Capitolo 2

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Clarke si svegliò tutta sudata su una piccola brandina, in una piccola capanna fatta con pelli di animali,piena di medicine e piccoli flaconcini con liquidi dai colori più disparati. Si guardò intorno con aria curiosa e vigile sentì  poi un rumore che proveniva fuori dalla capanna, prese quindi un coltello che si trovava sul tavolino vicino a letto pronta per difendersi,stava per scagliare l'arma contro un ombra quando lo riconobbe...era Lincoln. Clarke ,sorpresa, corse ad abbracciarlo.

"Che ci fai tu qui, Lincoln? Perchè mi trovo nella tua capanna?"

"Sono qui per te"

"Perchè?"

"La tua gente ha bisogno di te"

Clarke con aria preoccupata chiese:
"Perchè? Cosa è successo?"

"Purtroppo, una settimana dopo che tu hai lasciato il Campo Jaha, la situazione tra i terrestri e il tuo popolo è peggiorata. I terrestri li hanno attaccati. Ho cercato di fermarli ma ormai non mi considerano più come uno di loro. È per questo che ti ho messo la siringa con un sonnifero al collo...perchè ho bisogno di te".

"Aspetta...Quindi sei stato tu? Per quanto ho dormito?"

"Hai dormito per quasi due settimane... Credevo avessi reagito meglio al farmaco."

"Perchè hai bisogno del mio aiuto?"

"Tu sei l'unica che può riportare la pace tra i nostri popoli. Lexa ti ascolta."

Clarke con quasi la voce rotta chiese a Lincoln:

"Octavia e tutti gli altri stanno bene?"

"Si,per fortuna sono riusciti a scappare prima che la situazione peggiorasse"

"E...Bellamy?"

"Lui sta bene. È grazie a lui che gran parte del tuo popolo è vivo".

Clarke tirò un sospiro di sollievo, felice per quella bella notizia e poi con aria seria chiese:

"Cosa devo fare? Hai un piano?".

"Di questo non ne dovrai discutere con me ma con Bellamy".

Subito dopo Lincoln e Clarke lasciarono la capanna e si diressero verso una grotta ampia e chiusa all'esterno da una possente porta di ferro che si trovava tra le rovine di qualche città abbandonata ormai da secoli. Lincoln bussò più di una volta sulla porta e in risposta, dall'altra parte, ottene due colpi.

"Una sorta di codice segreto -pensò- potrebbe tornarmi utile in un altro momento."

Clarke memorizzò mentalmente i colpi e i due entrarono. L'aria era stantia, mista ad un odore di muffa e muschio. Il corridoio ,invece, che avevano appena attraversato era poco illuminato e le pareti erano strette e lunghe ed era quasi impossibile riuscire a respirare. Entrarono poi all'interno di un rifugio atomico pieno di provviste e letti, abbastanza sufficienti a provvedere gran parte dei sopravvissuti. Il rifugio comunicava, inoltre, con una stanza nella quale si erano riuniti tutti coloro che erano riusciti a scampare all'attacco dei Terrestri e ora se ne stavano lì, a sentire con stupore e ammirazione  le parole coinvolgenti di Bellamy:

"Lo so che oggi è stata dura. Lo è stato per tutti quanti noi. Ma ciò che vi chiedo ora è di essere forti, anche per le vittime che abbiamo perso in questa battaglia perchè noi possiamo vincere contro i Terrestri. Siamo più furbi e più intelligenti di loro. Noi saremo anche pochi rispetto a loro ma se ci uniremo tutti insieme in questo scontro...otterremo una vittoria perchè noi siamo il Popolo del Cielo."

Bellamy con queste parole riuscì a convincere tutti, persino Abby che gli disse:

"Sei stato bravo, ragazzo. Credo che questo popolo abbia più bisogno di te che di me perciò ti nomino cancelliere del Campo Jaha. So che è un compito difficile da svolgere infatti sei libero di pensarci un pò su."

"Grazie signora"-disse Bellamy con ammirazione -"Ci penserò".

 Clarke sentì le parole di Bellamy ed entrò con Lincoln all'interno della stanza dove vennero accolti calorosamente da tutti quanti loro. Poi lasciò Lincoln e gli altri per dirigersi verso  Bellamy e con una immensa emozione gli buttò le braccia al collo. Bellamy la strinse forte e Clarke felice gli disse con il viso pieno di lacrime:

"Te lo avevo detto che ci saremo incontrati presto".

E lui ,in modo sarcastico:

"Si. Ma non credevo così presto"

Entrambi risero poi Bellamy fissò Clarke e le disse seriamente:

"Perchè piangi, principessa?" .

Clarke con un rapido gesto della mano si asciugò gli occhi e rispose:

"Non importa, ora vi ho ritrovato. Questo è quello che conta...So che hai un piano per attaccare i Terrestri. Mostramelo".

"Si. Il piano è semplice: noi non vogliamo una guerra ma se la situazione degenera siamo costretti ad attaccare per difenderci".

Poi prese una mappa, la piazzò sul tavolo e indicò a Clarke, con il dito, i punti in cui avrebbero attaccato.

"Qui ci saranno i cecchini, pronti a sparare per ogni eventualità. Qui invece intorno al perimetro del campo ci saranno un gruppo formato da Jasper e altri tiratori. Poi sugli alberi saranno appostati Octavia, Harper e altri quattro. Se dovesse accadere il peggio...Ci sarà un intera squadra di uomini armati e ben addestrati a difendersi."                                           
"Sembra un buon piano. Tu dove starai Bellamy?".          

 "Io starò vicino ai cancelli del campo, insieme ai cecchini più esperti mentre tu..."

"Io parlerò con Lexa"                              

"Esatto. Lei ti ascolta Clarke...Sei l'unica che può farla ragionare e mettere fine a tutto questo".
     
"E se non ce la dovessi fare? Lei ci ha traditi...come posso fidarmi di lei dopo quello che ci ha fatto?".                

 "Ascolta Clarke,la tua gente conta su di te...Io conto su di te. Non dovrai fidarti di lei. Devi solo cercare di essere sua alleata".                                

 "Okay. Ci proverò".

"Ci devo provare. Sarà complicato parlare con Lexa  ma comunque glielo devo alla mia gente. Hanno sofferto troppo per causa mia: è tempo di prendersi le proprie responsabilità. Ci devo riuscire." Clarke pensò  e  con convinzione disse:

"Quando partiamo?".                    

"All'alba".

May We Meet Again On viuen les histories. Descobreix ara