Capitolo 37 - Noi e loro, io e te (parte 2)

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Vi devo delle spiegazioni, e delle scuse. Vi andrebbe di venire a cena da me, a casa mia? Oggi è festa.

Così aveva scritto loro Minerva, qualche giorno dopo gli avvenimenti al Museo Archeologico di La Bassa.

Nessuno sapeva di cosa si sarebbe dovuta scusare, in fondo l'attacco al museo da parte di quei due vampiri non era stata colpa sua, no?

"Vuoi vedere che c'entra davvero?" ringhiò Josuke a denti stretti, lo sguardo fisso su Okuyasu, che invece non lo guardava. Minerva aveva mandato a lui il messaggio per invitare tutti loro alla cena- ma non era così sicuro che Minerva volesse invitare tutti, o solo Okuyasu.

Josuke sentiva la competizione della donna su Okuyasu, competizione che non aveva mai sentito di avere su di lui- chi avrebbe mai voluto Okuyasu, pensava Josuke? Eppure, qualcuno c'era.

"Smettila, Josuke." lo zittì Yukako, che era ancora più nervosa e il suo tono era ancora più duro di quello di Josuke. La ciocca bianca tra i suoi capelli si era allargata, e benchè lei provasse a nasconderla sotto la restante folta massa di capelli neri.

"E se lo fosse?" bisbigliò Koichi, le occhiaie sempre più neri sotto gli occhi perennemente stravolti in un'espressione di terrore.

"Non lo è! Basta!" gridò Yukako, spaventando tutte le poche persone rimaste nella hall dell'hotel Colori del Tramonto. "Io vado a cambiarmi, fatelo anche voi." e detto ciò, in un impeto di collera, girò i tacchi e quasi corse su per le scale.
Perchè erano tutti così diversi, lì a La Bassa?

Cosa stava succedendo loro?

"Il dieci marzo è una data importante, qui a La Bassa?" chiese Jotaro con un filo di voce a Minerva, che aveva fatto parcheggiare la loro auto a noleggio sul retro della villetta in cui abitava.

Era una bella casetta monofamiliare, ma ci viveva solo lei. Il giardino non era particolarmente curato, e non c'erano molti addobbi decorativi attorno alla casa- solo lo stretto necessario. Muri perfettamente bianchi, ma spogli. Imposte di un colore neutro.

"Ah- sì." Rispose Minerva, che, ogni volta che le si rivolgeva la parola, sembrava sempre stupita. "Sì, oggi è la ricorrenza di una storica battaglia. La città fu rasa al suolo, e il castello con lei, ma la torre rimase in piedi, e, come una fenice, la città risorse dalle sue ceneri. Oggi è la Notte delle Fenici."

Nel cielo scuro di La Bassa- non così scuro, dato che tantissime luci UV anti-vampiro erano accese per la città- piccole mongolfiere di carta svolazzavano, esibendosi in coreografie infuocate. Tante piccole fenici.

La casa, all'interno, non era così dissimile dall'esterno. Una casa spoglia, arredata come un catalogo dell'Ikea, mobili squadrati e dai colori spenti, nessun quadro alle pareti, anche se, appesi a quei muri bianchi, c'erano i segni di chiodi passati.

"Un po' freddina come casa, eh?" sorrise Okuyasu a Minerva, che alzò le spalle, cercando di rimanere la più distaccata possibile. "Io sono raramente a casa e non ci abita più nessuno ormai, non ho interesse a renderla confortevole."

"Hai famiglia?" le chiese Yukako, mentre si radunavano attorno a un tavolino di marmo, in un grosso open-space che da un lato faceva da sala da pranzo, e dall'altro una cucina vera e propria.

Sul tavolo, erano adagiati diversi antipasti labassesi, tra cui cicciole, schiacciatine e fette di salame casalino.

"Sì... in un certo senso. Vado abbastanza d'accordo con i miei, ma con mio fratello... io.... ehm, mia figlia studia e non abbiamo un buon rapporto, e mio marito... non c'è più."

Le Bizzarre Avventure di JoJo parte 7.1: Dangerous HeritageOù les histoires vivent. Découvrez maintenant