Capitolo 5 - Il suo appartamento

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Salimmo tre rampe di scale, ci fermavamo ogni dieci gradini per rincorrerci e guardarci, arrivammo davanti alla porta del suo appartamento, ero stranamente calmo ma eccitato.

Chiuse la porta alle mie spalle, accese solo una luce, era molto tenue e soffusa. Mi tolse il cappotto, lo posò sul divano accanto al suo. Non mi importava più di nulla, ero focalizzato solo su di lui, anche la finestra faceva entrare quella leggera luce, lui mi stava davanti e d'istinto gli afferrai la cintura dei pantaloni e lo tirai verso di me.

Ci baciammo, gli morsi le labbra, questa volta lo feci io, avevo la testa che mi scoppiava dalle emozioni, cominciai a sbottonargli la camicia mentre lo baciavo. Il suo collo profumava di buono, era caldo. Gli toccai la pelle dei fianchi, era morbida, aveva la pelle d'oca, mi tolse la maglietta e mi slacciò il bottone dei jeans.

Mi guardava intensamente, con un leggero fiatone.

A: "Sei sicuro?"

R: "Si."

Mi spinse sul letto, ero totalmente preso, sentivo la sua bocca, la sua lingua su di me mi baciò il collo mi morse il lobo delle orecchie, le nostre gambe si incrociavano, sentivo la sua pelle liscia addosso al mio corpo nudo.

Non credevo potesse succedermi, ero immerso in un turbinio di emozioni, sentivo il caldo della sua pelle, della sua bocca su di me...ci addormentammo abbracciati, stanchi e un po' sudati, lui che mi stringeva io che gli baciavo le dita.

Fu l'alba a svegliarmi il mattino seguente, il sole mi batteva giusto sugli occhi. Mi svincolai dalle sue braccia, cercando di fare il più lentamente possibile, lo guardai dormire qualche minuto e mi rivestii.

Diedi un'occhiata all'appartamento e me ne andai, ero confuso, mi sembrava di aver vissuto un sogno, tra realtà e finzione, mi sentivo come mai mi ero sentito.

Cominciai a correre, passai davanti al bar della sera precedente, mi fermai, come in preda ad una visione...noi due che ci baciavamo, la mia schiena contro il muro.

Presi una bici di quelle a noleggio che si trovano in giro per la città e andai a recuperare la mia bicicletta bianca che era rimasta tutta la notte sotto lo studio. Corsi a casa a farmi una doccia, mi cambiai mi preparai lo zaino con le prime cose che trovai e mi fiondai a casa di Giulia. La chiamai, era presto ma si era appena svegliata, mi aprì il cancello e mi fece entrare.

G: "Hey Amore che ci fai qui?"

R: "Follia! Prepara lo zaino, andiamo via qualche giorno!"

G: "Ma sei pazzo dove vuoi andare?"

R: "Niente domande, ho bisogno di stare qualche giorno da solo con te. Che ne dici di Firenze?"

G: "Si, ok va bene, non posso dirti di no...mi spiegherai durante il viaggio."

Spiegare cosa, non avrei mai potuto dirle quello che mi aveva spinto a prendere e scappare, era sorpresa ma per fortuna non troppo, ero un po' pazzo e questo lei lo sapeva bene, non dovevo troppo giustificare le mie azioni. 

Mentre si preparava mi chiamò Ale, rifiutai la chiamata, rifiutai anche la seconda, non avevo voglia di sentirlo, mi scrisse più messaggi, archivio la chat, avevo bisogno di capire quello che stavo provando.

R: "Giuly sei pronta? Il treno è fra 40 minuti."

G: "Arrivo, un secondo che prendo lo zaino."

Prendo il telefono e scrivo a Michelangelo: "Ciao Michi questi giorni sarò a Firenze con Giulia, ci sentiamo quando rientro. Vado a trovare ispirazione per il nuovo pezzo."

Metto in modalità aereo, mi dispiace per Ale ma non riesco e dare spiegazioni e non voglio nemmeno dirgli cosa sto facendo. È stato talmente bello, non sapevo cosa fare.

G: "Sono pronta. Andiamo!"

Scappammo in stazione e per fortuna non perdemmo il treno, entrammo ridendo con il fiatone, mi diede un bacio che mi lasciò spiazzato, ebbi un flashback della notte precedente.

G: "C'è qualcosa che non va?"

R: "No perché?"

G: "Così... cosa andiamo a fare a Firenze?"

R: "Sorpresa!"

Le diedi un bacio e ci andammo a sedere ai nostri posti, rigorosamente lato finestrino, uno di fronte all'altro.

Avevo la testa piena di pensieri, tutto il vuoto che avevo provato la sera precedente si era colmato di mille domande, di mille sentimenti contrastanti. Avevo davanti la mia ragazza e non mi sentivo in colpa, non capivo nemmeno se la sera precedente fosse stata frutto della mia fantasia o una cosa realmente successa. Non avevo dubbi sui sentimenti che provavo per Giulia ma nemmeno dubbi sui sentimenti che provavo per Ale. Ma ormai ero scappato lo stesso e mi andava bene così, dovevo allontanarmi da Ale almeno per qualche ora.

Mi addormentai.

G: "Hey amo, siamo arrivati. Dobbiamo scendere dal treno."

Come nascono i BrividiWhere stories live. Discover now