Capitolo 2

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La prima settimana pass3ò benissimo, ovviamente perché non c'erano state ancora delle verifiche vere e proprie, tipo quelle iper complesse che si inventano di solito i professori.
Con Nathan non ci parlavo praticamente mai, a parte quelle volte che lo mandavo a quel paese perché mi chiedeva di fargli i compiti o cose così. Se ne stava per i fatti suoi, non guardava le ochette e non parlava con nessuno. Era molto chiuso in sé stesso. Ma a me non importava.
Andavo d'accordo quasi con tutti. Ma la mia migliore amica era Anna.
Quel giorno però, accadde una cosa...

Come al solito mi alzai dal letto tirando giù il Padre Eterno e tutto l'universo e poi spensi la sveglia.
Feci la mia solita routine. Mi misi i soliti jeans, le solite scarpe, la mia maglietta nera con su una felpa e mi misi la mia solita collana (me l'aveva regalata Matteo, era una collanina con una pietra, il lapislazzuli).
Mi truccai come al solito, poi presi lo zaino e uscii furtivamente di casa visto che i miei stavano ancora dormendo.
Presi le cuffiette dalla tasca dello zaino e iniziai ad ascoltare un po' di musica.
Quando arrivai a scuola mi sedetti sulla panchina e continuai a statmene nel mio bel mondo fatto di ottimismo e desideri.
Dopo pochi minuti arrivò Matteo abbracciato ad una ragazza.
Mi tolsi un auricolare e mi avvicinai a loro.
"Buongiorno Matteo..." dissi io sorridendo.
"Ah, ciao..." rispose lui impassibile.
"Lei chi è? Una tua amica?" domandai io curiosa.
"No, è la mia ragazza." rispose con tutta tranquillità.
"Cosa?!?" domandai io stupefatta, poi aggiunsi:"Ma sono io la tua ragazza..."
"Non più."
"Un anno insieme e lo vuoi buttare nel cesso così, solo perché ti gira?" iniziai a dare di matto.
Lui mi guardò e poi disse:"Tu sei convinta che ti sia sempre stato fedele?"
A quelle parole spalancai la bocca. Intanto lui e la sua nuova fidanzata entrarono a scuola, ormai la campanella era suonata.
Entrai anch'io, ma dopo qualche passo cedetti. Mi sedetti tra due macchinette della scuola e scoppiai in un pianto silenzioso.
Non correvo il rischio di essere beccata dai prof, a quell'ora non passavano mai in quel corridoio.
Ero lì, da sola a piangere come una fontana. Ormai il mascara era colato e aveva lasciato delle righe nere lungo le mie guance.
Io credevo che Matteo fosse uno apposto, ma forse con me aveva usato solo una maschera. Mi sentivo da schifo. Perché non me ne ero accorta prima? Avrei sofferto di meno!
Dopo circa dieci minuti sentii dei passi.
Chi cavolo poteva essere a quell'ora, in quel posto durante la lezione?
Nascosi la testa fra le braccia e mi strinsi ancora di più per non far vedere che piangevo.
I passi si interruppero all'improvviso e qualche secondo sentii una mano calda appoggiata sopra la mia testa.
"Muovi il culo, siamo in ritardo."
Quella voce...alzai la testa e vidi Nathan inginocchiato davanti a me.
"Lasciami in pace o ti faccio scappare a calci..." sussurrai io.
Si alzó e fece qualche passo e poi si sedette per terra di fronte a me con la schiena appoggiata al muro.
"Cosa ci fai ancora qui?..."
"Semplice, non ho voglia di entrare in classe. Ma comunque al massimo finiamo entrambi in presidenza...ma non ti preoccupare, metto io una buona parola su di te col preside, ho molta confidenza. Vado da lui a causa dei professori almeno un paio di volte a settimana."
Sorrisi un attimo. Non era antipatico, era solo un pò...chiuso.
"Sai, dovresti toglierti il maschara dalle guance...sembra una pista." commentó lui successivamente.
Io ci riflettei un attimo e poi annuii. Presi dalla tasca dello zaino e con un fazzoletto mi ripulii le guance.
"Ora va molto meglio...sei meno brutta di prima." disse lui sorridendo.
"Grazie eh!"
Scoppió a ridere, si alzó e poi disse:"Vado in classe, ciao."
Mi alzai di scatto e dissi:"Aspetta."
Ma lui non mi ascoltó e continuó a camminare. Allora io presi lo zaino e gli corsi dietro. Quando fui al suo fianco smisi di correre e camminai.
Rimanemmo in silenzio, poi una volta davanti all'aula bussai.
La professoressa di inglese disse:"Avanti."
E noi entrammo.
"Vi sembra l'ora di arrivare?!?" domandó lei abbastanza alterata.
Io filai subito al posto dopo aver fatto un timido saluto, invece Nathan rimase in piedi davanti alla prof che disse:"Domani DOVETE portare la giustifica."
Lui peró non stette zitto e le rispose:"Ma Cristo! Lei non ha mai fatto un ritardo?"
A quel punto la prof andó su tutte Le furie e inizió a farci la predica.
Non capivo come, ma Nathan mi aveva tirata su di morale.
Quando suonó la campanella, durante il cambio dell'ora Anna mi raggiunse e si sedette sul mio banco.
"Dimmi che ti é successo. Ti ho vista fuori e sei entrata in ritardo con Nathan. Stai tradendo Matteo?" mi domandó lei diretta.
Io scossi la testa e le raccontai tutto. Ricordare mi faceva male.
"Davvero?!? Ora vado da quel bastatdo e gli spacco la faccia!" esclamó Anna quano finii di parlare. Io non la fermai, ma purtroppo entró il professore di arte...fare lezione con lui era noiso.
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Spero vi piaccia...❤❤❤

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