Capitolo 2

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«Benvenuti a New Orleans, di nuovo» il detective William LaMontagne Junior accolse il BAU mentre attraversavano il corridoio della stazione di polizia locale.
«Grazie per essere venuti, lo apprezzo davvero. È bello vedervi» disse e guardò gli agenti, prestando una particolare attenzione su Jennifer Jareau. Era assolutamente stupenda, con un completo blu navy e i capelli biondi che le cadevano sciolti sulle spalle.
Era un po' arrabbiato con lei perché non gli aveva risposto alle avances telefoniche, ma era sicuro che non sarebbe stata in grado di resistergli ora che finalmente si erano incontrato di persona.

«Figurati, non c'è problema» disse Rossi stringendo la mano a Will.
«Siamo felici di aiutare. In fondo vogliamo la stessa cosa: risolvere il caso.»

«Esattamente» rispose Will, ovviamente senza menzionare che potrebbe volere qualcosa di più oltre a risolvere il caso.

«Come ricordate,» aggiunse mentre li conduceva in una grande stanza con un tavolo rotondo al centro «questa è la sala conferenze. Sentitevi liberi di usarla come volete. Ricordate dov'è la macchina del caffè, vero?» domandò e guardò gli agenti del BAU, vedendo poi che tutti annuivano con la testa.
«Bene» continuò «mettetevi comodi.»

«Grazie, detective.» Hotch rivolse un piccolo sorriso a Will «Apprezziamo l'ospitalità.»

«Allora, quali sono i programmi per oggi?» chiese Emily, sapendo che non potevano permetterso di perdere tempo. Proprio come in ogni caso, il tempo era qualcosa di molto, molto prezioso e tutti ne erano consapevoli.

«Ci sono un paio di testimoni che non siamo ancora riusciti a interrogare riguardo all'ultimo omicidio» spiegò Will «pensavo che potremmo dividerci in gruppi e farlo ora. Potete anche visitare le ultime due scene del crimine, se volete. Sono ancora disponibili per essere esaminate. L'agente Evans, che è proprio qui fuori, sarà felice si aiutarvi. Ecco la liste dai testimoni ancora da interrogare.» Will consegnò ai membri del BAU la lista che aveva compilato.

«Va bene allora. Dave e Prentiss interrogate i primi due testimoni, Reid, se non ti dispiace, vai col detective LaMontagne ad ispezionare le scene del crimine e vedi se riesci a trovare qualcosa» ordinò Hotch.
I quattro annuirono, accettando i loro incarichi. «Porterò l'agente Evans dagli altri due testimoni. JJ, tu rimani qui e lavora sulle dichiarazioni per i media. Non dare troppe informazioni, però, quindi assicurati di consultare gli ufficiali locali riguardo a quanto i media già sanno.»

«Va bene» annuì JJ.

«Allora, siete tutti pronti?» chiese Hotch guardandosi intorno. Tutti sembravano sapere esattamente che cosa avrebbero dovuto fare e nel giro di cinque minuti la sala riunioni rimase vuota, con solo JJ seduta al tavolo che esaminava di nuovo i fascicoli del caso per assicurarsi che fosse ben preparata per il suo compito.

Erano le 17 e JJ aveva appena finito di rilasciare una dichiarazione e di parlare con alcuni giornalisti. L'aveva fatto milioni di volte, ma in qualche modo quel caso era particolarmente difficile. Non capiva bene il motivo, forse perché la stampa sembrava sapere i particolari del caso e continuava a fare domande davvero scomode. O forse perché non aveva dormito molto la notte prima.
Ad ogni modo, non poteva fare a meno di sentire la sua testa che stava per esplodere da un momento all'altro.

Fece un respiro profondo e andò nella sala riunioni, dove sperava di potersi riposare un paio di minuti, prima che tutti gli altri tornassero dai loro incarichi. Si sedette e appoggiò la testa sul tavolo. Sapeva che non poteva permettersi di perdere molto tempo, ma sentiva davvero il bisogno di avere un momento per se stessa.

«In pausa, eh» una voce dietro di lei all'improvviso la fece trasalire e mentre si volta a vede Will entrare nella sala riunioni con due tazze di caffè. «Ecco,» ne mise uno sul tavolo davanti a JJ «ho pensato to servissero energie» sorrise.

«Grazie.»
JJ non era entusiasta del fatto che Will fosse lì con lei, ma di certo non avrebbe rifiutato il caffè.

«Allora, come va?» lui le chiese per avviare in qualche modo la conversazione.

«Beh, ho appena finito di rilasciare una dichiarazione e ora ho bisogno di rivedere alcune cose qui nei file» spiegò lei.

Will iniziò a guardarla più attentamente. Sicuramente sembrava esausta, ma era comunque bellissima. Non vedeva l'ora che lei si lasciasse finalmente sedurre dal suo fascino. Non aveva dubbi che alla fine non l'avrebbe rifiutato.

«Perché non hai risposto a nessuna delle mie ultime telefonate?»
Alla fine si decise di dire ciò che aveva avuto in mente per l'intera giornata.

«Will...» fece per dire qualcosa, ma lui la interruppe.

«Lo capisco» disse e JJ lo guardò sorpresa «scommetto che stavi aspettando di essere finalmente in grado di vedermi di persona, giusto?» Chiese con uno sguardo compiaciuto sul viso e JJ non poté fare a meno di ridere dentro di sé per quanto Will fosse davvero sciocco.

«Ascolta, Will, pensavo davvero che ignorare le tue chiamate fosse un messaggio chiaro, ma a quanto pare non è stato così... Quindi per favore lascia che te lo spieghi ancora una volta: non uscirò con te. Né ora né mai.»

«E come fai a saperlo?» Sorrise, ancora sicuro al 100% che alla fine avrebbe ceduto.
«Non mi hai nemmeno dato una possibilità» ha aggiunto, sapendo che fosse sulla buona strada per convincere JJ ad accettare di uscire con lui.

JJ si sentiva impotente e non aveva idea do che cosa dire. Sapeva che anche se avesse detto a Will che stava vedendo un altro ragazzo, lui non si sarebbe mai arreso, quindi cercò una soluzione che sperava avrebbe fatto andare via Will.
«Non posso uscire con te perché non sei del sesso giusto» rivelò. Ci è voluto un po' prima che Will comprendesse a pieno cio che aveva sentito.

«Stai dicendo che sei... gay?» chiese, come se fosse la cosa più strana che avesse mai sentito. «Non mi mai detto niente?» Era ancora più sconcertato.

«Non mi andava di condividerlo con te, Will. Ma ora lo sai. Sono gay e ho una relazione» disse e si rese subito conto che non avrebbe dovuto aprire bocca, ma si decise a continuare «Quindi, per favore, lasciamo perdere.»

«Hai una relazione?» apparentemente non poteva credere a quello che stava sentendo. «Come diavolo trovi il tempo per avere una relazione?»

Per un momento JJ rimase lì immobile, e alla fine parlò: «Diciamo solo che è qualcuno con il mio stesso tipo di lavoro» spiegò, e un secondo dopo notò Emily entrare nella sala conferenze. «In effetti, eccola.» JJ sorrise e si voltò rapidamente in direzione dell'agente più anziana. E prima che se ne rendesse conto, si avvicinò alla bruna e le sue labbra si scontrarono con quelle di Emily, lasciando Will con gli occhi spalancati ed Emily totalmente scioccata dall'inaspettato avvicinamento di labbra con la collega più giovane.

Una scoperta inaspettataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora