Capitolo 3

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Che bello svegliarsi senza che la sveglia suoni alle 6 del mattino con quel suono che entra nelle orecchie tormentandole come se ti implorasse di distruggerla, penso mentre apro gli occhi stiracchiandomi in quella stanza poco illuminata da quel poco di luce calda che entra da delle minuscole fessure della finestra, controllo l'ora e siccome sono già le 09:00 am mi alzo per andare a rinfrescarmi poi vado in cucina preparando con calma la colazione dato che il giovedì è il mio giorno libero. Ripenso alla telefonata del giorno prima con ancora un sorriso stampato nel volto mentre preparo il mio caffè e i miei pancake, sono così impaziente per la prossima chiamata e so per certa che oggi finisco al manicomio col tenente per vederlo...sospiro 'stupida impazienza' però mi manca poterlo vedere e questa mia voglia di andare li subito beh, direi che sia più che ovvia dopo due fottuti anni. Finisco di fare colazione e dopo essermi preparata velocemente corro alla stazione di polizia, e tutti sappiamo dove sono diretta: il tenente Williams; entro nel suo ufficio senza nemmeno bussare attirando la sua attenzione <<Signorina Miller, a cosa devo la sua presenza stamani?>> <<Non faccia finta di saperlo tenente, piuttosto mi chiedevo se poteva portarmi al manicomio...da Spencer>> sospira mentre mi siedo <<Va bene, ma in questo momento avrei da fare perciò torni tra un'ora>> sorrido però mi sforzo nel contenermi dal sprigionare la mia felicità <<D'accordo, però mi dia del tu>> <<Sono pur sempre un->> <<Del tu.>> ridacchia <<Va bene Miller ti darò del tu, a dopo>> sorrido ed esco dall'ufficio andando alla biblioteca vicino alla stazione di polizia, nella speranza di distrarmi per un'ora senza rompere a Williams in continuazione come probabilmente avrei potuto fare, ma stranamente non l'ho fatto. Il tempo scorre troppo lentamente ed io sono seduta sul pavimento in un angolo quasi nascosto in una stanza in cui ero solita ad andare, a leggere uno stupido manuale sul manicomio pensando solo ed esclusivamente a lui e a come potrebbe reagire dal momento che non sa nulla della visita...stringo il libro alzandomi e lo ripongo al suo posto nello scaffale, poi mi metto a girare tra gli scaffali cercando qualcosa di interessante senza però trovare nulla di che, mi arrendo andando alla macchinetta e me ne approfitto per prendere un tè caldo. Inserisco la quota richiesta in monete e pigio i tasti '4-9', il bicchiere scende insieme allo zucchero e il suo cucchiaino a stecca; una volta pronto lo prendo stando attenta a non bruciarmi e mi siedo sul divanetto guardando l'orologio mentre aspetto che si freddi leggermente. Quando finalmente è passata un'ora butto la tazzina vuota e torno alla stazione aspettando Williams che non tarda ad arrivare <<Come hai passato il tempo?>> dice andando all'auto mentre lo seguo <<Sono stata alla biblioteca in cerca di qualcosa per passare l'ora ma non ho trovato nulla>> ammetto salendo al posto del passeggero, l'auto parte e il mio sguardo va subito sul paesaggio che scorre dal finestrino <<Entrerai con me, vero?>> <<Certamente, non so quanto ti convenga entrarci da sola>> dice prontamente <<Grazie...come lo porto fuori?>> <Non ne ho idea, vedremo cosa posso fare ma nel caso se si comporterà bene uscirà per buona condotta>> effettivamente c'è anche l'opzione buona condotta a cui non avevo pensato <<Si ma in due anni non è successo>> <<Probabilmente gli serve uno stimolo per comportarsi bene>> ha ragione, sicuramente la parte di Krueger ha fatto qualche casino per protestare, dopotutto lui è fatto così quando prende il controllo nel corpo di Spencer. Il cartello 'New Jersey' indica che siamo appena entrati ed io sono talmente felice che il mio cuore lo sento letteralmente in gola che batte forte e veloce, le mani tremano e le mie labbra sono incurvate in un sorriso da quando ho visto quel dannatissimo cartello...poi arriviamo dopo qualche quindicina di minuti davanti ad una struttura gigantesca chiusa da un enorme cancello con su scritto 'Greystone Park', prendo un respiro profondo mentre Gregory (tenente Williams) parla con la guardia dentro una cabina che fa aprire il cancello concedendo l'accesso. Un sacco di finestre colgono la mia attenzione, attraverso una di quelle si intravede qualche paziente mentre d'altro canto si sente qualcun altro che urla dentro quella struttura bianca, accompagnata da Williams entro dentro la struttura e dopo aver chiesto di Spencer ci sediamo nella sala incontri: una stanza grande con pareti bianche e grigie illuminate da delle finestre con dei tavoli grigi, è tutto così triste...povero Spencer penso finché una porta non scatta e dei passi si avvicinano al tavolo <<Elisa..>> quella voce, subito alzo lo sguardo sorridendo e trattenendo quelle lacrime che minacciano i miei occhi <<Spenc->> non finisco nemmeno la frase che vengo interrotta dai miei piccoli singhiozzi <<Non piangere>> mi avvicino abbracciandolo, nonostante lui non possa farlo per via della camicia di forza sento che vorrebbe farlo, <<Non c-ci riesco Spencer>> ammetto balbettando tra i singhiozzi mentre le mie guance continuano a rigarsi con le lacrime, mi era mancato così tanto <<Se solo potessi abbracciarti...>> mi stacco tirando su col naso e rivolgo il mio sguardo a Williams <<Puoi...>> lui annuisce e dopo aver parlato con la guardia gli toglie la camicia tenendolo sottocchio <<Tranquillo, non faccio nulla>> dice Spencer riferito alla guardia per poi abbracciarmi, facendomi sentire protetta, le sue braccia mi avvolgono rendendomi piccola così mi accoccolo tra le sue braccia calmandomi <<Mi sei mancata così tanto, anzi ci sei mancata>> sorrido asciugandomi le lacrime mentre ci sediamo al tavolo <<Anche voi e credimi, non sai quanto>> mi prende una mano stringendola tra le sue più grandi, avvolgendola e riscaldandola <<Ora che sei qui sono più felice, però non perdiamo tempo...ho molte cose di cui parlarti e che forse non ti ho mai detto>> lo guardo incitandolo a continuare <<Ti ho mai parlato di mio padre?>> nego con la testa guardandolo <<Ecco, lui è stato la causa dei miei traumi e di Krueger>> non me l'aspettavo <<Owh mi dispiace Spencer>> <<Ho scoperto solo da poco che lui si trova in questo manicomio...non ne sapevo e tra qualche giorno lo mettono in una stanza come la mia per 'buona condotta'>> dovevo sapere di più <<Spencer, che ha fatto tuo padre?>> <<Lui si fa chiamare con una specie di nome d'arte, Hannibal Lecter. Torturava ed uccideva nei modi peggiori le persone e le serviva a tavola...un giorno mi obbligò a mangiarla e non è l'unica cosa che fece...ma preferisco evitare>> mi zittisco per un momento <<Devo portarti fuori da qui.>> La guardia mi avverte che l'orario di visita sta per terminare così ci alziamo e gli prendo il viso unendo finalmente le nostre labbra che fino a quel momento non si erano potute toccare e si erano desiderate tanto, un bacio casto con qualche lacrima che bagnava le nostre labbra, dopo averlo salutato la guardia lo porta via rimettendogli la camicia e io vado via con Williams, tornando a Los Angeles.

The pleasure of risk - sequel Your American Nightmare || Spencer CharnasWhere stories live. Discover now