Chiesa di San Cosimo e Damiano

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Piccola chiesa addossata al ponte Leproso, ricavata dalle strutture dell'antico lebbrosario. Essa pur resistendo alle periodiche sollecitazioni telluriche e più volte restaurata dal popolo.
Descrizione La chiesa è a pianta rettangolare con àbside. L'interno è caratterizzato da un controsoffitto ligneo. Si accede alla chiesa attraverso un portone in ferro,delimitato da un portale in pietra calcarea, posto su una gradonata. La facciata si presenta ripartita da lesène poste su un alta zoccolatura e timpano triangolare, al cui centro è posta una finestra quadrilobata, mentre sul portale d'ingresso c'è una vetrata rettangolare

Nel "Dizionario geografico storico civile del Regno delle Due Sicilie" di Raffaele Mastriani (1858), infatti, troviamo la chiesa citata come il "piccolo Tempio di SS.Cosmo e Damiano", attiguo proprio al Ponte "di molt'antichità".
All'area si accedeva attraversando la "Porta delle calcare" che prendeva il nome dalle antiche fornaci di calce che si trovavano nelle vicinanze, ed era una zona che oggi definiremmo di grande interesse archeologico.
Era però purtroppo trascurata al punto che già all'epoca Mastriani se ne lamentava : "Una infinità di anticaglie, che sonosi ancor discoverte per quei contorni, di marmi, iscrizioni, medaglie ed altri, sono andate a male per la non curanza de' cittadini, non senza dispiacere de' coltivatori dell'antiquaria."Della chiesa di San Cosma e Damiano non si trovano molte testimonianza ma è del tutto certo che esistesse già da tempo all'epoca dell'Arcivescovo Orsini che la cita più volte nelle cronache minuziose che faceva in occasione delle sue visite pastorali.

Orsini usava annotare con grande precisione quanto rilevava nelle sue missioni, e con piglio molto deciso annotava tutte le cose che dovevano essere sistemate, come a proposito di una lampada nella "Ecclesiam S. Mariae Sanitatis Castri Ginestre".
Al punto 6 delle sue osservazioni, si legge "si rimuova la lampada indegna, e si collochi con un braccialetto, come nella Chiesa de' santi Cosmo e Damiano della Città".

Era dunque una Chiesa che Orsini conosceva bene, tanto da ricordare proprio il dettaglio di quella lampada che indicava come riferimento nelle sue raccomandazioni.
Orsini era molto accurato nelle sue disposizioni, non trascurava nulla e tutti gli aspetti della vita della sua diocesi era regolati e disciplinati con grande dettaglio.(autorizzato 25/08/21,fonti sannioteatrieculture)

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