CAPITOLO 29 ~ Onde

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Mi svegliai quella mattina con il ricordo di mia madre fisso davanti agli occhi e con la mano cercavo di raggiungerlo. Sapevo però che quello era il passato, e che nel presente non avrebbe mai preso forma.
<<Ho perso lei e non voglio perdere nessun altro>>
Con fatica e determinazione mi misi in piedi per quella che sarebbe stata l’ultima prova.
Mi trovavo in un campo di girasoli e davanti a me si trovava una piccola struttura, verso la quale mi diressi.

*POV: sandres *
<<preparate la tomba. Manca poco alla loro morte!>>
Alle sue brutali parole si diffuse per la grotta un lieve suono di folli risate.
<<dico la verità: per un attimo ho pensato che avrebbe passato le prove con quel suo caratterino, ma ora mi rendo conto che alla base del mio pensiero c’era solo pena.>> rise rumorosamente <<Preparatevi signori e signore, perché oggi questi ragazzi verranno sepolti vivi!>>
Quel giorno nella sala sepolture c’era un gran via vai di persone che non vedevano l’ora di assistere allo spettacolo.
Donne, anziani e bambini pagavano per vedere scene d’orrore come quella.
Giustizia la chiamavano.

*POV: demone *
In una stanza illuminata dalle tenebre, dove l’unica vera luce fare brillare solo un dado sul tavolo.
Lo presi tra le mani, e capii che quella era la prova della fortuna.
L’ultima prova.
Quella che non dipendeva da ma.
Quella che si fregava totalmente dei miei sforzi.
Del mio sudore.
E del mio amore.
<<è solo una prova>>
Non sapevo se rivolgermi a qualche entità divina.
In fondo il mio credo non aveva mai superato la scienza.
Così mi fidai del mio istinto, che non faceva altro che dirmi di tirare il dado.
Qualsiasi mia decisione nella vita era stata presa per istinto.
Come la mia adorata madre mi disse una volta “l’80% delle decisioni giuste vengono prese dall’istinto, il restante 20% dal sapere”.
Con la mano sinistra presi il dado, concentrai il mio spirito su un numero, e lo tirai.
<<6>> guardai le mura cadere a pezzi <<diamo il benvenuto alla sesta prova>>
Mi percorse il corpo la stessa scossa che ogni volta mi colpiva al raggiungimento di una prova.
Stavolta però ero diverso.
Ero cambiato.
Ero più forte.

La sandres apparve davanti a me e con un sorriso falso mi diede un dado.
<<questa è la prova dei dadi. La prova del diavolo. Dovrai tirare tre volte il numero sei.
Però riguarda la fortuna, e credo di fortuna tu non ne abbia mai avuta nella tua breve vita.>>

Aveva ragione. Conoscevo i miei punti forti e la fortuna non era uno di quelli.
Ma la mia più grande fortuna fino ad ora è stata l’arrivo di quell’angelo nella mia vita.
Per la prima volta mi sono sentito amato veramente da qualcuno.
È stata la luce che dopo tanti anni mi ha protetto dall’oscurità.
È lui la mia fortuna.
Perciò, anche questa volta sarà il fato a decidere e con lui al mio fianco sono sicuro che sarò io ad alzare il trofeo.

Chiusi gli occhi e tirai il dado.
<<Prossimo>>
Lo tirai nuovamente.
<<Avanti>>
Così feci di nuovo.
<<Mi stupisci. Continua>>
Ripetei l’azione una quarta volte.
<<Coraggioso il ragazzo>>
La fine si avvicinava e io non osavo aprire gli occhi.
Al quinto “sei” uscito, sorrisi in direzione delle sandres.
<<Bastardo>>
Lanciai il dado un’ultima volta, ma non feci in tempo ad aprire gli occhi.


Mi svegliai in un fienile. Con la paglia attaccata alla maglietta.
Vicino a me la sua maglietta rossa e il suo corpo…
Il suo respiro sul mio collo e d’improvviso i suoi occhi nel mio cuore.
Lo sentivo bruciare e quando le sue labbra si posarono sulle mie, era ormai cenere.
Facemmo l’amore nel fienile di una fattoria, scaldando i nostri corpi dal gelo che entrava dalle finestre.

Avevamo entrambi sacrificato le nostre ali per poter salvare il nostro amore e ci eravamo ritrovati in un paradiso chiamato Terra.
Per la prima volta ci baciammo tra le onde del mare e nei suoi occhi guardavo il mio riflesso.
Ero cambiato e ciò mi rese felice.

Not Only Two Souls (ITA)Where stories live. Discover now