Capitolo 7 - Guai alla Città della Moda! (parte 2)

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Alle quattro del mattino il telefono di Koichi squillò con insistenza.

Rispose a fatica. Con gli occhi ancora semi-chiusi, si sporse dal letto e afferrò a tentoni il cellulare sul comodino, rispondendo dopo un paio di tentativi a schiacciare il tasto di risposta alla chiamata.

"Eh... sì?"

"Koichi."

Ah. Era Jotaro. Koichi si raddrizzò sul letto, notando che anche Yukako al suo fianco si era svegliata. "Dimmi..."

Senza interessarsi minimamente alle condizioni in cui versava Koichi, Jotaro iniziò a spiegare.

"Siamo ancora in America, arriverò da solo il tre marzo in Italia e ci troveremo a La Bassa. Oggi avete la giornata libera."

Jotaro lo aveva chiamato alle quattro del mattino per avvertirlo che avevano la giornata libera?! Koichi avrebbe voluto sbattergli il telefono in faccia.

"Alla mattina recatevi a Forcello, alla cosiddetta Città della Moda. C'è un mio collaboratore là, uno dei giornalisti che mi avevano aiutato nel 2012."

Ah. Allora non era così tanto una giornata libera. Prima che Koichi però potesse obiettare su questa nomenclatura, Jotaro chiuse la chiamata.

.

.

L'hotel in cui stavano soggiornando -e per cui Jotaro aveva prenotato per loro- si chiamava Colori del Tramonto, per la facciata dell'edificio in sfumature vibranti e accese di rosso, arancione, giallo e perfino violetto. Era un albergo splendido e immenso, e si trovava sulla sponda nord dell'enorme fiume Po, non lontano dal lungo ponte che avrebbe portato a sud, verso La Bassa.

Il Colori del Tramonto trovava infatti a nord del fiume, in un paese tranquillo chiamato Roccarolo.

Non distava nemmeno troppo da questa fantomatica cittadina chiamata Forcello, anch'essa a nord del grande fiume.

Shizuka sfogliò il depliant della Città della Moda, mentre vi si stavano recando. Okuyasu guidava la Fiat Multipla che la fondazione aveva procurato loro, Yukako e Koichi erano al suo fianco mentre Josuke e Shizuka erano spaparanzati sul retro a godersi lo spettacolo e le brochure.

"Forcello è un antico insediamento etrusco, e la città è sorta su esso, preservando l'antico centro abitato sotto quello nuovo" lesse Josuke svogliatamente.

"Lo sai che hanno trovato proprio a Forcello dei resti votivi al dio Mantus e a sua moglie Mania?" Si introdusse Koichi nella discussione, tutto emozionato. "Sono gli dèi della morte e della pazzia nella antica e dimenticata religione etrusca, e dèi di questo territorio. Probabilmente era perché le paludi e le foreste del posto conducevano alla follia e alla morte chi vi ci si inoltrava. Mantus ha anche dato il nome al capoluogo della provincia, Mantova."

"Belle premesse per l'inizio di un'avventura, eh?" Borbottò Josuke a Shizuka, che tentò di sorridere ma non ce la fece particolarmente bene. Sapeva che suo padre non la voleva lì, non voleva che lei avesse un'avventura personale, come quasi tutti nella sua famiglia avevano avuto. Perché lei era debole, no? Il suo stand era debole. Lei era debole. Debole debole debole.

Yukako prese a leggere ad alta voce la brochure della Città della Moda, mentre lo sguardo di Shizuka cadeva sulla strada che stavano percorrendo. Era un argine su cui avevano steso del cemento e avevano chiamato strada, a dirla tutta. Maggior parte delle strade lì sembrava essere quello.

Sotto la strada-argine vi era un dislivello, poi un altro argine -questa volta senza strada- e oltre a quello una sterminata distesa di acqua brillante. Era il Grande Fiume, il Po, di un colore di per sé grigio quanto il cielo ma brillante come un diamante. I riflessi lucenti delle onde del fiume sbattevano dolorosamente contro gli occhi di Shizuka. Perché quel fiume sembrava avere quella forza, quella bellezza, quell'atrtazione unica e particolare? Shizuka avrebbe voluto scendere dall'auto e corrervi dentro, essere assorbita in uno dei suoi mortali mulinelli e non tornare più su.

Le Bizzarre Avventure di JoJo parte 7.1: Dangerous HeritageWhere stories live. Discover now