Capitolo 8 - Un mare dove non tocchi

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Ero furioso, non volevo che nessuno potesse pensare a noi due, avevo paura di mille cose.

A: "Si. Questa mattina ho riascoltato la registrazione e mi è sembrata perfetta e gliel'ho mandata a Michi."

R: "Ma se capisce? Perché non abbiamo registrato in studio con lui? Perché le parti sono arrivate insieme e non separate?"

A: "Gli ho detto che ieri sera ti ho invitato a cena per conoscerci meglio ed è venuto fuori un processo creativo spontaneo, gli ho chiesto massima riservatezza ovviamente. Non sono uno sprovveduto! Poi è Michi, lo sai che ci si può fidare."

Effettivamente Michelangelo è una persona stupenda che si fa poche domande. Riuscì a tranquillizzarmi, ma ancora non del tutto, avevo alcuni pensieri che mi martellavano, lentamente mi calmai.

A: "Ho comprato qualcosa di buono e del vino, preparo io il pranzo che dici?"

Scossi solo la testa in un cenno di assenso ma rimasi ancora imbronciato.

Lui si avvicinò, mi diede un bacio leggero e mi accarezzò la testa.

A: "Stai tranquillo, nessuno sospetta nulla, non stare in ansia per queste sciocchezze. Godiamoci la nostra giornata."

Non ero affatto tranquillo, per la prima volta pensai a Giulia a cosa avrebbe fatto se l'avesse scoperto, ma era veramente una sensazione stranissima, nessuno sapeva di Noi e non avevo intenzione di confidarmi con nessuno. Mi sentivo sospeso in una situazione di realtà non del tutto reale. Ero solo io a sapere di questi sentimenti, ero solo io a poter decidere se farlo sapere o meno, le emozioni che provavo con Ale erano talmente forti da farmi uscire dalla mia dimensione, la vista si annebbiava, la testa si svuotava, sentivo un gran calore bruciante e mi dimenticavo della mia vera vita.

Fu un'altra giornata indimenticabile, ci addormentammo insieme ma, alle 3 del mattino di colpo mi svegliai, guardai la luna, era una serata limpida, decisi di uscire e tornare a casa. Lo guardai come dopo la prima notte passata insieme ed uscii di casa.

Scesi di corsa per le scale, mi fermai al portone per vedere se c'era qualcuno fuori, uscii e presi la bici, corsi velocissimo verso casa, me lo sentivo che era l'ennesimo errore.

La mattina dopo andai a casa di Giulia con la colazione, erano ormai tre giorni che non ci vedevamo, le dissi che avevo chiuso la canzone e che avevo mandato il mio pezzo a Michi, che gli era piaciuto tanto.

G: "Fammelo sentire daiii!"

R: "Nono sorpresa! Manca ancora la parte di Ale, quando sarà finito te lo farò ascoltare subito."

Mentii, ma non avevo molta altra scelta.

G: "Ok va bene allora posso aspettare."

Ormai era pomeriggio e di Ale non avevo ricevuto nemmeno un messaggio, andai in studio da Michi.

R: "Michiiii!! Sono tornato!"

M: "Oh finalmente! Mi sembra di non vederti da una vita. Ho una cosa da farti sentire."

Aveva sistemato la nostra traccia, non era ancora finita ovviamente, però me la fece ascoltare e fu una cosa sensazionale, era veramente emozionante.

R: "Chiamiamo Ale per registrarla live insieme?"

M: "Ale non può, ha detto che andava via, credo con suo moroso per qualche giorno."

Mi si gelò il sangue e di nuovo quella sensazione di bruciore sulle guance, rimasi un secondo senza fiato, mi veniva quasi da piangere. Mi consideravo invincibile e invece anche Ale poteva ferirmi.

R: "Ah beh, bene così. Faremo più avanti allora, fammi sapere quando è disponibile così ci becchiamo tutti qua in studio."

M: "Certo Riki! Non vedo l'ora di finirla e di registrarla!"

Salutai Michelangelo, in modo molto frettoloso ed uscii dallo studio, rimasi per quasi dieci minuti a fissare la foto che mi aveva mandato l'altra mattina, fissavo la sua chat, volevo scrivergli.

Era andato via, anche lui senza dire nulla, non me l'aspettavo, rimasi totalmente senza parole, ero di cattivo umore, affranto, un pochino incazzato con me stesso.

Passarono quasi due settimane, trascorsero con delle splendide giornate che faticavo a godermi, andai molto a correre e lo ammetto, passai più volte sotto casa sua, andai anche in palestra, scrissi qualche strofa un po' sconnessa qua e là per alcuni pezzi a cui stavo lavorando ma senza troppa convinzione, stetti di più con Giulia, quello forse fu l'unico punto realmente positivo.

*Suoneria iPhone"

Era Michelangelo.

M: "Hey Riki come stai? Domani 10:30 in studio, viene Ale a registrare. Ci stai?"

Le due settimane passate sparirono in un attimo, mi tornò quella sensazione di gelo addosso, un nodo in gola, la voce rotta.

A: "Certo. A domani allora."

E misi giù la chiamata.

L'avrei rivisto.

Come nascono i BrividiWhere stories live. Discover now