Jean and Diluc's letters 🔴

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*Se siete sensibili allo spicy sconsiglio la lettura, ma non è pesante si può fare.*

«Sono tante, troppe», bofonchió Diluc frugando tra le lettere che gli erano state recapitate.
Molte ragazze in paese avevano un debole per il proprietario dell'Angel Share ma lui, non aveva tempo per queste cose.
«Forse dovrei leggerle, sarebbe poco rispettoso non farlo.»
Così le aprì, una ad una rimanendo particolarmente colpito da una firmata in oro "Jean Gunnhildr"
Dovette squadrare la busta più volte per realizzare.
«Jean? Deve essere uno scherzo di Kaeya.»
Per la curiosità lesse la lettera contenuta all'interno comprendendo che suo fratello non sarebbe mai stato capace di conoscere quei particolari della loro relazione.
Strinse al petto quel pezzo di carta che per lo stupore aveva letto più e più volte per poi aprire quello che era il cassetto del bancone in cerca della sua lettera.
«Cazzo», esclamò notando che nel cassetto non vi era più nulla.
Rifletté per un secondo e capí di dover parlare con Jean al più presto, le sue parole erano state completamente inaspettate, lei lo aveva perdonato.
«Se Kaeya è ancora lì a quest'ora finirò per dargli fuoco.»
Si chiuse le porte della taverna dietro per poi notare una figura corrergli incontro.
«Charles?» Chiese lui.
Improvvisamente la vide, Jean stava correndo verso di lui.
Una volta arrivata, gli posò i palmi sulle spalle.
«Master Diluc», biascicò ancora senza fiato.
«Jean...»
«Che ci fai qui? È davvero tardi.»
«La lettera, tu hai la mia non è così?»
Diluc non rispose, semplicemente la invitò ad entrare nella taverna.
«Devi perdonarmi, non pensavo che Klee avrebbe rubato la lettera, sono stata una sciocca a lasciarla sulla mia scrivania, non avrei neppure dovuto scriverla.»
«Jean...»
«No davvero Diluc sono molto dispiaciuta non avrei dovuto scrivere nulla di simile.'»
»Jean, hai letto la mia lettera?'»
L'acting grand master scosse la testa.
«Immaginavo, se l'avessi letta non ti scuseresti...'»
«Ma certo che mi scuserei, sono rimasta nel passato, sono passati anni che reazione speravo di ottenere.»
Diluc ne aveva abbastanza di tutte quelle sue paranoie e così con ancora le parole della lettera impresse nella mente si avvicinò a lei.
«Io sono ancora innamorato di te, ti basta?»
«Tu che?'»
«Avresti dovuto leggere la lettera, Jean io pensavo mi odiassi, sono andato via lasciandoti senza dire nulla.»
«Hai fatto bene a partire»
«No, è stato il più grande errore potessi fare.»
«Diluc io...»
«Oh diamine sta' zitta, ho aspettato per troppo tempo.»
Si avventò sulle sue labbra con quella passione violenta che Jean amava di lui.
Anche senza fiato, non riuscivano a interrompere quel vortice d'emozioni.
«Non posso credere di non averti persa.»
Tirò via l'elastico che portava nei capelli, «E' da mesi che avrei voluto farlo, sei bella con i capelli sciolti.»
Le era mancato, il modo in cui le parlava, come la toccava, Diluc le era mancato.
«Mi dispiace, io avrei voluto fermarti quel giorno ma Kaeya mi aveva detto che non avresti voluto vedermi e quindi ho rinunciato e...»
La zittì, «Mi devi perdonare, imploro il tuo perdono.»
«Il mio ruolo, dovrebbe essere tuo ed io , sai che te lo cederei in ogni momento se lo volessi.»
«Non lo voglio, quello è il tuo ruolo, il sogno a cui aspiravi e la tua ambizione quando eri mia alunna.»
«Dovevi insegnarmi molto di più.»
«Avrei dovuto essere io ad insegnare a te ma tu l'hai fatto molto meglio, mi hai  insegnato ad amare e l'ho fatto nel modo sbagliato scappando il più lontano possibile.»
«Ne avevi il diritto, ora sei qui.»
«Io ti ho abbandonato, non sai quanto me ne rammarichi.»
«Diluc, non importa più.»
L'afferrò per le natiche e l'appoggiò sul piano dell'Angel Share, fortuna che aveva già chiuso baracca.
La baciò di nuovo stringendole la chioma bionda tra le dita.
«Sai di buono.»
Jean se ne stava zitta, nessun uomo era mai stato in grado di farla sentire così, lei era come un leone, non aveva timore di niente, nessuno riusciva a metterla in soggezione ma lui sì, il suo Master, l'unico uomo che avesse mai amato.
Forse avrebbero dovuto discutere, ma in quel momento parve più naturale sfiorarsi che parlare.
«Voglio essere di nuovo tua.»
«Non ho mai smesso di desiderare che lo fossi.»
Le lambì il collo facendola sussultare.
La marchiò come ne detenesse il possesso, Jean si chiedeva cosa avrebbe pensato Lisa quando lo avrebbe scoperto.
Sbottonò la camicia del rosso beandosi del suo corpo possente, che razza di allenamenti doveva mai fare per ottenere quei risultati.
«Più invecchi più diventi attraente.»
«Neanche tu sei male Acting Grand Master», la provocò slacciando il corsetto che la stringeva.
«Mi chiedo come tu possa indossare una cosa simile, sembra così scomodo.»
Si premette contro di lei e ne sentì il seno morbido schiacciarsi contro il suo petto.
«Non vorrei che entrasse Charles e ci vedesse così .»
La prese in braccio nuovamente e le aprì la porta della sua stanza delle emergenze.
Fece in modo che si stendesse sul suo letto e la contemplò per qualche istante.
«Sei bella.»
Ultimamente si era sentita poco femminile, brandiva una spada, legava i suoi capelli e non si concedeva neanche un filo di trucco; vedere come Diluc la guardasse la faceva sentire una vera donna.
Prese a baciarla partendo dal volto fino ad arrivare al ventre che Jean sentiva quasi contrarsi dall'agitazione.
«Non si torna più indietro?»
«Si torna, ma preferirei di no» ammise Diluc.
«Ce l'hai una protezione? Non vorrei finisca come l'ultima volta», disse sovrappensiero.
«Come ultima volta in che senso?»
«Cazzo, dimenticalo.»
«Jean!»
Era tornato completamente serio.
«Che vuoi dire?»
«L'ultima volta che lo abbiamo fatto, è stato prima che partissi...»
«No, stai scherzando non può essere vero.»
Scosse il capo, si sentiva sull'orlo dello svenimento.
«Scusa, avevo completamente archiviato la cosa.»
«Aspettavi un fottuto bambino? Il mio bambino? Senza che io lo sapessi?»
Si allontanò di scatto, pareva furioso.
«Quando l'ho scoperto eri già partito e quando sei tornato, dopo quattro anni la prima cosa che volevo dirti non poteva essere "Sai, ero incinta di te quando te ne sei andato!"»
Diluc sferrò un pugno sul comodino.
«E che fine ha fatto questo bambino?»
«Non volevo crescerlo senza di te e avevo diciotto anni, non me la sono sentita.»
«Sono ufficialmente l'uomo peggiore che io conosca.»
«Sono stata io a non dirti niente.»
«Poco importa, mi faccio ribrezzo.»
Jean si avvicinò a lui e gli carezzò il volto.
«Non è colpa tua, potremo riprovarci in futuro, se ne avrai voglia...»
«Non scapperò più, te lo prometto.»
Non lo aveva mai visto piangere se non il giorno della morte di Crepus, aveva fatto piangere l'uomo più freddo di Teyvat.
Continuò ad accarezzarlo, dolcemente come fosse un bambino.
«Dovrei essere io ad accarezzarti e dirti che mi dispiace.»
«So che ti dispiace, dispiace anche a me.»
«Mi piacerebbe fare il padre, sarei rimasto se lo avessi saputo.»
«Sh, non importa più.»

E niente momento smut interrotto ma ci rifaremo
Comunque sta storia del bambino la sapevano tutti tranne Diluc.

Valentine's Letters|| genshin impact Tahanan ng mga kuwento. Tumuklas ngayon