XXII - ɪꜰ ᴛʜɪꜱ ᴡᴀꜱ ᴀ ᴍᴏᴠɪᴇ

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-Kenma.- sibilò, sperando che il ragazzo potesse sentirlo -Scappa dalla finestra.-

Quando il mostro spiccò un salto, Akaashi riuscì ad abbassarsi quel tanto che fosse necessario per aver salva la pelle.

La creatura sorvolò il corpo rannicchiato e si schiantò sulla mensola, emettendo un guaito di sorpresa.

Keiji balzò subito in piedi e si affrettò a raggiungere il lato opposto della stanza.

Si guardò indietro una sola volta e il terrore prevalse sulle altre emozioni.

L'essere deforme scivolò sul pavimento con un inquietante sibilìo.

La pelle azzurrina gli ricordava il colore della muffa.

Aveva un aspetto scarno e malnutrito, mentre le costole erano ben visibili.

Mani e piedi si dividevano in sole tre dita, che terminano con artigli bianchi e aguzzi.

La testa calva seguì i movimenti di Akaashi, rivelando qualche ciuffo color paglia raggruppato attorno alle le orecchie appuntite.

Il viso era affusolato, e il naso sproporzionato rispetto alle spesse labbra violacee stirate in un ghigno.

L'unico occhio dalla sclera giallognola si fermò su Akaashi, contemplandolo, e la lingua sporgente si leccò i denti.

Se non si fosse già trovato così distante, il principe sarebbe rimasto paralizzato sotto di lui.

Keiji camminò alla cieca, avvertendo lo spaventoso desiderio di stramazzare al suolo.

Le fiamme avevano divorato quasi tutto l'ossigeno della stanza.

Si trascinò dietro una sedia polverosa e ansimò a fatica.

Più il mostro si avvicinava, e più Akaashi stringeva lo schienale al petto.

Sapeva di non avere alcuna speranza, perchè quel misero scudo non gli avrebbe fornito nessuna protezione.

Prima che la creatura gli fosse nuovamente addosso, le sue mani saettarono sull'impugnatura della spada.

"Sono morto" pensò, colto dalla disperazione.

Ma quando il demone si lanciò in avanti con le braccia tese, gli occhi di Akaashi viaggiarono lungo il corpo disgustoso fino a trovare un punto debole.

I suoi polmoni esplosero in un urlo roco e la spada roteò su sè stessa.

Uno zampillo di sangue caldo si rovesciò dal taglio, colorando di rosso la fronte del ragazzo.

Akaashi spinse la spada in orizzontale e tranciò una parte dell'avambraccio mostruoso.

Quando la creatura abbassò la guardia, il ragazzo passò l'arma nella mano destra e sferrò un montante a partire dal basso.

La punta di bronzo penetrò nella pelle come se fosse fatta di burro.

Il mostro guaì dal dolore e indietreggiò con il volto coperto.

Il colpo verticale gli aveva sfregiato l'intera palpebra, portandosi con sè l'unico occhio buono.

Lacrime dense e scure bagnarono il pavimento sotto di lui.

Akaashi lanciò un'occhiata alla lama intrisa di sangue e si preparò all'attacco successivo.

Non era così stolto da pensare che avrebbe avuto la meglio solo perchè il suo avversario era diventato cieco.

L'essere deforme ringhiò un avvertimento e il ragazzo portò la spada dinnanzi al petto.

-Avanti. Che cosa aspetti?- disse, più a sè stesso che al mostro.

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