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La luce della luna e quella delle candele illuminava il volto ammaliante di Jeongguk, situato a qualche millimetro da quello di Taehyung, che pensava di non aver mai visto altra persona più bella di lui in tutta la sua vita.

Le parole, per la prima volta, gli si bloccarono in gola. Era come se le sue corde vocali si fossero attorcigliate fra di loro, facendogli avvertire un nodo proprio dov'erano situate esse.

Aveva gli occhi puntati sul ragazzo davanti a sè e non aveva intenzione di spostare lo sguardo.

Jeongguk se n'era accorto e se c'era una cosa per cui Taehyung e lui si assomigliavano era la consapevolezza dell'effetto che facessero sulle altre persone.

Ma mai era capitato, a nessuno dei due, di incontrare qualcuno che catturasse loro.

Non era mai accaduto, non fino a quel momento.

Nonostante durante il loro primo incontro già avessero capito che ci fosse qualcosa nell'altro, solo in quell'attimo, quando il ragazzo di fronte a entrambi era l'unica cosa su cui fossero concentrati, capirono tutto ciò che era sempre stato sotto al loro naso.

A Taehyung bastò uno sguardo, uno solo, per esprimere tutte quelle parole che non sarebbe mai stato in grado di pronunciare ad alta voce.

Anche se gli unici testimoni di quella notte sarebbero stati Jeongguk e la luna, che da sempre era la spettatrice delle storie d'amore più belle e intense mai viste.

Taehyung e Jeongguk erano circondati dal silenzio, che nessuno dei due aveva il coraggio di spezzare con qualche frase che sarebbe potuta risultare di troppo.

Ma ci pensò qualcun altro al posto loro.

Iniziò a sentirsi una melodia di un pianoforte e, dato quel silenzio disumano, fu possibile udire quel suono anche dal luogo in cui erano seduti i due ragazzi.

Jeongguk decise di allontanarsi da Taehyung, restituendogli la possibilità di respirare correttamente senza sentire una morsa allo stomaco, poi si mise in piedi, porgendo una mano all'altro. Taehyung guardò il braccio steso davanti a sè e poi il viso di Jeongguk, che gli sorrideva, come a convincerlo ad afferare il suo palmo.

Taehyung decise quindi di farlo, unì le loro mani e si alzò in piedi. Jeongguk strinse le loro falangi e poggiò l'altra sua mano sulla parte bassa della schiena del ragazzo di fronte a sè, facendo avvicinare i loro corpi e quasi scontrare i loro petti.

Taehyung deglutì, percependo ancora quella strana sensazione fin dentro le viscere, ma provò a ignorarla, non volendo rovinare tutto.

Portò la mano libera sulla spalla sinistra di Jeongguk. Quest'ultimo iniziò a muovere dolcemente i suoi piedi, dando il ritmo al ballo che si creò dopo qualche secondo.

Taehyung seguiva i suoi passi, tenendo il viso leggermente inclinato verso l'alto per non distogliere le sue iridi da quelle di Jeongguk, che non abbandonava mai quel suo sorriso.

Avrebbe voluto dirgli tante cose, voleva esprimere ciò che provava in quel momento e in ogni istante che lo guardava.

"Sapete, non ho mai smesso di pensarvi." sussurrò, trovando il coraggio che stava andando a mancargli. Jeongguk si piegò leggermente sulle proprie ginocchia, per portare le labbra all'orecchio destro di Taehyung.

"Non pensavo fosse possibile, eppure vale lo stesso anche per me." disse con lo stesso tono di voce, procurando all'altro dei brividi che partivano dalla nuca e che terminavano solo e unicamente alla punta dei piedi.

"Non avete altro da dirmi? Vi limitate a questo nonostante abbiate la possibilità di avermi qui solo per voi." ribattè il Taehyung, portando le sue dita ai capelli alla base del collo di Jeongguk, lasciandoci delle carezze di tanto in tanto.

"In realtà avevo intenzione di dirvi che siete bellissimo, ma questo lo sapete già, non c'è bisogno che ve lo dica io." ammise sfrontatamente, facendo sorridere soddisfatto Taehyung.

Saperlo era un conto, ma sentirselo dire ne era un altro.

"Avete ragione, questo lo so già."

"Però non penso che voi siate a conoscenza di quanto diventate magnifico sotto la luce della luna." rispose l'altro prontamente e, sapendo di aver lasciato l'altro senza parole, continuò il suo discorso "Se voi vi vedeste con i miei occhi le persone non vi chiamerebbero egocentrico, ma dovrebbero inventare un nuovo termine per descrivervi."

Taehyung ne aveva ricevuti di complimenti nella sua vita, di sinceri e non, ma mai nessuno lo aveva colpito come le parole che quella sera gli stava rivolgendo Jeongguk.

"Lo pensate davvero?" sussurrò il moro, guardandolo negli occhi.

"Non ho mai pronunciato frase più reale, Taehyung, dovete credermi."

E Taehyung la vedeva la sincerità nelle iridi scure dell'altro.

"Trovo strano che un ragazzo come voi non abbia una moglie," iniziò Taehyung "intendo dire, siete giovane e gentile, anche dolce se posso permettermi, quindi è una domanda che sorge spontanea."

"E voi come sapete che io non sia sposato?" ribattè Jeongguk, confondendo per un secondo le idee dell'altro, che si chiese se davvero non avesse frainteso tutto, fin dall'inizio.

"Una persona sposata non balla con qualcun altro."

"Avete mai sentito parlare di tradimento?"

"Jeongguk, non girateci intorno, siete spostato?" Taehyung era sul punto di spostare le sue mani dal corpo dell'altro e di allontanarsi, ma Jeongguk parve capirlo e strinse la sua schiena, facendo avvicinare ancora di più i loro petti.

"No, ma era divertente vedervi confuso, e giuro di aver visto anche un filo di tristezza nei vostri occhi."

"Ve lo siete sicuramente immaginato."

"Io non credo proprio."

La melodia del pianoforte era terminata, forse anche da qualche minuto, ma Taehyung e Jeongguk non avevano intenzione di fermarsi. Il ritmo dei loro passi ormai lo dettavano loro, senza essere vincolati da quella musica che in fin dei conti a nessuno dei due piaceva davvero, ma che era stata soltanto una scusa per avvicinarsi di più, e non solo fisicamente.

Lo spazio fra di loro diminuiva e l'aria anche, o forse era solo dovuto alla vicinanza ristretta a cui si trovavano. Il calore del respiro dell'altro era una sensazione con cui avevano già fatto fronte, ma mai in quel modo così ravvicinato.

Taehyung percepì quelle labbra, che l'anno prima erano sul suo collo con un solo obbiettivo da portare a termine, a contatto con le sue.

Il tempo non sembrava essersi fermato ed entrambi udivano ancora il fruscio delle foglie e il leggero suono delle voci di chi era alla festa, eppure non ci facevano caso.

Non ci facevano caso perché, in quell'attimo, non esisteva altro che loro.

Those fall nights || TaekookWhere stories live. Discover now