Capitolo 11 - Una cena a tre

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Mancavano solo due settimane alla partenza per Amsterdam.

Ci trovammo spesso per scrivere il video di "Brividi" e per sistemare la canzone, ormai mi ero praticamente trasferito a casa sua, Giulia la vedevo poco, riversavo tutte le mie energie sul lavoro e su Ale. Eravamo entrambi emozionati, tra noi c'era una sintonia disarmante, passavamo intere giornate in casa senza accorgerci del Mondo che ci circondava.

R: "Sogno di volare con te su una bici di diamanti."

A: "Nel video dobbiamo essere in bici e pedalare fortissimo, verso dove ancora non lo so."

R: "Non vedo l'ora di partire e di stare con te, ci facciamo prendere un appartamento per me e te invece di due camere d'albergo? Voglio passare le notti senza destare sospetti."

A: "Certo, chiamo subito il mio agente."

Era un mondo totalmente nuovo per me, stavo con una persona di undici anni più grande, provavamo abiti, tutti ci accoglievano come delle star, mi trovavo a scrivere musica, sceneggiature e ad essere interpellato per ogni minima decisione. Avere Ale al mio fianco era una fortuna immensa, mi sembrava di vivere al centro di un tornado ma io, con lui di fianco ero calmo.

R: "Ale, ti va se andiamo a cena con Giulia una di queste sere prima di partire?"

A: "Se ti fa stare bene io ci sono."

Le scrissi un messaggio, so che anche lei era molto impegnata in questo periodo però mi sentivo un pochino in colpa per averla trascurata in queste settimane frenetiche.

R: "Ciao Giuli tutto bene? Ti va di venire a cena con me ed Ale questa sera? Ci vediamo direttamente al ristorante verso le 20:00?"

G: "Mi farebbe molto piacere, è da un sacco che non ci vediamo, ormai stai più con Ale che con me...dovrai farti perdonare."

R: "Dai dopo vengo a casa con te così stiamo insieme. Mi farò perdonare..."

G: "Ti Amo, a dopo."

Misi da parte il telefono, bloccai lo schermo.

Con chi volevo stare? Ma soprattutto quella sera l'avrei passata con lei e non con Ale, mi sembrava così strano.

R: "Ale, questa sera dormo a casa."

A: "Lo so che andrai a casa con Giulia."

R: "Scusa...non voglio fare casini da nessuna delle due parti."

A: "Lo so Riki, ci sono abbastanza abituato, non è la prima volta. Basta che tu sia sereno, che non te la vivi male."

Io ero tranquillo, certo, mi sarebbe risultato strano, ormai condividevo tutto con Ale.

Passammo la giornata facendo le solite cose e stando insieme, ormai era ora di cena, Giulia mi scrisse che si stava preparando, io volevo arrivare al ristorante prima di lei.

R: "Ale ti muovii! Voglio andare lì prima che arrivi Giulia e prendere il tavolo."

A: "Dammi un secondo e sono pronto, quanta impazienza!"

Finalmente uscii dal bagno, era fighissimo in quei pantaloni neri e in quel maglioncino stretto a collo alto, look total black con l'orecchino che attirava tutta l'attenzione con quel luccichio.

R: "Sei stupendo."

A: "Grazie lo so. Dai muoviti, sei in ritardo."

Me lo urlò da fuori la porta di casa, mi misi a sorridere sentendo i suoi passi correre giù per le scale.

R: "Dai stupido, aspettami!"

Ci fermammo davanti al portone a darci qualche bacio prima di aprirlo.

Arrivammo al ristorante, avevamo chiesto un tavolo tranquillo, Ale si sedette e chiese subito una bottiglia di vino, un bianco frizzantino, giusto per brindare.

G: "Ciao splendori! Ma quanto siete belli, sono fortunatissima questa sera."

R: "Ciao Amore mio! Sei stupenda anche tu!"

Aveva un vestito nero corto, stretto in vita, un cappotto largo e degli stivaletti con il tacco. Era veramente bella.

A: "Giulia che piacere, finalmente ci si può parlare e conoscere con calma. Sono onorato."

G: "L'onore è tutto mio."

A: "Che dite iniziamo con un brindisi?"

G: "Certo!"

A: "All'Amore?"

Ale ci guardò entrambi, prima Giulia e poi me.

G: "All'Amore"

Giulia mi guardò e mi diede un bacio, Ale mi porse il suo calice, aveva una strana luce negli occhi, non riuscivo bene a decifrarla. Ma non avevo tempo di capire cosa gli passasse per la testa, avevo davanti a me due tra le persone più importanti della mia Vita di quel momento e volevo godermele entrambe.

Finimmo quasi subito la bottiglia di vino, Ale ne ordinò un'altra. Passammo una bellissima serata, Ale fece a Giulia una miriade di domande, era curiosissimo. Giulia fu talmente impegnata a rispondere alle sue domande che non gliene fece nemmeno una.

A: "Andiamo a bere qualcosa nel locale qua a fianco?"

G: "Tu Riki che dici? A me piacerebbe andare."

R: "Allora andiamo."

Le risposi sorridendo porgendole il cappotto.

A: "Conosco il barista:"

E prese a braccetto Giulia, rimasi leggermente indietro a guardarli, erano così belli.

A: "Dai Riki vieni qua con Noi!"

Li raggiunsi, camminavamo per la strada con Giulia al centro tra me e lui.

Giulia ballò e cantò con Ale, io per la maggior parte del tempo li guardavo seduto al bancone. Avevo mille sentimenti contrastanti, era così bello vederli insieme e allo stesso tempo era così bello averli entrambi. La serata finì quasi due ore dopo, Ale ci salutò fuori dal locale, Giulia era un pochino brilla, la riportai a casa e la misi a letto, la guardai addormentarsi.

Sentii vibrare il telefono, era un messaggio di Ale.

"Questa sera manchi qua di fianco a me."

Come nascono i BrividiWhere stories live. Discover now