XXIV - ᴀ ᴘᴇʀꜰᴇᴄᴛʟʏ ɢᴏᴏᴅ ʜᴇᴀʀᴛ

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Yamaguchi Tadashi non era coraggioso.

I suoi problemi di scarsa autostima lo avevano spinto ad affidarsi agli altri fin dall'infanzia.

Da persona timida, dipendeva da pareri esterni per quanto riguardava la definizione del suo stesso valore, sia come persona che come capacità.

Si sentiva spesso vulnerabile e diffidente nei confronti del mondo.

Yamaguchi Tadashi non era, in nessun modo, coraggioso.

Ma questa volta, nonostante l'insicurezza, decise che lo sarebbe stato.

-Yachi!- chiamò, girando attorno al tavolo -Potresti aiutarmi a stendere questo telo?-

Aveva liberato la superficie da tutti gli intrugli e le fale che suo padre armeggiava quotidianamente.

La ragazza accorse senza farselo ripetere due volte.

-Prendi.- disse lui, passandole un lembo del lenzuolo -Facciamo in modo che... uh...-

-Iwaizumi.- suggerì il ragazzo dal ciuffo corvino.

Yamaguchi annuì frettolosamente.

-Facciamo in modo che Iwaizumi-san possa stendersi.-

Gli amici del ragazzo ferito lo trasportarono all'interno della clinica.

Tsukishima si posizionò accanto a Yamaguchi, osservando la scena con un'espressione imperscrutabile.

-Andrà tutto bene.- continuava a ripetere lo sconosciuto dal mantello scuro.

Quando due braccia lo adagiarono sul tavolo, Iwaizumi urlò di dolore.

-Fa male.- brontolò, affannato.

I suoi occhi erano smarriti e sciupati.

-Oikawa?-

-Sono qui.- rispose subito il ragazzo alla sua sinistra, prendendogli la mano. -Andrà tutto bene.-

Yamaguchi posò il palmo sulla sua fronte umida e gli prese il polso.

-Stai andando in tachicardia.- disse -Pallore, sudorazione, respiro frequente. Se la pressione subirà un ulteriore abbassamento, la tua pelle assumerà un colorito bluastro e...- si bloccò prima di finire la frase.

Oikawa aumentò la presa.

-Va bene.- mormorò Yamaguchi, dando voce ai suoi pensieri disconnessi. -Va bene. Te la caverai. Mi serve solo...-

Si guardò furiosamente attorno, mentre centinaia di domande gli fluivano in mente.

C'era di mezzo la vita di una persona.

Ogni errore sarebbe stato fatale.

Cosa avrebbe fatto suo padre?

-Pulire l'infezione.- suggerì Yachi.

-Sì!- si risvegliò il ragazzo.

Dopo aver armeggiato con le ampolle del bancone, tornò al tavolo con una fiala tra le dita.

-E' un unguento.- spiegò ai presenti -Farà un po' male.-

Iwaizumi non lo fermò.

Spostò delicatamente il bendaggio e gettò a terra la stoffa macchiata.

Il taglio occupava la maggior parte della coscia esterna.

Era profondo, di un acceso rosso carminio che non prometteva nulla di buono.

Non gli era mai capitato tra le mani un paziente ridotto così gravemente.

Fece cadere qualche goccia sulla ferita, e la reazione fu immediata.

Long LiveWhere stories live. Discover now