59. Vieni, posa la testa sul mio petto, ed io t'acquieterò con baci e baci

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Tuttavia, non riesco a capire perché le cose stiano andando in questo modo, come lei abbia potuto ferirmi così facilmente, come io le abbia permesso di scavalcare ogni pezzo della mia anima solo per metterla su un piedistallo che lei stessa sta sgretolando.

Siamo in un circolo vizioso: io costruisco, lei distrugge, io distruggo e lei incolla, io smusso i bordi e lei tagli via pezzi interi.

Andremo avanti così fino all'ultimo brandello?

Non sono arrabbiato.
Non sono arrabbiato con lei. Credo alle sue parole e sono convinto che Asher l'abbia baciata contro la sua volontà e che lei si sia trovata in una brutta situazione dalla quale non era facile uscire, soprattutto per un carattere come il suo. So anche che probabilmente sta male quanto me, che si sta dando milioni di colpe e che non avrebbe mai voluto che ci succedesse questo, che se solo lo avesse potuto impedire lo avrebbe fatto.

So tutto quanto, lo capisco e lo posso accettare, ma non posso dimenticare che sia accaduto.
Non riesco proprio ad ignorare come mi ha fatto sentire e quello che sto provando.
Farei un torto a me stesso se cancellassi con una passata di carta umida questo episodio e ripartissi da zero. Non sono quel tipo di persona, non riesco a farmi scivolare addosso ciò che mi fa male o mi turba, sopratutto quando si tratta di Amanda.

Prendo tutto troppo sul personale, anche se non lo do a vedere e pretendo che non me ne freghi un cazzo. L'ho sempre fatto, è un modo per sopravvivere e cercare di non rimanerci male per ogni cosa. Ed è divertente ma incredibilmente triste allo stesso tempo pensare quanto sia allettante l'abitudine di rinchiudere tutto in un cassetto lontano e buttare via la chiave. Fa ancora più male ricordare esattamente dove questa chiave sia finita, ma pretendere di non saperlo fino al momento in cui se ne ha bisogno.

La mente è un luogo strano. Funziona tutta a modo suo. Un giorno sta bene, l'altro ti tormenta fino a quando non ti addormenti e dimentichi tutto o pretendi di farlo per trovare respiro il mattino seguente.
Non stavolta. Se lo facessi ancora sarebbe troppo. Con Amanda ho ingoiato volta dopo volta, in continuo, un boccone talmente amaro da chiudermi lo stomaco in una morsa.
Ora non ho più fame. Ho raggiunto la sazietà.

Quindi no, decido io stesso, a mie spese, di ricordare perfettamente, ma mi riprometto di farlo con razionalità, senza farmi divampare dalla rabbia e dal dispiacere immenso. Che non sia una botta improvvisa, piuttosto che arrivi a tratti, poco alla volta.

Una furia è stata liberata proprio ad una settimana dalla partenza e noi ne siamo rimasti travolti. Non ci voleva. Non serviva anche questo proprio adesso.
Stavamo bene, sembrava che ci fossimo ritrovati, che le cose si fossero finalmente calmate e che fossimo in grado di affrontare la situazione con calma e serenità. A quanto pare era solo un'apparenza, perché è bastato uno stupido ed insignificante bacio a spezzare un equilibrio che, pur essendo precario, per noi era perfetto ed era ciò che ci faceva reggere in piedi, mano nella mano.

Ora, Amanda ed io, siamo di nuovo distanti.
Forse non siamo nemmeno un noi, a questo punto. Non lo so. Non so più cosa pensare o su cosa essere sicuro, cosa volere o fare.
Non so se riusciremo a riavvicinarci anche questa volta. Temo di no. Una parte di me ci spera, ma quella più realista è convinta che qualcosa di così danneggiato non si possa riparare in soltanto pochi giorni e che alla fine così come è, durerà nel tempo fino ad essere dimenticata ed abbandonarsi a se stessa.

Andare di fretta non ha senso. Se volessimo, avremmo tutto il tempo del mondo per farcela, ma so che ad entrambi brucia la necessità di sapere con sicurezza che cosa fare di questa relazione e che cosa aspettarsi l'uno dall'altra. In fondo è giusto così. Dobbiamo sapere se aspettarci o andare avanti, se abbiamo bisogno di altro tempo per pensarci o vogliamo buttarci di nuovo a capofitto in una storia che non sappiamo anticipare e che potrebbe durare un mese come una vita.

PATENTE E LIBRETTO, SIGNORINA.Where stories live. Discover now