JJ Lawrence

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J e Johnny uscirono dallo sgabuzzino per mano. Ormai J sapeva cosa voleva. Amava Johnny e non lo avrebbe mai perso. Arrivarono al parcheggio e Bobby guardò J con sguardo fiero e lei sorrise.
"allora?" chiese Dutch e i due si guardarono
"si" disse J sorridendo e i ragazzi saltarono dalla gioia.
"Sono felicissimo per te" disse Bobby avvicinandosi a J e lei lo abbracciò
"tutto grazie a te" disse J senza staccarsi. Era felice. Aveva degli amici fantastici, un ragazzo fantastico, una vita fantastica. Ma aveva ancora un pensiero che le ronzava per la testa. Daniel. Voleva chiarire con lui perché infondo ci teneva a lui. Si avvicinò a Johnny appoggiando la testa al suo petto e lui la circondò con il braccio. Lei si strinse a lui che la guardò
"tutto apposto?" chiese accarezzandole il braccio
"si, si ero solo soprappensiero" disse la ragazza. Johnny le mise due dita sotto il mento alzandole il viso dolcemente.
"ti conosco come le mie tasche, che succede?" chiese il biondo e la ragazza circondò la mano di Johnny con la sua
"Daniel..." disse la ragazza provocando uno sguardo di disapprovazione da parte di Johnny.
"Lo so Johnny ma io ci tengo a lui e voglio chiarire con lui" disse la ragazza e Johnny le sorrise comprensivo
"se ci tieni tanto vai a cercarlo. Ti aspetto" disse e le diede un bacio sulla fronte. J sorrise
"ragazzi devo correre a fare una cosa, ci vediamo domani vi amo" disse lanciando un paio di baci nell'aria e corse all'interno della scuola dove trovò Daniel camminare a testa bassa per i corridoi.
"Daniel" disse lei e lui alzò lo sguardo.
"Oh, sei tu" disse lui
"posso parlarti?" chiese la ragazza giocherellando con il bracciale che le aveva regalato Tommy per il suo compleanno anni prima.
"una cosa veloce" disse il moro e la seguì in cortile.
"So che non vorrai ne vedermi ne parlarmi ma dovevo dirtelo. Mi dispiace. Tanto." disse la ragazza e Daniel la incitò a continuare.
"Sono stata meschina, avrei dovuto dirti che mentre cercavo di capire se mi piacevi davvero uscivo anche con Johnny. E ho fatto la mia scelta. Ho deciso ciò che mi ha consigliato il cuore. Ma tengo ancora tanto a te e spero che tu possa perdonarmi e volermi ancora come tua amica" disse J abbassando lo sguardo
"J..." disse Daniel. A J mancò un battito. Era la prima volta che Daniel la chiamava così da quando si erano conosciuti. Le piaceva come suonava quel soprannome nella bocca di Daniel.
"Io speravo in noi, davvero... ma non posso costringerti a stare con me." disse e J rialzò lo sguardo
"Ma ti voglio bene e sono grato del fatto che tu mi voglia ancora come amico" disse sorridendo e J gli si lanciò tra le braccia. Daniel la strinse a sé come se fosse l'ultima volta.
"Grazie" disse J quando si staccarono. Si salutarono e J tornò da Johnny
"com'è andata?" chiese il ragazzo sorridendo
"bene, è tutto apposto ora" disse la ragazza e gli lasciò un bacio a stampo
"sei felice ora?" chiese Johnny stringendola a sè e J gli legò le braccia attorno al collo
"si" disse la ragazza e sorrise.
Tornarono a casa e J scese dalla moto sfilandosi il casco.
"ti passo a prendere domani, non ritardare mi raccomando" disse Johnny sorridendo e J lo guardò e gli si avvicinò baciandogli quel sorriso perfetto.
"stai tranquillo non lo farò" disse lei lasciando le sue labbra premute su quelle di Johnny. Si diedero un ultimo bacio e lei rientrò. La scuola era finita e come da tradizione J e i ragazzi sarebbero partiti per la vacanza estiva che facevano ogni anno. I genitori di J avevano una casa in Florida e lei e i ragazzi passavano un mese li ogni estate. La ragazza rientrò sorridendo e andò a preparare la valigia per il giorno dopo. Finì di preparare la valigia e vide che stava per calare la sera. Decise di andare a fare un giro al parco accanto a Resida. Uno dei posti sicuri del gruppo. Amava quel parco perchè era li che aveva conosciuto Johnny e poi tutti gli altri (tranne Bobby che era diventato loro amico quando aveva iniziato a frequentare il cobra kai). Arrivò al parco e vide tanti bambini di tutte le età giocare tra di loro. Le venne in mente quando conobbe Johnny...
era la primavera del 1972. Era una giornata soleggiata e Janette Kyler una bambina dai lunghi capelli bruni legati in due trecce giocava con le sue bambole accanto alla panchina dove era seduta sua madre con il fratellino di Janette in braccio. Janette vide un fiore e decise che voleva posizionarlo tra i capelli della sua bambola che tanto amava.
"mamma posso andare a cogliere quel fiore?" chiese la bambina sorridendo e la madre annuì. Janette corse verso il fiore ma inciampò in un sasso e si scorticò il ginocchio. Si asciugò velocemente le lacrime e cercò di alzarsi. Già da piccola era molto forte e non amava mostrare le sue debolezze. Ma il ginocchio bruciava e sanguinava e la piccola non riusciva a camminare. Quando stava per cadere si sentì sostenere e convinta fosse sua madre lasciò uscire le sue lacrime girandosi verso chi l'aveva soccorsa ma al posto della sua mamma c'era un bambino. Biondo con gli occhi azzurri. Aveva dei capelli perfetti e gli occhi profondi che guardavano preoccupati la piccola Janette. Janette si asciugò velocemente le lacrime e il bimbo gli sorrise e l'aiutò a sedersi in una panchina vicino.
"perchè piangevi?" chiese il biondo
"io non piangevo" disse la bambina incrociando le braccia al petto.
"invece si" disse il bambino e Janette rivolse a lui la sua attenzione. Lo guardò e poi alzò leggermente la gonna rosa che le arrivava subito sotto alle ginocchia mostrando il taglio sul ginocchio
"fa tanto male?" chiese il biondo e la bruna annuì.
"tranquilla ci penso io" disse il biondo tirando fuori dalla tasca un fazzoletto perfettamente piegato in quattro. Corse verso una fontanella e lo bagnò leggermente e poi lo appoggiò con cautela sul ginocchio di Janette. Pulì la ferita e poi si infilò nuovamente le mani in tasca tirando fuori un cerotto azzurro.
"la mia mamma me lo ha lasciato per le evenienze" disse sorridendo e poi lo guardò
"è azzurro però. Mi dispiace era per me non pensavo di doverlo usare per qualcun altro" disse il biondo abbassando lo sguardo
"tranquillo, mi piace tanto l'azzurro" disse Janette sorridendo e il biondo le sorrise posando il cerotto sulla ferita il più piano possibile.
"come mai sei caduta?" chiese il biondo sedendosi accanto a Janette
"volevo prendere quel fiore per la mia bambola ma sono inciampata" disse la piccola e il bambino lo colse per lei
"ecco tieni" disse sorridendo e Janette lo prese timidamente
"grazie" disse sorridendo dolcemente
"come ti chiami?" chiese il biondo
"Janette, tu?" chiese la bruna sorridendo
"Johnny" disse il biondo e ricambiò il sorriso
"sai Janette è un bellissimo nome. Potrei chiamarti J" disse Johnny senza smettere di sorridere. Janette arrossì leggermente e annuì. Da quel giorno. I due bambini di vedevano ogni giorno in quel parco.

The Six Of UsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora