21a - Cuore Infranto (L)

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Louis rise e scosse la testa. "Qualunque cosa Lei dica, Coach." Sorrise, spalancando la porta ed entrando.

Lo spogliatoio sembrava vuoto, la maggior parte dei ragazzi aveva preso le proprie cose e si era diretto verso le conferenze stampa o semplicemente era tornato a casa. A Louis piaceva avere lo spogliatoio tutto per sé, quindi non gli importava davvero. Girò l'angolo e fu allora che vide la cosa peggiore che avrebbe potuto mai immaginare.

Harry stava baciando Calum contro il suo armadietto.

In quel momento sembrava che il tempo si fosse fermato. Come se il mondo avesse smesso di girare e il sole avesse smesso di splendere e il suo cuore avesse smesso di battere. Era come se Louis fosse morto in quel momento. Aprì la bocca per parlare ma non ne uscì nessuna parola, solo un lamento appena udibile che sfuggì prima che potesse mettere una mano tatuata sulle sue labbra tremanti.

Harry spinse via Calum, vedendo Louis. I suoi occhi verdi erano spalancati per la paura e il senso di colpa. "Louis, giuro che non è come sembra, aspetta solo un secondo." Lo pregò Harry, muovendosi verso Louis con le sopracciglia corrugate per la preoccupazione.

Louis indietreggiò lentamente, scuotendo la testa. "No." Sussurrò, sentendo i suoi occhi iniziare a bruciare. Si voltò e corse verso la porta. Louis aveva bisogno di uscire, aveva bisogno di scappare prima di perdere ogni minuscolo brandello di dignità che aveva ancora.

"Lou! Per favore-"

Ma Louis stava già correndo. Non l'aveva nemmeno processato, il suo corpo sapeva solo di aver bisogno di fuggire e così fu. Louis corse lungo i corridoi piastrellati dello stadio finché non irruppe attraverso l'uscita principale. E poi continuò a correre, oltre la sua macchina e lungo il marciapiede. I fan lo chiamavano e i paparazzi stavano guardando con espressioni confuse mentre gridavano domande, ma Louis non si fermò.

Louis corse per cinque chilometri verso la sicurezza del suo condominio.

Prese le scale a due a due, troppo impaziente per aspettare l'ascensore e, una ventina di piani dopo, arrivò al suo piano. "Cazzo." Gridò a se stesso, le sue mani tremanti e la vista offuscata gli rendevano estremamente difficile aprire la porta.

Louis crollò sul pavimento, seduto con le ginocchia strette al petto e la schiena premuta contro la porta. Aveva passato molti momenti orribili nella sua vita, ma non si era mai sentito così ferito.

Era devastato. Questa era la prima volta che Louis era innamorato, la prima volta che aveva una vera relazione che era più di una semplice avventura di una notte. Ma arrivò Harry e sconfisse i compagni più longevi di Louis, che fino a quel momento erano stati una bottiglia di whisky e uno spinello da quando aveva sedici anni. Harry lo faceva sentire davvero meglio, nonostante ogni ostacolo per la loro relazione, Louis si sentiva sicuro. E non l'aveva mai avuto prima. E non aveva mai saputo quanto fosse bella questa sensazione.

Ora si sentiva come paralizzato dallo shock. Era preso al cento per cento da Harry e la cosa gli si era ritorta contro. Non aveva idea che sarebbe mai successo, che Harry l'avrebbe mai fatto. Non aveva idea che avrebbe fatto così male vedere Harry con qualcun altro. Baciare qualcun altro. Pensava che fossero innamorati e che avrebbero avuto un lieto fine e che finalmente qualcosa sarebbe andato bene per lui.

Ma pensava male.

Aveva tutto molto senso. Harry e Calum erano esattamente uguali, l'intera squadra lo sapeva, Louis ed Harry probabilmente non avrebbero potuto essere più diversi anche se ci avessero provato. Forse Harry era tornato in sé. Forse pensava tra sé e sé: "Merda, in cosa mi sto cacciando? Non ne vale la pena."

Louis aveva fatto un sacco di cose di cui non era orgoglioso, cose che probabilmente non avrebbe tollerato se fosse stato qualcun altro. Era stato l'uomo che praticamente maltrattò Harry per settimane. Era l'uomo che disse al mondo intero che non sarebbe mai uscito con Harry. Era l'uomo che veniva ridicolizzato da ogni critico, l'uomo che causò l'espulsione di Harry dalla squadra di baseball. Era l'uomo che si presentò a casa di Harry quando erano le due del mattino ed era troppo ubriaco per scrivere il proprio nome, piangendo come un bambino stupido. Stupido, stupido, stupido.

Non era un uomo. Non era niente. Solo un pezzo di merda con troppe cicatrici da contare e troppi pesi da sostenere. Uno stronzo senza scopo, che non meritava di essere felice, che non meritava di essere amato. Lo sapeva da tutta la vita e si sentiva stupido a pensare che le cose potessero essere diverse. Si sentiva stupido a pensare che Harry Styles avrebbe mai potuto amarlo.

Fu sconfitto e distrutto irreparabilmente. Ma questo aveva portato Louis ad una conclusione. Decise che era destinato a stare da solo. Non aveva genitori. Nessuna famiglia. Nessun fidanzato. Tutti i segnali indicavano isolamento, quindi doveva esserci un motivo. L'universo stava dicendo: "Ehi, vaffanculo" e Louis lo sentiva forte e chiaro.

Decise che tutto ciò di cui aveva bisogno era se stesso perché era tutto ciò che aveva. E forse Zayn, aveva molto bisogno di Zayn, anche se in qualche modo si erano allontanati.

Louis non bevve. Non fumò. Non urlò e non pianse. Fissò solo con sguardo assente, sentendosi come se fosse tornato al suo io adolescenziale. Tornato ad essere solo e ad essere ferito, ad essere abbandonato e ad essere vuoto.

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🐠🌾🌮

Angolo autrice:
Ed eccoci qua con il famosissimo drama, mi dispiace già in anticipo per quello che è accaduto/accadrà...
Cosa ne pensate di questo insieme di emozioni che comunemente chiamiamo capitolo ahah? 😉
Vi voglio solo premurare di non dare la colpa ad Harry subito, il prossimo capitolo tratterà la stessa scena, ma dal punto di vista del riccio.
Con questo vi auguro una buona giornata e al prossimo aggiornamento!

Chiara xx

Rivals  {L.S.}                                             [Italian Translation]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora