Capitolo 6

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Il mattino dopo, le tre ragazze, mentre facevano colazione, sentirono bussare alla porta del loro appartamento. Andò ad aprire Irene, la quale rimase stupita da chi aveva di fronte.

"Buongiorno, cercavo Michela" disse il ragazzo, in modo molto cordiale.

"Te la vado a chiamare" rispose la mora, fissandolo.

Così la ragazza rientrò in casa e comunicò all'amica di uscire. La più bassa andò fuori dall'appartamento e guardò l'ospite in modo sconcertante.

"Giorno Jongin, che vuoi?" disse diretta la castana al vicino di casa, il quale si mise a ridere.

"Perché ridi ora?" chiese lei, per poi notare che il ragazzo non la stava guardando in faccia. Abbassò lo sguardo e capì il motivo delle sue risate: Michela indossava ancora il suo adorato pigiama ad orso, abbinato ovviamente alle pantofole viola.

"Cazzo" imprecò la più bassa, abbassando lo sguardo.

"Non preoccuparti: gli orsi sono carini" la tranquillizzò lui.

"Vabbè dai, cosa volevi?" domandò la castana, cercando di non far notare di essere diventata rossa in faccia.

"Calma, vengo in pace" scherzò il più alto.

"Okay...Che mi dovevi dire?" richiese Michela con un tono più gentile.

"Volevo scusarmi per come mi sono comportato con te, dall'inizio: non era mia intenzione creare questo rapporto tra vicini. Per farmi perdonare, mi piacerebbe che te e le tue amiche veniste a cena da me stasera: saranno presenti anche due miei amici" parlò Jongin.

"Siamo sicuri che non ci sia nessun secondo fine?"

"Te lo assicuro" confermò lui.

"Va bene, allora ci vediamo stasera alle 20:00" finì di dire la ragazza, prima di salutarlo e rientrare in casa.

"Cosa voleva il rompipalle?" chiese acida Christine, appena vide l'amica.

"Si voleva scusare per come si è comportato e ci ha invitato stasera ad andare a cena da lui" spiegò Michela.

"Io non ci sono stasera: ho uno shooting molto tardi" disse Irene.

"Quindi siamo solo noi due e Jongin?" domandò la bionda.

"No, ci saranno anche due suoi amici" rispose la più bassa.

"E chi sono questi?" cercò di capire la più piccola.

"Non ne ho idea" concluse la castana, prima di essere interrotta da uno squillo del telefono dal cellulare di Christine, la quale rimase scioccata non avendo il numero salvato, ma decise comunque di rispondere.

"Pronto?" domandò lei.

"Ciao Christine, sono Sehun" si sentì dire.

"Oh, ciao Sehun!" salutò la ragazza, per poi allontanarsi dal salotto ed andare in camera sua, sotto gli sguardi pervertiti delle coinquiline che ridevano.

"Per caso ti disturbo?" chiese lui.

"No, tranquillo: dimmi tutto" disse la bionda mentre si buttava sul letto.

"Sinceramente avevo bisogno solo di parlare con qualcuno e la prima persona che mi è venuta in mente sei te, visto anche quello che mi hai detto ieri" spiegò il moro.

Christine rimase stupita: è vero che gli aveva lasciato il suo numero proprio per quello, ma non pensava che l'avrebbe chiamata veramente per sfogarsi.

"Ho capito: beh, di cosa volevi parlare?" chiese la ragazza.

"Sto iniziando ad avere veramente paura: mia sorella è scomparsa e la polizia non riesce a trovare tracce di lei...Ho paura che le sia successo qualcosa di veramente brutto" rispose Sehun.

Don't fight the feelingWhere stories live. Discover now