48. Answer the phone. Amanda, you're no good alone

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«D'accordo».

Alzo la mano debolmente appena incontro il suo sguardo e lui annuisce, pulendosi le mani sul grembiule mentre ci viene incontro.

«Prego, desiderate altro?» domanda cordiale, pronto a prendere il blocco note.

Lo fermo, «No, siamo a posto grazie. Invece, volevamo chiederti se conoscessi qualche locale da consigliarci per fare un post serata nella zona del centro».

«Oh, certamente!» poggia una mano sul fianco, «Preferite vicino alla spiaggia o in città?».

Guardo Scott, lui guarda me.
«Spiaggia».

«Allora vi consiglio il Baja Cantina, il Dive In oppure il Sunset» parla fin troppo velocemente.

Il mensa cosa? Non riesco nemmeno a pronunciarlo, figuriamoci a scriverlo su Google Maps.

«Quello più bello?» chiedo, forzando un sorriso. Sembrerò stramba per tutte queste domande.

«I drink alla fragola del Sunset sono fenomenali. Ti ubriachi che è una bellezza. L'ho provato sulla mia stessa pelle» ride, facendomi fare lo stesso.

«Qual è l'età minima per entrare?» tuona Scott, facendo voltare di scatto il ragazzo.

Aggrotta le sopracciglia, «In che senso?».

Il mio ragazzo si passa un dito sul colletto della camicia, assumendo un'espressione fin troppo seria, «Quel è l'età legale per poter bere? Lei ha diciotto anni».

Il biondo si volta nuovamente nella mia direzione, guardandomi visibilmente stupito, «Davvero? Non l'avrei mai detto, sembri molto più grande. Sarà perché hai i capelli biondi e sei slanciata».

Mi stringo nelle spalle, abbozzando un sorriso.
Cosa c'entra che ho i capelli biondi?

«Comunque non c'è assolutamente alcun problema. Solitamente non chiedono nessun tipo di documento, nemmeno in alta stagione» proclama, «Mio fratello e i suoi amici ci vanno sempre e sono più piccoli di te».

«Buona a sapersi» sentenzia Scott, per nulla in tono amichevole.

«Grazie per il consiglio, allora. Hai detto che si chiama Sunset, giusto?».

Mi strizza l'occhio, «Esattamente, Sunset come il colore dei tuoi occhi».

Mi blocco sul posto, confusa dalla sua affermazione. Poi mi rendo effettivamente conto di quello che ha detto e per poco non scoppio a ridergli in faccia. Devo trattenermi agganciandomi con le dita al tavolo per non farlo sul serio.

Scott sta per dirgli qualcosa di per nulla buono, data l'ira nei suoi occhi, ma qualcuno richiama la futura vittima, quindi indietreggia di alcuni passi, rischiando di inciampare.

«Scusatemi, devo andare. Felice di esserti, cioè esservi, stato utile. Spero di rivederti» spara a raffica parole senza senso, «R-rivedervi» balbetta, prima di scomparire tra i tavoli alla velocità del suono.

Silenzio.

«Cazzone».

Rido per la stramba situazione che si era creata, «Lascia perdere».

PATENTE E LIBRETTO, SIGNORINA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora