Capitolo 31 - Vendetta in Discoteca (parte 3)

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Peccato che nessuno avesse riferito a Shizuka che il campetto di La Bassa si trovava a sei chilometri dalla Villa, in pieno centro della città, a differenza della frazione in cui la Banda abitava.

La Bassa era davvero una città gigantesca, resa ancora più grossa dai tratti di campagna che separavano le frazioni e i quartieri l'une dalle altre.

Dopo una mezz'ora che sembrava interminabile per i quattro ragazzi (e per Shizuka soprattutto) a percorrere vie di campagna e zone cittadine, Regina si incanalò in una viuzza sottile in centro città e, seguendola, sbucarono tutti in un enorme campetto sportivo attrezzato per ogni evenienza, comprese reti da calcio, un canestro da basket, un sentiero per la corsa e una zona cementata adatta all'allenamento con biciclette e skateboard.

Anche il campetto, immerso in un tranquillo sobborgo luminoso e accogliente, era circondato da una rete di manimantio che arrivava quasi fino al cielo, e lo chiudeva come una scatola. Aprendo la porticina metallica elettrizzata, i cinque entrarono, e Ferdinando li stava aspettando con degli strani manichini di pezza ai piedi, dall'aspetto usurato e decisamente maltrattato.

"Finalmente!" rise lui, che era partito mezz'ora prima di loro e probabilmente aveva impiegato molto meno di mezz'ora ad arrivare lì col suo skateboard lungo e sottile come un proiettile di fucile, e probabilmente veloce nello stesso modo, appoggiato alla rete metallica vicino alla porta.

Regina aprì il borsone che si era tenuta sulla spalla per tutto il tragitto, estraendo quattro strani oggetti, una strana via di mezzo tra un tamburo e una racchetta da tennis.

"Si chiama tamburello, è lo sport principale di La Bassa." spiegò Regina, passandone uno a ognuno dei ragazzi. "Questi tamburelli, ovviamente, non sono normali. La membrana con cui si colpisce è formata da fili intrecciati di manimantio e un materiale completamente isolante, e questo intreccio è adatto a far rimbalzare onde concentriche e scagliarle lontano. Questi saranno le vostre armi, oggi."

"Armi contro cosa? I manichini?" chiese Lisa, poco convinta, mentre si rigirava lo strumento tra le dita, e Regina le sorrise, indicando Ferdinando, che si trovava proprio sopra il grande ammasso di manichini.

Il ragazzo alzò un pugno, prese un gran respiro, e si caricò di onde arancioni.

"Solar Wind Overdrive, una tecnica che ha a che fare col magnetismo." spiegò Ferdinando.

Alzò l'altro braccio, ma impiegò molto di più a caricarlo, lo sguardo fisso e concentrato come mai. Poi pian piano, dal palmo della sua mano, scariche di un magenta brillantissimo si estesero su tutto il suo braccio.

"La tecnica impossibile, l'Impossible Overdrive, creata da Medea Zeppeli, la nonna del Boss e di Alex! Questa è la tecnica più forte e distruttiva che si possa ottenere usando le Onde Concentriche, in grado di paralizzare i nemici e manipolarne corpo e mente!"

Ferdinando colpì il mucchio di manichini con entrambi i pugni contemporaneamente, causando scintille così forti che tutti e quattro gli allievi dovettero chiudere gli occhi o volgere lo sguardo.

Il magenta non era un colore sullo spettro visivo, Shizuka lo sapeva bene. Le era impossibile da replicare col suo stand, mentre il lilla- dal lavanda al pervinca passando per il glicine, tutti viola bluastri pallidi- era il colore che le veniva più facile da replicare, e anche il suo colore preferito, del resto. Le Onde Concentriche si basavano esclusivamente sulla luce, e si chiedeva come fosse possibile un'onda di luce magenta... ma anche il nome, impossibile, ne esplicava quanto difficile quella tecnica dovesse essere da imparare e usare.

I manichini incassarono il colpo, senza muoversi. Beh, in fondo erano manichini, non dovevano muoversi.

E invece si mossero.

Le Bizzarre Avventure di JoJo parte 7.1: Dangerous HeritageWhere stories live. Discover now