Capitolo 2 - La chiamata

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Non capivo molto bene il perché di questa sensazione, mi sentivo folgorato, pieno di idee, stranito e felice.

Ovviamente chiamai subito Michelangelo e mi feci girare il contatto ma aspettai qualche giorno prima di ricontattare Alessandro.

È ormai scontato, ogni cosa che mi capita la devo dire a Giulia, mia morosa. Quella sera eravamo a cena fuori e le raccontai di aver incontrato Alessandro, ovviamente le dovetti specificare che si trattava di Mahmood.

G: "Maddai Riky ma è una cosa bellissima, com'è? Avete cantato insieme? Dimmi tutto sono troppo curiosa!"

R: "È stato molto umile, è veramente bravissimo a cantare, meglio che su Spotify. Non voglio dirti una cazzata ma probabilmente faremo qualcosa insieme, ha detto che vorrebbe risentirmi."

G: "Ma è una notizia splendida, amo guarda che voglio sapere tutto in anteprima ma sentimi qua, sai che amo il gossip ma lui è fidanzato?"

R: "la solita gossippara! Sinceramente non so ma se ti interessa proverò ad indagare."

G: "Vabbè dai era semplice curiosità, lo sai che sono una curiosona."

Amo Giulia così com'è, vorrei farli incontrare un giorno ma a che sto pensando non l'ho nemmeno richiamato.

Ci avviammo verso casa di Giulia dove avevo lasciato la bicicletta, non era troppo tardi erano quasi le 23 ma entrambi dovevamo rientrare presto, la salutai, con qualche bacio di troppo, ci trattenemmo fuori da casa sua qualche minuto in più e poi mi misi in sella.

Mi era improvvisamente venuta voglia di chiamarlo erano passati ormai 4 giorni ma era troppo tardi per chiamarlo, non avevo per nulla voglia di tornare a casa e me ne fregai dell'ora, lo chiami lo stesso.

A: "Pronto?"

R: "Ciao Ale sono Riky, Blanco, scusa per l'ora."

A: "Ah ma ce ne hai messo di tempo per richiamarmi, ma come mai a quest'ora?"

R: "Ero a cena fuori e volevo chiederti se hai voglia di berti qualcosa insieme tra poco al Cube...lo so che è una richiesta strana..."

Non mi lasciò nemmeno finire la frase...

A: "Certo, sono già fuori! Saluto e ti raggiungo lì, prendi già un tavolo se puoi.  A tra poco."

Mi misi a correre in bicicletta come se dovessi fare il più in fretta possibile, arrivai con il fiatone, legai la bicicletta e andai a prendere subito un tavolo, chiesi il più appartato di tutti, avevo voglia di parlargli.

A: "Ciao Blanchito, che piacere rivederti, certo un pochino insolito trovarsi una chiamata alle 23 ma insomma mi fa molto piacere. Che stavi facendo?"

R: "Ero a cena con la mia ragazza doveva andare a letto presto e io avevo voglia di stare ancora un pochino fuori e ti ho pensato."

A: "Ah ma quindi sei fidanzato, raccontami un pochino di questa storia! Ti devo svelare che sono un amante del gossip!"

R: "Tu e la mia ragazza avete lo stesso problema allora! Si chiama Giulia, ha la mia età stiamo insieme da un pochino e ci sto benissimo, è una persona molto tranquilla e simpatica, un po' pazza come me. Te la farò conoscere un giorno."

A: "Beh molto volentieri! Cosa beviamo? Due gin tonic vanno bene?"

R: "Certo benissimo!"

Non mi piace il gin tonic ma rimasi disarmato dalla sua convinzione. Provo un misto di ammirazione, senso d'inferiorità magari dovuto anche ai 10 anni che ci dividono e poi mi chiedevo ma perché ha risposto così convinto alla mia chiamata e perché adesso è seduto con me in questo bar?

A: "A cosa stai pensando?"

R: "A niente perché?"

A: "Non so ti vedo un pochino con l'aria da pesce lesso, sei stanco? Ti sei pentito di avermi chiamato?"

R: "No ma che dici! Stavo pensando ad una cosa: per caso sei fidanzato?"

Mi uscì così di getto senza pensarci troppo mi vergognai subito ma ormai non avevo più modo di tirarmi indietro, mi stava già rispondendo.

A: "Vedo che qui abbiamo un altro amante del gossip! Mi vedo con una persona, non so ancora se diventerà qualcosa di serio. Ma parliamo di musica...ci troviamo a scrivere qualcosina insieme nei prossimi giorni?"

Ebbi un tuffo al cuore.

R: "Con immenso piacere, non avrei mai pensato che potessi chiedermelo. Sono onorato."

A: "Ma come se sei bravissimo, immagino che le nostre voci possano fondersi in maniera perfetta siamo due opposti che insieme potrebbero diventare pazzeschi."

Bevemmo ancora altri due drink, Ale continuò ad ordinare anche per me. Ci alzammo dal tavolino, ormai erano le 2 e non vi nascondo che forse per l'ultima mezz'ora ci siamo solo guardati, non ho ricordi troppo lucidi.

Mi ricordo che uscimmo dal locale a braccetto e lui per salutarmi mi diede un bacio sulla guancia e una carezza sulla testa e mi disse: "Ti contatto io, ho paura che prossima volta mi chiedi di uscire alle 2 del mattino".

Tornai a casa ripensando a tutto quello che ci eravamo e non ci eravamo detti, andai a letto felice.

Mi svegliai con un pochino di mal di testa, erano le 11, era tardi e avevo già troppi messaggi sul telefonino.

Il primo che lessi era di Giulia: "Buongiorno Amore mio. Sono a fare delle commissioni e poi vado in palestra te come stai? Mi raggiungi dopo?"

D'istinto non le raccontai nulla della serata passata mi limitai a risponderle che oggi ero già impegnato e che mi sarei allenato insieme a lei domani.

Il mio unico pensiero era quello di correre da Michelangelo, mangiai qualcosa a volo, mi feci una doccia e presi di nuovo la mia bici bianca.

Entrai in studio urlando: "Buongiorno Michelangelo! Devo dirti assolutamente cosa mi è successo ieri sera!"
Dall'altra stanza una voce urlando mi ripose: "Eh dimmi! Cosa ti è successo?!"

Non era la voce di Michelangelo...

Come nascono i BrividiWhere stories live. Discover now