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Giorno 5°

Kirishima's pov

Mi brucia la gola ma non riesco a fermarmi, continuo a vomitare. Tossisco più volte trascinandomi verso la carta igienica, mi tremano le mani mentre cerco di pulirmi la bocca ma il labbro mi fa malissimo. Il pavimento è troppo freddo, sento il gelo entrarmi dentro le ossa, i denti cominciano a sbattere fra di loro, non riesco neanche ad alzarmi. Dopo svariati tentativi poggio le mani sul lavandino e trascino le gambe fino a riuscire a stare all'impiedi ma tremano e mi fanno troppo male. Cammino a testa bassa verso la doccia, non voglio guardarmi.
Una volta infilato dentro il box faccio uscire l'acqua calda che mi arriva addosso e riesco a respirare meglio, con un po' di caloria. Lavo bene i capelli e il corpo cercando di fare meno movimenti possibili, mi fa male ogni parte del corpo. Mi poggio al muro con il getto d'acqua che mi arriva in testa, vorrei restare qua dentro per sempre, ma non posso. Per colpa dell'acqua neanche mi sono accorto che stavo piangendo, le lacrime scendevano insieme alle gocce d'acqua calda.
Esco lentamente dalla doccia e prendo l'asciugamano, sono costretto a guardarmi perché devo passare la pomata sui lividi o peggioreranno, devo anche lavarmi i denti.
Mi giro lentamente e comincia a mancarmi di nuovo il respiro.
Lividi, sangue, graffi. Incrocio di nuovo quei occhi rossi che mi scrutano, che mi giudicano.
Sei debole. Sei inutile. Non sai fare nulla. Non riuscirai a salvarla. Guardati.
Sei un fallito.
Grido e sto per tirare una pugno al vetro ma riesco a fermarmi in tempo. Le gambe mi cedono e scoppio di nuovo a piangere le immagini di ieri sera mi girano in testa, vaffanculo papà. Vaffanculo.

**

Spero che sia già al locale a bere o che stia dormendo, spero davvero che non ci sia. Apro lentamente la porta e la luce del salone è accesa, si sente la tv con qualche partita di calcio. È ancora a casa. Le mani mi tremano mentre chiudo la porta ma fa troppo rumore e sento la tv spegnersi. Mi ha sentito.

"Eijirou dov'è tua sorella?" la sua voce profonda mi fa capire che è davvero arrabbiato

"È a casa della signora Shoko, sta bene lo giuro lei è una brava persona-" non finisco di parlare che mi prende per la felpa, mi si stringe al collo e faccio fatica a respirare

"L'HAI LASCIATA DORMIRE LÀ? MIA FIGLIA? HA UNA CASA, HA UN POSTO DOVE STARE E SAI CHE VOGLIO CHE CENIAMO INSIEME, TU LO HAI IMPEDITO" mi grida in faccia strattonandomi

"H-Ho avuto... U-n" cerco di parlare ma come risposta lascia la presa e finisco a terra

"Ogni sera ceniamo insieme, proprio come voleva tua madre e ogni sera dopo il lavoro sono qua. Mentre tu che vai a fare la puttana non vieni e lasci pure tua sorella in mano ad altre persone, cosa può pensare la gente di me? CHE SONO UN CATTIVO PADRE?"

Sto per alzarmi ma mi tira un calcio nelle gambe e casco di nuovo, il dolore mi arriva dritto nelle ossa e faccio di tutto per non gridare. Si abbassa e mi prende il viso tra le mani

"Lo capisci che lo faccia per il tuo bene? È il volere della mamma, cenare tutti insieme, voglio preservare la famiglia" con l'altra mano mi accarezza i capelli

Lo guardo negli occhi e vedo solo un uomo malato, che non riesce ad andare avanti. Un uomo meschino che non sa con chi prendersela per il male che ha ricevuto.

"La famiglia" rido "e poi te ne vai a ubriacarti e quando torni a casa picchi tuo figlio perché gay e a mala pena sai come si chiama tua figlia"

The train - Kiribaku\BakushimaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora