40. Sì, Signor Agente

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«Uhm...» avvicino il dito medio alle labbra, seguendone il contorno per pulirmi dal rossetto sbavato, «questo momento, mi ricorda molto qualcosa, agente».

Lo catturo, lo imprigiono nella mia voce e nella sensualità guidata dall'alcol.
Voglio stuzzicarlo, farlo arrivare al limite.
Mi diverte vederlo trattenersi, fingere indifferenza anche se le sue mani scorrono lungo tutto il mio corpo come acqua salata.
Bruciano la mia pelle troppo candida.
Ora... sono gli occhi a farlo. Mi studiano con attenzione, non mi lasciano respirare.

Scott deglutisce con fatica, schiudendo le labbra carnose. La mascella marcata e cosparsa da un leggero strato di barba è stretta in una morsa che fa risaltare lo spazio vuoto sulle guance, dove gli zigomi sono intagliati da luci ed ombre.
I ricci voluminosi contornano con grazia il viso in penombra, illuminato soltanto da alcuni pulsanti digitali presenti nella macchina.
Poco sopra al colletto dell'uniforme riesco a scorgere il pomo d'Adamo, ora leggermente tremolante.

La sua pelle abbronzata sembra risplendere nonostante la poca luce, ma nulla è paragonabile all'intensità degli occhi verdi, ricoperti da pagliuzze talmente sottili e trasparenti, da sembrare invisibili.

Vorrei così tanto poterli ricordare anche a palpebre chiuse.

Le sopracciglia curate sono rilassate in un'espressione curiosa. È meraviglioso. Così candido e grumoso in un solo attimo. Sembra imperfetto talmente è esemplare.

Si slaccia la cintura, senza mai distogliere lo sguardo dal mio. Sono obbligata a spezzare il nostro momento ed indietreggiare, quando apre la portiera, affondando uno stivale sull'asfalto fresco.

Sì... mi sembra proprio di rivivere un déjà vu.

Vengo soggiogata dalle stesse sensazioni, anche se in realtà sono completamente diverse.
Con la mente, torno a qualche mese fa, al nostro primo incontro. Mi si accappona la pelle nel ripensarci. Come è possibile che sia accaduto tutto così in fretta?
I giri nella mia testa sono troppi per contare i momenti passati insieme. Sono così tanti, che anche da sobria non ci riuscirei.

Ora... ora non riesco a vedere altro se non l'uomo di cui sono follemente innamorata.
Sono perdutamente persa in Scott.
Ed è bellissimo. Si tratta di un labirinto dolce e soleggiato. Forse non voglio trovare l'uscita.

Non riesco a staccare gli occhi da lui e non riesco nemmeno a controllare il battito cardiaco che mi lascia addosso la stessa sensazione di un cuore che scoppia.

Stancarmi di lui... mai. Non sono nemmeno in grado di formulare un pensiero del genere.
Scott, ai miei occhi, è qualcosa di incredibile ogni singolo giorno.
Lo è nel modo in cui si comporta, in cui parla e mi guarda. Riesce ad essere sempre la stessa persona, ma in maniera perennemente diversa.

Mi rende felice in ogni momento che passiamo insieme. A volte, anche quando non siamo fisicamente vicini. La sua presenza c'è sempre accanto a me.
Con lui, è bello anche litigare, perché quando lo fa, so che è con me. Lì e da nessun'altra parte.
Ci arrabbiamo, ma non smettiamo di amarci.

Si muove piano, come uno spettro della notte, avanzando tra le ombre quasi fossero sue schiave. Le comanda a piacimento, torreggiandole con facilità superba.

Il corpo tonico è stretto in maniera impeccabile attorno all'uniforme estremamente attillata. Sembra gliel'abbiano cucita addosso con l'intento di non fargliela più togliere.
Conosco quei bottoni. So dove sono.
Riesco a scorgere ogni smussatura, ogni angolo e ogni spazio.
Ogni... rigonfiamento.

PATENTE E LIBRETTO, SIGNORINA.Where stories live. Discover now