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31 ottobre 1818,
Busan, Corea del Sud

"Jeongguk, ma la vuoi smettere di spaventare i bambini?" Taehyung urlò, sbucando da dietro uno degli alberi in cui entrambi si stavano nascondendo.

"Siamo qui per questo, Taehyung." Jeongguk gli si avvicinò ridendo.

"Non è vero! Sei esagerato, dobbiamo farlo ma in modo più gentile."

"Sono stato gentile." Jeongguk alzò le spalle, facendo roteare gli occhi all'altro.

"Quel bambino avrà i traumi a vita! Appena ti ha visto ha iniziato a piangere ed è corso via." Taehyung si guardò intorno, notando diversi passanti che gli lanciavano sguardi confusi o arrabbiati.

"È stato divertente." Jeongguk non riusciva a frenare le sue risate e, nonostante la situazione, Taehyung venne contagliato, iniziando a ridere insieme a lui

"Sei un caso perso."

"Sei tu che hai accettato di seguirmi, e non parlo solo di venire a Busan con me, capiscimi." Jeongguk si avvicinò all'altro, facendogli compiere dei passi all'indietro, e continuò in quel modo finché Taehyung non si ritrovò con le spalle a un albero.

"È stato l'errore più grande della mia vita." sussurrò, alzando il viso e facendo unire i loro due nasi.

"Ti conosco così bene che capisco quando menti anche solo guardandoti negli occhi." Jeongguk portò una mano sulla guancia di Taehyung, accarezzando la sua pelle e scendendo fino al collo, dove giacevano ancora i due buchetti creati da lui stesso.

"Ti credi troppo importante, quindi evidentemente non mi conosci ancora così bene." Taehyung si mosse velocemente, provando a ribaltare la situazione, ma l'altro fu in grado di bloccargli i polsi prima che potesse fare qualsiasi cosa.

"Ne sei ancora convinto?" Jeongguk alzò le mani e portò le braccia di Taehyung in alto, sul tronco di quell'albero, impedendogli di muoversi.

"Che hai intenzione di fare? Non puoi mordermi di nuovo, quindi allontanati." pronunciò, ma avrebbe mentito se avesse detto di non volere qualcosa in più.

In un anno, dopo la sera dell'Halloween precedente, lui e Jeongguk avevano passato insieme ogni giorno.

In ogni ricordo di entrambi c'era l'altro.

Avevano iniziato a girare il mondo senza pensare al domani, non trascorrevano più di un giorno in una stessa città, e quella era la prima volta che visitavano Busan.

Dopo il loro primo, e ultimo, bacio, non avevano più parlato di quell'accaduto, continuando a passare il tempo insieme senza dare un nome al loro rapporto.

Entrambi sentivano quella voglia di fare proprio l'altro, soprattutto quando si ritrovavano a dormire nello stesso letto in un hotel.

Non potersi toccare era la loro condanna più grande e, anche se tutti e due lo desideravano, nessuno muoveva il primo passo.

Non furono necessarie le parole, i gesti parlarono per loro e dissero tutto ciò che loro non furono mai in grado di dire.

Taehyung ormai conosceva e riconosceva quel respiro più di ogni altra cosa, e avrebbe pagato con la propria vita per sentirlo ancora.

Quando Jeongguk dormiva capitava che Taehyung non riuscisse a fare lo stesso e quindi si voltava verso di lui, avvicinando i loro visi. Avrebbe tanto voluto unire le loro labbra, ma alla fine si limitava a farsi cullare dal suono del suo dolce respiro.

E Jeongguk in realtà non dormiva sempre, conosceva quell'abitudine dell'altro e ogni volta avrebbe voluto stringerlo fra le sue braccia per aiutarlo ad addormentarsi.

Ma nessuno dei due faceva mai nulla, eppure quella notte fu diverso. Jeongguk decise di non pensare ai se oppure ai ma, si godette semplicemente il momento, e Taehyung fece lo stesso.

E le loro labbra ricordarono finalmente il sapore di quelle dell'altro, consapevoli che non avrebbero dovuto aspettare di nuovo così tanto tempo per assaporarsi ancora e ancora e ancora.

"Mamma, una stella cadente!"

"Ne ho vista una anche io!"

"Quante ce ne sono questa sera!"

Taehyung si allontanò dalle labbra di Jeongguk, che intanto aveva lasciato le sue mani permettendogli di portare le proprie braccia attorno al collo del più alto, che intanto stringeva i fianchi dell'altro con le proprie dita.

Nella visuale di Taehyung apparve una scia luminosa e sorrise, riportando lo sguardo negli occhi del ragazzo davanti a sè.

"Ho visto una stella cadente, ti cedo il mio desiderio, cosa esprimi?" sussurrò.

"Tutto quello che voglio ce l'ho già." rispose Jeongguk con lo stesso tono, facendo capire le sue intenzioni all'altro.

"Allora me lo tengo per me, zitto che ci penso."

Ma la sua mente non ci mise nemmeno un secondo per elaborare il suo sogno più grande, che apparve nei suoi pensieri già quando nella sua visuale era entrata quella stella.

Taehyung chiuse gli occhi ed espresse il suo desiderio: "Voglio passare il resto della mia eterna vita con Jeongguk."

"Hai fatto? Voglio saperlo." disse il diretto interessato, facendo riaprire le palpebre di Taehyung, che gli sorrise.

"Non posso, non si dice il desiderio ad alta voce."

In un momento in cui Jeongguk fu distratto Taehyung si abbassò e fuggì dalle sue braccia, iniziando a correre per tutto il parco.

Jeongguk iniziò a ridere e a seguirlo, ma senza correre troppo, perché se avesse voluto lo avrebbe già raggiunto, ma volle regalargli un po' di felicità.

E mentre uno rincorreva l'altro, con i sorrisi stampati sui volti e i cuori che battevano a mille, erano ignari del fatto che il desiderio di Taehyung, con il passare degli anni, avrebbe preso realmente vita.

Fine

Those fall nights || TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora