CAPITOLO TRENTASEI - NEW MOON

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A Myrtle Beach non faceva per nulla freddo per essere soltanto Aprile. Nonostante fosse primavera inoltrata, a Stratford faceva ancora freddo e a volte si poteva ancora vedere la neve. Passeggiavo sulla spiaggia accompagnata da uno spinello e la dolce compagnia dei miei amici. Benjamin mi stava stringendo la mano e condivideva con me qualche boccata di fumo, Sam camminava al mio fianco sorseggiando una birra. Carter stava guardando il mare con le mani in tasca e sorrideva, bagnandosi i piedi con le onde che si spezzavano sulla riva. Sembrava quasi non credere al fatto che fossimo in vacanza dopo tutto ciò che avevamo dovuto affrontare. Io invece ero incantata dal mare. Più guardavo l'oceano, più ne rimanevo colpita: ci vedevo l'infinito in quell'orizzonte, la voglia di vivere e un puro e genuino desiderio di libertà.

Carter si voltò ad osservare me, Sam e Ben, con gli occhi azzurri lucidi e colmi di gioia, un luminoso sorriso a illuminargli il viso. Sembrava di ammirare un quadro, con la luna piena alle sue spalle e i raggi che illuminavano i suoi biondi capelli. - Sento l'adrenalina pompare nelle vene - Esclamò portandosi le braccia dietro alla testa e girando su stesso. - Se Barbie si muove possiamo anche andare a cercare un locale, voglio far festa e stare sveglio tutta la notte, ubriacarmi e urlare correndo in riva al mare -

Fu come se l'avesse chiamata, perché Vanessa comparve fra di noi proprio prima che qualcuno di noi potesse rispondergli. Quella sera aveva scelto di passare dal lato oscuro: mi aveva chiesto se avessi qualcosa da poterle prestare per uscire, perché voleva vestirsi in modo diverso rispetto al solito. Non avrei saputo dire per quale motivo, ma avevo accettato comunque con gioia, soprattutto quando la vidi entusiasta nello scegliere cosa indossare. Aveva trovato una gonna a tubino di pelle nera, che le calzava perfettamente coprendole fino a poco meno di metà coscia, delle calze a rete e gli anfibi con la suola più alta giusto per sentirsi un po' meno bassa, che era lo stesso ragionamento che facevo io. Indossava un top, sempre nero, aperto sulla schiena, con un semplice disegno di teschio bianco sul petto. I capelli sciolti ondeggiavano nella brezza primaverile e la mia migliore amica si osservava con innocenza e timidezza, incerta se uscire effettivamente così.

Quando però alzò il viso e incontrò lo sguardo di Carter, sorrise con gli occhi lucidi. Il nostro amico la stava guardando nello stesso modo in cui si ammirava il quadro più bello che si fosse mai visto. Erano così diversi loro due, eppure il loro modo di essere complici nella vita, il loro modo di guardarsi e di amarsi, era meraviglioso tanto quanto lo era osservare i primi fiori della primavera dopo il freddo glaciale dell'inverno.

– Andiamo a cercare locali? Ho voglia di ubriacarmi - Sam ruppe il silenzio, distogliendo lo sguardo da Vanessa e scambiando un'occhiata con ognuno di noi. Le aveva sorriso e aveva annuito sollevando il pollice, mentre Ben l'aveva osservata come se quella nota stonata in lei, in quel momento, la rendesse ancora più bella.

Annuii e sorrisi a mio fratello, poi allungai la mano verso Vanessa che l'afferrò saldamente e mi spinse fino a far cadere entrambe sulla sabbia. Scoppiai a ridere, nonostante mi stesse schiacciando a terra con il suo peso e mi stesse anche facendo male. Era bello ridere così, spensieratamente, anche senza motivo.

- L'ultimo che arriva offre da bere a tutti – Esclamò Carter gettando il mozzicone della sigaretta nel cestino.

- Che arriva dove? – Domandò Vanessa mentre lui, Ben e Sam avevano già iniziato a correre.

- Non lo so – Urlò Ben. – Da qualche parte, tu corri e basta –

- Guardate che bella la Luna – Diceva Sam osservandola. Avevo la certezza assoluta che stesse pensando a Katherine, perché quelle erano le stesse parole che aveva detto lei la prima sera in spiaggia, l'estate precedente. La sua assenza solcava il viso del mio gemello, donandogli ombre sotto agli occhi, il volto pallido e stanco e gli occhi più spenti, come se avesse perso la sua luce. Sperai che lentamente potesse ritornare quello di una volta, nonostante sapessi che sarebbe per sempre mancato qualcosa nel suo cuore, per tutta la vita. Stava provando a imparare a conviverci, come tutti noi del resto, ma non era facile, non lo sarebbe mai stato. Nessuno di noi immaginava di dover vivere senza di lei così presto.

UNCONDITIONALLYWhere stories live. Discover now