Capitolo 16

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É sabato mattina cavolo, perché le persone vengono a suonare alle otto della mattina di sabato? Mannaggia, Stella ieri é uscita con Manu ed é li a dormire mentre io sono rimasta sola a casa. Urlo un 'arrivo' e poi mi metto le mie ciabatte a forma di coniglio e vado diretta alla porta.
"Buong-" mi fermo non appena noto la figura di Michael, di un Michael impaziente e stanco.
"Lo so che non mi vuoi vedere e che volevi me ne andassi ma devo dirti un'ultima cosa. Poi potrai decidere definitivamente" dice di getto. Mi sposto di lato per farlo entrare e lui mi sorride, come se fosse un grazie non espresso.
"S-se vuoi accomodarti sul divano in sala" esclamo con la voce assonnata.
"Scusami, credo di averti svegliata....Mhm perdonami" distoglie lo sguardo dalle mie gambe nude. Cerco di non arrossire e poi gli faccio segno di parlare.
"Si ecco giusto devo parlarti" dice impacciato. Si continua a toccare le mani e poi finalmente alza lo sguardo nel mio.
"Prima di tutti mi scuso per le volte in cui mi hai visto baciare altre ragazze. É imbarazzante da dire ma voglio essere totalmente sincero" prende un grande respiro e poi rincomincia a parlare.
Baciandole speravo di provare quello che provavo con te, speravo di dimenticarti ma accadeva l'esatto opposto. Mi apparivi davanti agli occhi, ogni volta" confessa avvicinandosi a me.
"Il giorno in cui ti sei ubriacata mi sono fatto una promessa, ti avrei tolto dalla mia testa. Ti dovevo semplicemente considerare la mia segretaria e nulla di più. Solo che non era una cosa semplice. E ora mi trovo qui quasi ad implorarti per ricominciare tutto da capo perché ne vali la pena" butta fuori tutto d'un fiato. Mi prende le mani tra le sue mentre mi scava dentro con gli occhi.
"Perché dovrei fidarmi delle tue parole Michael? Non hai fatto che ferirmi" sussurro lasciando le sue mani e alzandomi per mettere distanza tra noi.
"Lo so Amanda solo che...cavolo non ho mai provato cose del genere con altre ragazze, sei la prima" si mette una mano nei capelli e poi li tira, frustrato. Un sorriso triste si fa spazio sul suo viso.
"Voglio viverti Amanda, ho imparato ad apprezzare le piccole cose insieme a te. Ogni giorno speravo di fate quelle stupide lezione di nuoto solo per averti vicino. È egoista ciò che dico ma tutte le volte che stavi con te desideravo di avere sempre più tempo da passare con te. Voglio ricominciare a viverti"ammette sorridendo. Stella ieri mi ha detto che se fa battere il cuore e se mi fa stare bene è quello giusto...
"Ad una condizione" mi mordo l'interno guancia per non sorridere. Lui si avvicina e annuisce.
"Devi smetterla di darmi ordini" ridacchio sapendo che sarà una vera e propria impresa con lui.
"Tenterò, giuro" annuisce facendo muovere il ciuffo color pece.
"Allora possiamo ricominciare" gli porgo la mano e lui la stringe.
"Ora posso baciarti?" chiede impaziente prendendomi per i fianchi. Annuisco sorridendomi e lui non se lo fa ripetere due volte. Mi bacia con dolcezza. Immerge la sia mano nella chioma castana e avvicina il suo corpo al mio. Io appoggio le mie mani sul petto, coperto da una semplice maglietta di Calvin Klein.
"Che ne dici se ti porto a fare colazione? Mi sembra ottimo come inizio" esclama appoggiando la fronte sulla mia.
"Mi sta chiedendo un appuntamento signor Michael?" chiedo osservando i suoi smeraldi.
"Potrebbe..." alza le spalle e poi si lascia andare in una risata.
"Aspettami qui dieci minuti" accetto scappando in camera per cambiarmi e sistemarmi.
Prendo un pantalone a vita alta nero e una semplice maglietta bianca con la scritta Vans in nero. Afferro il giacchino di jeans e poi mi dedico al viso. Decido di essere il più semplice possibile, ascesa e rossetto nude. Mi faccio una treccia e poi esco dalla stanza.
"Eccomi!" balzo in sala più felice che mai. Michael salta dallo spavento e a momenti non tira giù i quadri attaccati alla parete.
"Mhm tutto ok?" ridacchio coprendo la bocca con la mano.
"Certo certo, ehm andiamo dai" si dirige verso la porta d'ingresso.
"Aspetta, lascio un bigliettino a Stella. Prima che si preoccupi" corro in cucina e le scrivo che sono con il mio capo super sexy, come di solito lo chiama.
"Capo super sexy?" domanda Michael alle mie spalle.
"Devi smetterla di arrivare di soppiatto" borbotto arrossendo.
"É così che mi chiama la tua amica?" domanda con un sopracciglio alzato.
"Potrebbe" alzo le spalle cercando di non aumentare il suo ego già smisurato.
"La mettiamo così?" chiede retoricamente pizzicandomi i fianchi.
"Dai Michael" rido dimenandomi per il solletico.
"Per tua fortuna ho fame dicono e non di altro" sussurra. In che senso? Aspetta, in QUEL senso!
Appena capisco, divento paonazza e lui mi bacia la fronte, sorridendo.
"Ci devo andare piano con le battute, capito ragazzina" breccia le nostre dita e poi insieme usciamo di casa.
"Ti porto nel mio bar di fiducia, allaccia la cintura che si parte ragazzina!" ingrana la marcia e parte verso la metà a me sconosciuta.
"Quando arriviamo?" chiedo appoggiando la testa sul ginocchio. È da almeno mezz'ora che siamo in macchina e ho avuto il permesso dal grande capo a togliermi le scarpe e appoggiare i piedi sul sedile.
"Ancora un quarto d'ora, ne vale la pena Amy" sorride girandosi per pochi secondi verso di me per poi riportare gli occhi sulla strada.
"Mhm ok" borbotto cercando di placare la mia fame.
"Raccontami un po' di questo bar di fiducia" inclino la testa verso Michael, osservandolo. Il suo profilo è perfetto, il naso é proporzionato al viso, le labbra sono carnose e rosse mentre i capelli color pece fanno contrasto con gli occhi smeraldo.
"Mi stai ascoltando?" ridacchia avendomi colta in flagrante a fissarlo.
"Si?" più che un'affermazione sembra una domanda. Lui infatti ride e, quando di ferma per via di un semaforo, mi analizza.
"Mi stavo per caso facendo una radiografia?" chiede.
"Dimmi del bar" cambio argomento. Dopo che ride, mi racconta che il bar era di amici dei suoi. Spesso quando andavano al mare si fermavano li e tra una cioccolata e una fetta di torta, chiaccheravano con i proprietari Marco e Giovanna.
"Quindi mi stai portando al mare?!" urlo felice. Lui annuisce e mi guarda mordendosi il labbro inferiore.
"Sei proprio una ragazzina" sussurra ma io lo sento benissimo.
"Perché mi chiami ragazzina?" chiedo curiosa. Aspetta diverso secondi a rispondere.
"Esteriormente sembri una donna ma allo stesso tempo una ragazzina di diciotto anni che ha ancora da vivere i tutte le esperienze possibili ed immaginabili. È conoscendoti di più, direi che il nome è proprio azzeccato" ridacchia parcheggiando di fronte alla spiaggia. Spalanca gli occhi e senza rendermene conto sono già a saltellare sulla spiaggia.
"Amanda che fai? Le scarpe!" Michael ride vedendomi.
"Vieni Michael, dai!" lo raggiungo ma non si muove di un millimetro dell'asfalto.
"Dai, fallo per me" metto il broncio.
"Non ci penso, sporcherei i jeans e le calze bianche" nega con la testa.
"Mhm ok all'oca vorrà dire che mi divertirò da sola" cammino dando le spalle al mare e facendo vedere a Michael il mio finto dispiacere, so che verrà da me.
"Ok hai vinto, smettila di farmi quella faccia da bambina Amanda" scuote la testa e si toglie le scarpe. Infila i piedi nella sabbia e poi, appena appoggia le scarpe sulla sabbia, mi rincorre. Come una pazza incomincio a correre per non farmi prendere e rischio di inciampare. Per fortuna Michael mi raggiunge e mi salva da una caduta colossale sulla sabbia.
"Sei proprio una ragazzina tu" sussurra con voce affannata, vicino al mio orecchio. Mille brividi scorrono sulla spina dorsale. Mi appoggio al petto di Michael, ormai stanca per la corsa.
"E tu un ragazzino che rincorre la propria ragazza" inclino il viso verso il suo.
"Questa te la do vinta" mi bacia la fronte. La mia pancia fa un rumore veramente imbarazzante, interrompendo il momento dolce.
"Ok forse bisogna andare a mangiare" esclamo staccandomi da lui.
"Già, andiamo a recuperare le scarpe e poi andiamo al bar" mi porge la mano che io prontamente stringo.
Cinque minuti dopo siamo sulla veranda che da sul mare in questo bar stile anni '90.
"Michael, sei proprio tu?" esclama una donna sulla settantina.
"Giovanna, salve!" il mio capo fa uno dei sorrisi migliori che gli abbia mai visto fare.
"Giovanotto, è da quando sei nato che ti dico di darmi del tu" borbotta la signora stringendo in un pizzicotto la guancia di Michael.
"Lo so ma mi viene naturale Giovanna"
"E chi è questa bella signorina? Oh devo dare la notizia a mio marito!" esclama elettrizzata osservandomi.
"Piacere sono Amanda" le porgo una mano ma mi abbraccia senza troppi giri di parole.
"La mia ragazza" specifica Michael trafiggendomi con il suo verde.
"Marco! Esci fuori" urla Giovanna facendo ridere il mio ragazzo e facendo arrossire me.
"Amore che c'è? Oh Michael ciao!" il Signore batte un cinque a Michael e mi sorride.
"È la sua ragazza" la moglie tira una gomitata alle costole a Marco.
"Ti sei deciso a mettere la testa a posto eh ragazzo!?" dice Marco toccandosi la barba.
"Già, ne vale la pena" mi guarda e mentre lo dice non distoglie lo sguardo.
"Bene tesori, vi porto la mia colazione dell'amore?" chiede Giovanna. Michael annuisce mentre io rimango un attimo stordita.
"La particolarità é che alcune colazioni di Giovanna hanno un nome. Ad esempio quella della litigata che è a base di zenzero e quella della tristezza a base di the verde" mi spiega.
"Quella dell'amore invece?" chiedo curiosa.
"Non lo so, non l'ho mai presa e non so com'é fatta" sussurra in imbarazzo.
"Oh" esclamo solo. Osservo il mare davanti a noi e desidero tanto pucciarci i piedi ma i pantaloni che indosso non me lo permettono. Se solo l'avessi saputo mi sarei messa una tuta.
"Che c'è?" chiede il ragazzo dagli occhi smeraldo.
"Mi sarebbe piaciuto mettere i piedi in acqua. È tanto che non vado al mare" alzo le spalle triste.
"Forse ho un'idea, però prima mangiamo" indica Giovanna con in mano un vassoio rosso.
"Ecco a voi ragazzi, buona colazione" mi fa l'occhiolino e poi sparisce.
Muffin al cioccolato, brioche alla fragola, torta al cioccolato e per finire un succo alla fragola e un bicchiere di latte con cacao.
"Direi che qui é espresso il mio amore per il cioccolato" ridacchio. Noto che c'è una sola forchetta e un solo coltello.
"É una delle sue, gli innamorati secondo lei devono dividersi tutto. Vado a chiederne un'altra di forchetta" sta per alzarsi ma lo fermi.
"A-aspetta è una cosa carina" borbotto.
"Va bene...incominciamo a mangiare allora" asserisce.

Prezioso come lo smeraldoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora