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31 ottobre 1817
Seoul, Corea del Sud

Taehyung aveva sempre amato le feste, soprattutto quelle formate da sole persone di alto livello. Lo faceva sentire a casa essere circondato da tutta quella nobiltà e regalità.

Aveva deciso di indossare una semplice maschera che gli copriva solo gli occhi, era dorata e si abbinava ai suoi abiti neri e rossi.

Tutti ballavano con tutti, bevevano qualsiasi cosa ci fosse a disposizione e mangiavano ciò che volevano.

Taehyung girava per la sala con un bicchiere fra le dita da cui ogni tanto beveva qualche sorso. Udiva anche il più piccolo sussurro o sospiro, e ascoltare le conversaizoni di chi lo circondava, soprattutto se esse stavano litigando, gli piaceva tantissimo.

Si era abituato a percepire tutto il doppio di come aveva sempre fatto, ma non sempre quello gli rendeva la vita facile.

Sentiva sulla pelle lo sguardo di chi lo giudicava solo perché Taehyung sapeva quanto fosse bello ma, per quanto se ne vantasse, non aveva mai fatto del male a nessuno in alcun modo.

L'autostima, per lui, non era mai stata sinonimo di credersi migliore di tutto e di tutti, semplicemente era a conoscenza di quanto valesse e non se ne vergognava.

Nonostante gli occhi di tutti fossero nascosti in parte da una maschera lui sapeva e sentiva i pensieri di quasi tutte le persone in quella stanza.

A nessuno fregava niente dell'altro. Guardava chunque e vedeva solo maschere, e non solo in senso letterale, ma perché tutti parlavano con la persona al proprio fianco squadrando male qualcun altro, e non c'era una sola persona che Taehyung vedesse con un minimo di personalità.

Tutte quelle persone erano vuote di carattere e di sentimenti.

Ma nella sua classe sociale funzionava così e, se avesse voluto tenere il suo posto in quel mondo, avrebbe dovuto adattarsi.

Finì il suo drink e sospirò. Aveva avuto delle aspettative così alte per quella festa che, in quel momento, mentre tutti odiavano tutti, non aveva niente da fare se non guardare nel complesso quella stanza.

Continuò a voltare lo sguardo su ogni persona, finchè i suoi occhi non si posarono su una in particolare. Era un ragazzo, lo si capiva dalla sua corporatura e dalla sua acconciatura. Si accorse, per quanto fosse visibile dalla maschera che portava, che anch'egli lo stesse guardando.

Taehyung percepì un brivido attraversargli la schiena, dopo che le sue iridi si unirono a quelle dello sconosciuto.

O almeno, di quello che credeva fosse uno sconosciuto.

Gli parve quasi di riconoscerlo, ma il suo cervello non riusciva a collegare nulla.

Vide quello stesso ragazzo fargli un sorriso e fu allora che capì. Avrebbe potuto dimenticare tutto, perfino il proprio nome, ma quelle labbra non avrebbe mai potuto allontanarle dalla sua mente.

Rivivette le sensazioni che provò solo un anno prima, ma che in quel momento sembravano più vive che mai.

Si perse così tanto nei suoi pensieri che non si accorse che il ragazzo, che identificò come Jeongguk, fosse sparito dalla sua visuale, e passò un solo secondo prima che percepisse un respiro sul suo collo.

E quella era un'altra delle cose che non poteva rimuovere dai suoi ricordi.

"Volete continuare a limitarvi a guardarmi, Taehyung, oppure vogliamo uscire e fare qualcosa? Questa festa è estremamente noiosa, non pensate anche voi?" sussurrò Jeongguk, portando altri brividi sul corpo di Taehyung.

Lui non rispose, si voltò semplicemente verso l'altro e iniziò a camminare al contrario, verso le porte del Palazzo Reale, tenendo sempre i suoi occhi fissi in quelli dell'altro ragazzo, che ci mise pochi secondi a comprendere ciò che stesse accadendo e a seguirlo, senza pensarci su.

La situazione era cambiata, in quel momento non era più Jeongguk il predatore e Taehyung la preda.

Poco dopo arrivarono nel giardino del Palazzo, pieno di decorazioni per Halloween, a partire dalle zucche intagliate con all'interno delle candele accese, sul prato, fino ad alcuni alberi coperti con un lenzuolo bianco e tagliati in modo tale da sembrare dei fantasmi.

C'erano delle persone che parlavano, quindi Taehyung decise di andare nel luogo più isolato che conoscesse.

Fermò i suoi passi solo quando si ritrovò circondato unicamente da delle siepi. Jeongguk lo aveva seguito fino a lì e si fermò nello stesso attimo in cui lo fece Taehyung.

"Sembra quasi un labirinto, come fate a conoscere questo posto?"

"Seguitemi, non resteremo qui in piedi." non rispose alla domanda e si voltò dando le spalle all'altro, riprendendo a camminare.

Passò qualche minuto prima che davanti ai loro occhi prendesse vita una fontana. L'acqua sembrava avere vita propria. La base era fatta di pietra ed era circondata da candele ricoperte ognuna da una piccola cupola di vetro.

Quel luogo era magico. Jeongguk sapeva riconoscere la vera bellezza e in quel momento ne aveva due davanti.

"Che spettacolo." sussurrò, avvicinandosi alla fontana e mettendo una mano sotto l'acqua. Voltò lo sguardo e ritrovò Taehyung intento a guardarlo, così sorrise e ricambiò lo sguardo "Un vero spettacolo."

Taehyung sospirò e, contro ogni suo critero, si ritrovò a sorridere, avvicinandosi all'altro.

"Sono molto curioso, capitava ogni tanto che alle feste qui mi annoiassi, da piccolo, e che andassi in giro. Un giorno ho trovato questo posto e me ne sono innamorato."

"Forse è proprio una qualità di questo luogo far innamorare all'improvviso."

Taehyung non capì, o forse cercò di convincere sè stesso di aver capito male. Decise quindi di cambiare discorso, così si sedette sul prato. Non si era mai mostrato a nessuno in quel modo, tutti lo avevano sempre visto composto ed educato, ma con Jeongguk non sentiva la necessità di farsi vedere come non era.

"Prima mi avete riconosciuto oppure mi avete scambiato per una delle tante persone che avete morso?" chiese sfacciatamentse, ricevendo in cambio uno sguardo divertito. Jeongguk si sedette di fronte a lui e si sporse leggermente, facendo quasi scontrare i loro nasi.

"Non ho mai morso nessun altro, Taehyung." gli sussurrò sulle labbra e se colui che aveva appena nominato non fosse morto già dopo il morso ricevuto dal ragazzo di fronte a sè sapeva che quelli sarebbero stati gli ultimi istanti della sua vita.

Erano legati da qualcosa che andava oltre ciò che Jeongguk aveva donato a Taehyung ed entrambi ne erano a conoscenza, perché sentivano una strana sensazione corrodergli le ossa fino ad arrivare al loro stomaco e, chissà, magari anche al cuore.

Those fall nights || TaekookWhere stories live. Discover now