10° capitolo

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Scale, molte scale...

Giungiamo con acclamante fatica alle scale che permettono di arrivare fino al secondo piano. Il nostro progetto consiste nel prenderle, affinché poi attraversiamo un ulteriore corridoio ed essere infine all'interno del nostro obiettivo, l'Aula Magna. Tuttavia, prima di essa chi incontreremo? Questa è una bellissima domanda senza una bellissima risposta e se ci fosse, non la vorrei nemmeno sapere.

Che abbia origine la nostra sfida contro il nemico del quale non si è a conoscenza né di come è fatto, né che armi ha, né chi sono i suoi alleati e a maggiore ragione né se siamo suoi nemici o, per massima sfortuna, compagni dei suoi nemici. Qual è la verità?

Chi siamo noi?
E per gli altri?

Con la forza eccelsa del Sole, della Luna e degli elementi terreni, abbiamo questo globo dalla parte nostra, però per quanto possiamo essere potenti, siamo di fronte a mille altri pianeti contro di noi con possibilità di abitanti aventi poteri immensi come un oceano rispetto ai nostri rachitici mari.

Scendiamo con massima cautela un gradino alla volta. Sangue, grida, non se ne può più. Kristen si mette a piangere e ugualmente a tutti scende una lacrima che fa male e che riga violentemente i nostri volti; le nostre guance si sono trasformate in un campo di battaglia: opinioni ed emozioni devono fare ora il conto con la realtà. Abbiamo paura, siamo dei ragazzi ingenui. Ci permette di continuare solo la nostra elementare voglia di vivere, perché non possiamo averne il diritto?! Per quale motivo ci stanno facendo passare tutto ciò? Perché ci stanno torturando? Perché!

Mat, che è il più sensibile fra tutti, cade a terra per disperazione. Beccando lo spigolo di un gradino, scivola arrivando alla fine della rampa, disgraziatamente non riesce a rialzarsi ed è macchiato di sangue. Gal rapidamente gli si avvicina per soccorrerlo, prova a premere sulla sua caviglia, eppure si sente Mat lamentarsi e dolersi per essere ceduto. Purtroppo, la professoressa conferma la crudele notizia: al nostro compagno si è fratturata la caviglia, non riuscirà a camminare. Voi tutti lettori sapete che ad una azione esiste una reazione, ecco a voi. Neanche passato un millisecondo che udiamo un rumore, uno sgradevole urlo alieno, un urlo uguale a quando ci si potrebbe trovare davanti una persona morta.

E ora?

Ora sorge un maestoso e sommo dubbio del quale la verità non la vogliamo neppure conoscere. Mat scoppia a piangere, con la sua voce tremante ci ordina di lasciarlo lì, sarebbe solo un peso per noi, afferma lui. Gal col male in cuore ci avverte che dobbiamo procedere rapidamente a prendere una scelta oppure noi tutti faremo una brutale fine; dobbiamo decidere in fretta. Siamo ad un liceo scientifico, dovremmo usare le nostre menti: siamo dei ragazzi speciali e pure le pietre ne sono a conoscenza. Prendiamo in considerazione tutte le conseguenze che possono verificarsi, tutte le possibilità di riuscita se avessimo o no il nostro compagno con noi, sì, fra di noi.
Sciaguratamente l'accordo finale è solo uno, Mat non può più proseguire con noi altri. Inoltre, lui ci supplica di continuare, è ormai destino. Ci lascia tutto il materiale che ci può tornar utile in futuro, si denuda completamente. È spoglio delle sue vesti e trema per il freddo oramai venuto in precedenza. Sono solo lui e il fato, ciò che è stato preservato solo per lui, per l'unico ragazzo qua presente con nome Mat, colui che ci ha fatto strappare un sorriso anche nei momenti più bui durante il nostro intero percorso scolastico. Ci conosciamo da ben sette anni, sette anni che lasciamo alle spalle, sette anni in cui abbiamo costruito ricordi, in cui siamo stati prescelti e denominati come geni. Abbiamo lottato, abbiamo pianto, abbiamo riso, ci siamo supportati, ci siamo sopportati a vicenda, sì perché sono questi gli amici veri. Quelli che ti darebbero la propria spalla su cui appoggiare la propria testa, ti salverebbero, ti donerebbero anche il cuore, fortezza rinominata.

Chi trova un amico, trova un tesoro. Un immenso tesoro per l'ultima volta.

For the last time...

Un ulteriore grido ambiguo resta con fremente brivido nelle nostre orecchie, ci immobilizza. Questa volta proviene dal piano più in alto dell'edificio. Non sapevamo che andasse veramente a finire in questo modo. Dai miei occhi scende una lacrima la quale penetra con tenacia la mia guancia e scivola lasciando tutti i ricordi ad un avvenimento che sta giungendo al culmine della fine. Nello sguardo del mio compagno, che nel frattempo si era rimesso a terra, percepisco terrore e abbandono. Che intemperie dovrà affrontare questo povero ragazzo, nonostante non abbia fatto niente di male a nessuno, proprio a nessuno. Si rialza aiutandosi con le sue magre braccia, Gal lo regge per un'altra volta. Un passo, un secondo... ed ecco qua davanti a me.

Non bastano tremila parole per capire i nostri intenti, abbiamo un bisogno che è reciproco. Un abbraccio, un caldo stringerci tra le nostre mani che donano l'energia proveniente dai nostri cuori battenti fortemente.


"Dire che mi mancherai vale poco. No, non ce la posso fare senza di te."

"No, non è assolutamente vero. Combatti per me, combatti per Jessica."


E per l'ultima volta ci osserviamo nei nostri lucenti occhi e ci abbandoniamo al proprio futuro.

Mine (mia)Where stories live. Discover now