Capitolo 7- Io e Lui

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Passammo una notte indimenticabile, se i muri potessero esprimersi sarebbero scintille.

Fu lui a svegliarsi per primo quella mattina, mi preparò la colazione e mi svegliò portandomi il caffè a letto, le gambe ancora mi tremavano, non pensavo a niente solo a noi due insieme. Mi misi seduto nel letto, sorridevo, presi la tazza del caffè e la appoggiai sul comodino, gli chiesi di avvicinarsi per dargli un bacio, lo presi per le braccia e lo buttai nel letto.

Era così bello guardarlo sdraiato, lo baciai, lui ricambiò e mi prese per i fianchi, si ribaltarono le parti...mi baciò lungo tutto il petto e la pancia...

A: "Dai scemo, ho la colazione che si brucia."

Mi lasciò lì, lo guardai allontanarsi e decisi di alzarmi per guardarlo cucinare.

Aveva addosso dei pantaloni larghi e non indossava altro, il sole gli faceva brillare la pelle, le sue braccia e la sua schiena scolpita, rimasi fermo a scrutare ogni centimetro del suo corpo, dei suoi muscoli.

R: "Sai che ho scritto qualcosa questi giorni?"

A: "Anche io..."

R: "Non avevo dubbi..."

A: "Dai siediti che è pronto"

La tavola era apparecchiata per due, ormai erano le 11, mi aveva preparato un vero e proprio brunch, come piace a me. Per tutta la mattina parlammo di tutto, fu sensazionale, ci raccontammo un sacco di cose, più che atro fui io ad ascoltare i suoi racconti, le sue esperienze... diventava sempre più affascinante.

A: "Che ne dici di chiuderci in casa due giorni?"

Gli risposi di getto.

R: "Dico che mi sembra un'idea fantastica!"

Scrissi subito a Giulia che mi sarei preso una giornata per concentrarmi sul nuovo pezzo e misi nuovamente il telefono in modalità aereo, non volevo distrazioni.

Passammo l'intera giornata in pantaloni e petto nudo a baciarci, coccolarci tra letto e divano, a cantare insieme quando, al piano riconobbi la melodia di Michi.

A: "Ho sognato di volare con te, su una bici di diamanti.

Mi hai detto: sei cambiato non vedo, più la luce nei tuoi occhi.

La tua paura cos'è? Un mare dove non tocchi mai.

Anche se il sesso non è, la via di fuga dal fondo.

Dai, non scappare da qui, non lasciarmi così.

Nudo con i brividi."

Mi ricordai della seconda volta che ci incontrammo in studio e mi venne d'istinto continuare...

R: "A volte non so esprimermi.

E ti vorrei amare ma sbaglio sempre.

E ti vorrei rubare un cielo di perle."

Rimanemmo entrambi a bocca aperta, corsi a prendere il block notes che avevo nello zaino e cominciai a scrivere tutto, gli mostrai anche quello che avevo scritto a Firenze. Passammo ore e ore a suonare, cantare, scrivere e correggerci a vicenda.

Era ormai ora di cena, ordinammo del sushi ed aprimmo il vino.

È così assurdo quanto riesca a sentirmi totalmente estraneo al Mondo quando sto con lui, ero un altro Riccardo, estraneo alla relazione con Giulia, estraneo ma non troppo alla vita di Blanco, estraneo a tutto quello che avevo sempre considerato degno di significato. Davanti ad Ale tutto assumeva dei tratti diversi, particolari e più intensi.

R: "Mi hai stregato."

A: "Tu mi hai stregato."

R: "Sono serio...è così maledettamente stupendo stare con te"

A: "Anche per me, ma da te accetterei anche una bugia."

Non so perché ma rimasi senza parole, di colpo mi investì una malinconia opprimente e in quell'attimo di lucidità tutte le mie domande vennero a galla. Stavo vivendo in una bolla di sapone, come sarebbe potuto continuare tutto questo?

A: "Vivi quello che vuoi vivere e non preoccuparti di nulla, non ha senso farsi mille pare mentali adesso, lo capirai...ti serve solo un pochino di tempo, io non mi aspetto nulla da te"

Ancora una volta mi aveva letto nel pensiero.
Si avvicinò, le sue mani mi strinsero i bicipiti, mi passò la lingua prima sul collo e poi sulle labbra, ormai tutte le paranoie se n'erano andate, aveva un potere magico su di me, bastava così poco.

Ci addormentammo, sfiniti, un po' sudati, mano nella mano mentre il suo respiro mi accarezzava il collo.

Mi svegliai la mattina seguente e nel letto c'era un biglietto "Sono andato a fare la spesa, aspettami..."

Sbloccai il telefono, mi aveva mandato una sua foto, sorrisi. Avevo anche tante altre notifiche e tutte di Michelangelo, tra cui un vocale: "Ma Riki la vostra canzone è splendida, mi ha fatto venire i brividi è stupenda! Sono super gasato, adesso la sistemo e ve la rimando quanto prima! Sarà un successone ne sono sicuro, una cosa veramente inaspettata, bravissimo cucciolo!"

Ma in che senso? Perché Ale non mi ha detto nulla? Doveva dirmi che avrebbe inviato il pezzo! Ma poi, come l'aveva registrato? Non avevo ricordi nitidi.

Mi assalì una preoccupazione cieca che si potesse scoprire qualcosa, in quell'istante Ale rientrò, corsi alla porta.

R: "Ma perché hai inviato la canzone a Michi?"

Come nascono i BrividiWhere stories live. Discover now