Capitolo 10

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Michael's pov

Più la guardo e più mi incanto. Le sue labbra si muovono mentre è intenta a spiegarmi uno stile che credo si chiami rana o forse delfino. Che diavolo ne so, so solo che la sto mangiando con gli occhi e lei, così piccola e ingenua, non capisce il mio sguardo. E' stretta in un costume a due pezzi che le fascia il seno e i fianchi. Il pezzo inferiore evidenzia le sue forme e ogni volta che nuota non riesco proprio a non guardarle il sedere. Immagino come starebbe nelle mie mani e...
"Capito?" domanda distogliendomi dai pensieri poco casti che stavo facendo fino a pochi secondi fa sulla mia segretaria, su di lei.
"Cosa?" domando con voce roca guardandola attentamente. Sul suo volto si dipinge un sorriso timido. Sbatte i piedi in acqua per poi arrivare vicino al mio corpo che si sta surriscaldando in sua presenza.
"Lo so che la teoria é noiosa ma devi ascoltarla affinché ti riesca bene la pratica. Ti assicuro che la pratica è più divertente" ridacchia coprendosi il sorriso con la mano destra.
Oh spero proprio che la pratica con te sarà più divertente!
Michael, ti ricordo che è la tua segretaria, stai fantasticando su di lei.
Mi do uno schiaffo mentalmente e poi annuisco.
"Puoi farmi vedere come si fa quella cosa che mi hai spiegato?" borbotto guardando i suoi occhi nocciola.
"Quella cosa si chiama dorso" mi sorride prima di nuotare fino alla fine della vasca.
"Ora guarda attentamente!" urla dal fondo. Annuisco osservando nei minimi dettagli tutti i suoi movimenti. Si stende sull'acqua a pancia in su e poi muove le braccia in modo circolare. Appena arriva al mio fianco si ferma e mi sorride. La guardo e vorrei tanto fermare il tempo in questo preciso istante, ha un sorriso da invidiare e degli occhi indescrivibili.
"E' semplice, visto?" muove le mani in acqua facendo cerchi nell'acqua.
"Mhm mhm" annuisco passando lo sguardo alle sue labbra carnose e rosse. Desidero appoggiare le mie labbra sulle sue, vorrei assaporarle, morderle e chissà cosa sarebbe potutto capitare ieri se solo non avessi bevuto come una spugna.
"Provaci tu allora. Mettiti a stella e poi nuota" mi sprona prendendomi per le spalle. Galleggio in acqua e mi metto come mi ha detto lei ma prima che parta, mi ferma.
"Devi tenere il bacino più su se no rischi di affondare" e mentre lo dice mi appoggia le mani sugli addominali inferiori, sfiorando il tatuaggio. Trattengo un gemito cercando di non dare a vedere ciò che mi provoca.
"Così va meglio, vai prova" mi sprona a partire e senza esitazione vado. Non appena arrivo davanti a lei mi sorride felice. In uno slancio mi batte il cinque e poi mi abbraccia. Avvolge le gambe attorno i miei fianchi mentre spalma il suo corpo sul mio. Con un gesto istintivo appoggio le mani sulle sue natiche per sostenerla. I miei ormoni si risvegliano appena faccio scendere lo sguardo sul suo seno.
"Ce l'hai fatta!" esclama felice. Incateno i miei occhi ai suoi e cerco di non pensare al suo corpo appiccicato al mio.
"Grazie mille istruttrice" dico con voce apparentemente normale ma so benissimo che l'eccitazione sta prendendo il sopravvento. Quando involontariamente passo una mano sulla coscia di Amanda, si risveglia e si allontana.
"Scusa M-michael, mi sono lasciata prendere dal momento" si stacca velocemente mettendo parecchia distanza tra i nostri corpi. Il suo viso assume un colore simile ad un pomodoro mentre abbassa lo sguardo, mordendosi il labbro inferiore. Maledizione, devo distogliere immediatamente lo sguardo o finirò per fare cose troppo avventate.
"Non preoccuparti. Andiamo a fare colazione?" le sorrido rassicurante.
"S-si andiamo" balbetta uscendo dalla vasca. Cazzo così però mi tenta maledettamente tanto! Mi sta sbattendo in faccia il suo perfetto lato B che ho toccato pochi minuti fa. Scuoto la testa cercando di distogliere il pensiero e la seguo.

Amanda's pov

Saluto Michael e poi entro in camera per andare dritta sotto la doccia e togliermi l'odore di cloro che ho addosso. Dopo essermi asciugata anche i capellin decido di chiamare i miei geitori, sperando non stiano visitando qualche monumento. Al quarto squillo rispondono.
"Mamma, papà!" li saluto con un sorriso a trentadue denti dipinto sul volto.
"Tesoro mio, che piacere sentirti!" esclama mamma. Noto che si siede su una sedia, credo siano in stanza.
"Come sta andando? Come state?" chiedo a raffica. Sono curiosa di come se la stanno spassando in giro per le diverse città.
"Oh tesoro va benissimo. Papà ogni tanto la sera si addormenta quando andiamo a vedere commedie a teatro, ma nulla di che" mi sorride mentre noto che fulmina papà.
"Lei però in compenso mi da fastidio" interviene il diretto interessato. I miei scherzano e giocano come se fossero ancora degli adolescenti. Io rido mentre bisticciano.
"Tu invece? Dove sei piccina?" chiede papà focalizzando l'attenzione su di me.
"Qui tutto bene. Ho dovuto accompagnare il mio nuovo capo in un viaggio di lavoro a Venezia. Non l'ho ancora visitata ma appena sono arrivata mi sono incantata dalla bellezza che emana" sorrido ricordandomi di Piazza San Marco.
"Oh è arrivato il figlio di Luigi, ce l'aveva detto" annuisce.
"Già. Sapete che venerdì scorso sono andata a cena da loro? Mi hanno chiesto di voi e Clara vi invidiava, anche lei sarebbe felice di venire a Parigi" ridacchio ricordandomi quello che ci siamo detto.
"Può sempre raggiungerci!" rido all'affermazione di mamma.
"Bene tesoro, noi andiamo a pranzare, divertiti"
"Anche voi e godetevi Parigi!" li saluto e poi chiudo la chiamata. Sento bussare alla porticina comunicante e sorrido. Corro ad aprire e noto che lo sguardo di Michael studia tutta la mia figura. Ho ancora l'asciugamano avvolto in vita! Parlando con i miei mi sono dimenticata di non essermi vestita del tutto, indosso solo l'intimo.
"Sc-scusami disturbo?" domanda balbettando. Il suo sguardo vaga fino alle mie gambe nude e poi ritorna nei miei occhi.
"Perdonami tu m-mi sono dimenticata di essere c-così" abbasso lo sguardo sui miei piedi scalzi.
"Hai il-il completo che ti avevo visto in mano quando eri andata a fare shopping con Stella o sbaglio?" alzo il viso verso di lui, sorpresa che si ricordi.
"Non sbagli, ti posso essere d'aiuto in qualche modo?" chiedo dondolandomi sui talloni.
"Ehm volevo solo sapere se avessi voglia di pranzare insieme a me nel ristorante dell'hotel" alza le spalle.
"Oh mhm certo, solo...fammi prima preparare" esclamo in imbarazzo.
"Certo certo. Venti minuti?" chiede. Mi mordicchio la guancia vedendolo pensieroso.
"Dieci mi basteranno" gli sorrido. Annuisce e poi chiude la porta per lasciarmi vestire.

Prezioso come lo smeraldoWhere stories live. Discover now