Uccideresti per me?

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"Chiudi gli occhi" le disse dolcemente.

Emma fece come le aveva detto e sentì come se il vento le soffiasse fra i capelli.

"Ora aprili"
"Dove siamo?" chiese guardandosi attorno.

La sua stanza era scomparsa ed era circondata da muri di pietra, pavimento in cemento e soffitti altissimi.
Non c'erano finestre e l'ambiente era semibuio, illuminato solo da qualche torcia infuocata.

"Dove mi hai portato?" Chiese di nuovo insistendo.
"Guarda e capirai" rispose impassibile.

Sentì delle voci e dei passi diventare sempre più vicini e un rumore di catene, strisciare a terra.

Vide entrare in quella stanza gelida degli uomini pallidi, con gli occhi di un drago e le ali nascoste.
Camminavano a passo di marcia, come se stessero andando in guerra e trascinavano con le catene il corpo martoriato di Al.

"Al" gridò Emma correndo verso di lui.

Aveva profonde occhiaie nere sotto ai suoi occhi verdi, la faccia pallida da chi vive dorme poco, con il sonno interrotto da incubi che lo perseguitano anche da sveglio, e il naso che gocciolava sangue fresco.

Si avvicinò a lui, incurante di quegli uomini minacciosi, mentre il Tempo la guardava impassibile in disparte.

Cercò di prendergli quel viso martoriato fra le mani, ma lui non si accorse di nulla.
Non si accorse che lei era lì, non si accorse della sua presenza e non vide i suoi occhi tristi guardarlo sofferenti.

Quegli uomini sadici, che ridevano come bestie prendendosi gioco di Al, lo obbligarono a inginocchiarsi tirandolo per le catene, come se fosse stato una bestia al macello.
E al obbedì impassibile, senza provare rabbia o dolore, come se non fosse più capace di soffrire.

Un uomo dall'aspetto potente e malvagio entrò nella stanza, sedendosi sul suo trono, mentre guardava impassibile il ragazzo al centro della stanza.

"Alexander" pronunciò, con un tono di voce che fece pervadere Emma di brividi.
"Padre" rispose Al impassibile.
"Spero che tu abbi le idee più chiare rispetto al nostro ultimo incontro. Hai finalmente scelto se onorare il tuo posto o perire le pene dell'inferno?" Chiese scrutandolo con i suoi occhi gialli che incutevano terrore solo a guardarli.

Al a quelle parole, sputò a terra e sorrise macabro, mostrando i suoi denti bagnati dal sangue.

"Da quando l'avete uccisa la mia vita è già l'inferno."
"Innamorarsi di una semplice schifosa animata è stata la cosa peggiore che potessi fare e come tale ti porterà alla rovina" gridò alzandosi in piedi e lasciando, alle sue enormi ali nere, di mostrarsi.

Il sorriso di Al scomparve dalla sua bocca, sostituito da strilla agognanti.
Gli uomini intorno a lui ridevano macabri e suo padre continua a guardarlo attentamente.

"Basta!" Gridò Emma avvicinandosi al ragazzo, che continuava a strillare, con le vene nel collo che pulsavano doloranti e i suoi occhi che si ruotavano all'indietro.

"Fallo smettere! Fallo smettere!" Supplicò voltandosi verso il Tempo, che impassibile non le rispose.

Pianse disperata, mentre quell'uomo continuava a torturare il ragazzo, finchè non distolse lo sguardo.

Al si accasciò a terra stremato, mentre le sue grandi ali nere comparivano sulla sua schiena.

Emma si fiondò sul suo corpo tremante e lo strinse fra le sue braccia, cercando di dargli conforto, ma lui continuava a non sentirla.

"Hai giocato fin troppo a fare l'umano, è ora che il gioco diventi realtà!"

Quelle parole fecero tremare ancora di più il ragazzo, che però non reagì. Rimase lì immobile mentre gli uomini attorno a lui gli afferravano le ali con forza e ridevano sadici.

Fu questione di pochi secondi. Gliele staccarono con forza sovraumana, mentre il ragazzo si dimenava dal dolore lancinante.

"Ecco cosa accade ai traditori del proprio sangue" disse, avvicinandosi a lui, ormai privo di sensi per l'intenso dolore. Gli sputò addosso e andò via insieme a quegli uomini che lo seguivano come cani fedeli.

Al rimase lì a terra, svenuto su quel freddo pavimento, immerso in una pozza del suo stesso sangue.

Era immobile, mentre il corpo gli diventava sempre più freddo e la pelle sempre più pallida.

"Perchè gli hanno fatto questo?" chiese Emma con la voce che tremava e gli occhi che erano un fiume in piena.
"Dopo che hai deciso di non uccidere lo Shinigami, quello ha iniziato a darti la caccia. Voleva che diventassi un innominabile come lui. Ogni giorno rivendicava la tua anima sempre di più, facendoti diventare sempre più fredda, sempre più vicina alla morte. Al ha chiesto aiuto ad Adrian e Nathan, ma non c'era speranza di salvarti. L'unico modo era donarti un'anima abbastanza forte per resistere al suo richiamo. Ha così diviso la sua anima per salvarti, ma per farlo ha dovuto uccidere. Mentre tu ti riprendevi, lui si sentiva sempre di più un mostro e le tenebre lo richiamavano in continuazione. E quando suo padre è venuto a riscattare l'anima che gli aveva promesso in cambio dell'annullamento delle sue nozze, Al gli ha dato la sua."
"Non lo avrebbe mai fatto. Piuttosto sarebbe morto"
"Non era più l'Al che conosci. Quando un drago uccide, la sua anima si divide in due e una parte viene richiamata dall'oscurità. Al aveva donato l'anima che viveva nella luce a te, rimanendo con solo quella nell'oscurità. Per questo quando suo padre si è presentato il richiamo dell'oscurità era così forte che nemmeno te che lo supplicavi di non andare lo ha fermato. Ma se avete qualcosa in comune voi due è che per salvare la persona che amate non vi fermate davanti a niente. Sei venuta fino a qui e lo hai supplicato di scappare con te, ma lui non era più l'Al che conoscevi. Hai insistito, lo hai supplicato, finchè suo padre non ti ha trovato e ti ha ucciso davanti a lui. Il padre pensava d'aver risolto ogni problema, ma non sapeva che l'amore e il dolore riescono a portare indietro anche le anime perse nell'oscurità, e così è stato per Al, suo padre non l'ha accettato. Si sono fatti la lotta per lunghi mesi, finchè non siamo arrivati a questo giorno. Alla sua morte."

Emma ascoltava in silenzio, mentre piangeva disperata e teneva stretta a se quel ragazzo che ormai era diventato freddo come il marmo.

"Ora che hai visto, devi prendere una decisione. O te o entrambi."

Si asciugò le lacrime che continuavano a scendere, diede un bacio sulla fronte a quel corpo immobile e lo posò delicatamente per terra. Si avvicinò al Tempo e afferrò il suo braccio, con un unico pensiero nella mente: doveva salvarlo.

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