando con un pollice verso la direzione nella quale è sparita la ragazza di poco fa. "Non credo che la tua fanciulla sarebbe felice di essere definita come un'insipida scopata."

Il sorriso che gli incurva crudelmente la bocca sembra allargarsi ancor di più sotto il peso delle mie parole.

È adesso che Hunter inizia a muoversi: avanza lentamente verso me, incurante di risultare reduce da un'insipida scopata, così come l'ha definita, con la cintura ancora slacciata, la maglia sgualcita e la pelle macchiata di rossetto.

Sotto i suoi passi, le luci al soffitto illuminano i suoi ferini occhi blu, rendendo il colore delle sue iridi ancor più trasparente e cristallino.

È ingiusto, lui è ingiusto.
Il suo corpo imponente, il viso dalle delicate proporzioni e dai decisi rilievi, quegli occhi zaffiro: come può un involucro così bello ricoprire qualcuno di così intollerabile?

𝗟𝗢𝗡𝗧𝗔𝗡𝗢 𝗗𝗔 𝗧𝗘 Où les histoires vivent. Découvrez maintenant