Capitolo 1

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"'Amanda! Farai tardi il primo giorno del tuo impiego con il pezzo grosso dell'ufficio!" urla la mia migliore amica nonché coinquilina.
"Si Stella lo so. Ho avuto dei piccoli problemi riguardo la camicetta, nulla di che" arrivo all'ingresso correndo con le scarpe in mano.
"Prendi un bel respiro e spacca a lavoro" sventola la mano in aria per salutarmi.
"Grazie mille" le bacio la guancia e alla velocità della luce raggiungo la fermata del pullman. Appena il mezzo arriva, salgo, saluto come di routine l'autista Mario e poi mi siedo. Dopo nemmeno cinque minuti arrivo finalmente alla fermata vicino al mio ufficio. Quando però scendo e saluto di nuovo Mario, non ci faccio caso e rischio quasi di cadere come una pera cotta addosso ad un uomo. Il suo profumo invade le mie narici e in automatico chiudo gli occhi per sentire appieno la fragranza.
"Ragazzina, tutto a posto?" domanda l'uomo che mi tiene ancora saldamente per i fianchi. Arrossisco immediatamente per come mi ha chiamata e per le sue mani sul mio corpo. Spalanco gli occhi e poso lo sguardo sulle scarpe eleganti che indosso.
"Ragazzina, mi rispondi o il gatto ti ha mangiato la lingua?" scherza l'ammasso di muscoli che ho davanti agli occhi.
"T-tutto a posto, g-grazie per non avermi fatto cadere" e poi scappo senza nemmeno guardare l'artefice del mio salvataggio. Cammino velocemente verso l'ufficio, cercando di non spaccare per l'ennesima volta i tacchi. È già il secondo paio di tacchi che rompo nel giro di un mese. L'azienda in cui lavoro quasi ci obbliga a indossare vestiti di un certo livello, pretende il massimo ma ha anche un cuore d'oro. Nell'azienda io ricopro il ruolo di assistenza, per la precisione sono la segretaria del capo. Però proprio l'anno scorso il capo, Luigi De Angelis, ha deciso di voler andare in pensione e passare le redini al figlio Michael.
E proprio oggi io sono in ritardo, proprio oggi che devo conoscere Michael.
Finalmente arrivo in azienda e non appena noto il portiere, lo saluto come ogni giorno.
"Buongiorno" gli regalo un sorriso.
"Buongiorno signorina Amanda" ricambia. Cammino fino all'ascensore e schiaccio il pulsante, aspettando che arrivi al piano terra per portarmi al ventesimo ed ultimo piano. Sento che una folata di vento fa svolazzare i miei capelli lisci e capisco che anche qualcun'altro è entrato. Appena questa persona mi arriva al fianco con un sorriso le do il buongiorno.
"Buongiorno ragazzina" è un sussurro ma lo sento benissimo. L'imbarazzo ritorna come pochi minuti fa e, appena si aprono le porte dell'ascensore, entro come un razzo.
Spero solo che faccia le scale.
E invece no, mi segue dentro quell'abitacolo minuscolo. Schiaccio il numero 20 e poi, cercando di non apparire come una gazzella davanti ad un leone, parlo.
"A che piano deve andare?" in tutto ciò non ho ancora alzato gli occhi per vedere il suo viso.
"Lo stesso tuo, ragazzina" e nello stesso istante in cui finisce di parlare si chiudono le porte. La mia bocca forma una 'O' perfetta mentre mi rimetto composta.
I minuti sembrano non passare mai in sua presenza, che ansia.
Il suo profumo alleggia nell'aria e mi inebria. Sa di erba bagnata dalla pioggia e legna appena tagliata. Il 'din' dell'ascensore mi risveglia e mi fa capire che siamo arrivati al ventesimo piano.
"Prego" esclama con la sua voce roca.
"G-grazie, buon lavoro" riesco a borbottare prima di uscire e andare nel mio ufficio. Appena mi chiudo la porta alle spalle prendo un grande respiro e sbatto la valigetta sulla scrivania. Non appena mi siedo sulla risposta davanti alla scrivania di legno, il telefono aziendale squilla. Riconosco il numero di Leila, la receptionist di questo piano.
"Ciao Leila, dimmi pure" rispondo con il mio solito tono calmo.
"Il nuovo capo è arrivato ed è nell'ufficio con Luigi, ti vogliono. Tra parentesi, è proprio figo" ridacchia. Leila è una ragazza di circa trent'anni ed è veramente simpatica.
"Grazie Leila, anche per le considerazioni personali. A dopo" e metto giù la cornetta. Mi alzo e liscio la gonna nera che indosso. Esco dal mio ufficio e arrivo davanti a quello di Luigi che sarà appunto sostituito dal figlio. Prendo un gran bel respiro e poi busso. Quando ricevo il permesso di entrare, tiro giù la maniglia e con un sorriso smagliante saluto il mio ex capo.
"Buongiorno Luigi"
"Ciao Amanda, accomodati pure" mi incita a sedere su una delle due sedie che si trovano davanti alla scrivania. Quello che però mi fa rimanere di stucco e la seconda figura che noto dietro Luigi, quello che presumo sarà il mio capo d'ora in poi.
Il ragazzo dell'ascensore che ha un profumo che mi attira come se fosse un piatto di spaghetti al sugo, il mio piatto preferito.

Angolo autrice
Buongiorno a tutti!
Questa è una nuova storia e non vedevo l'ora di condividerla con voi. Spero che un po' riusciate a sognare insieme ad Amanda!💜

Prezioso come lo smeraldoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora