~love storm~ Gruvia

~capitolo 17~

11/12/2020 10:30 A.M.

JUVIA POV.

La luce solare illumina il mio volto addormentato come ogni singola mattina. Apro lentamente gli occhi sperando di non accecarmi con la luce, e dopo vari attimi passati ad osservare il soffitto bianco decido di dirigermi al piano di sotto dove probabilmente si trova mio fratello.
Mi cambio mettendo dei vestiti abbastanza comodi per casa e con passo lento mi diriggo al piano di sotto, dove trovo mio fratello quasi pronto ad uscire di casa, esattamente come avevo previsto.

<<buongiorno juv>>
Sorride il rosato nella mia direzione, rimanendo sulla soglia della porta in legno di casa nostra.

<<buongiorno Natsu, dove vai?>>
Lo chiedo anche se so benissimo dove andrà.

<<da Gray, come ogni domenica, so che dirai di no come al solito, ma ti va di venire con me a trovarlo?>>
Lui mi guarda inplorante e io con sguardo impassibile rispondo con un secco no, il ragazzo mi guarda sconsolato e dopo avermi salutato esce da casa.

Quando finalmente rimango sola mi diriggo verso il divano, dove mi ci lancio letteralmente addosso. Accendo la televisione e scorro lentamente tra i canali possibili, alla fine opto sempre per lo stesso di tutti i giorni e mi metto a seguire il noioso programma sulla mafia che guardo solitamente tutte le domeniche da ormai due mesi.

Questa serie mi fa pensare all' attacco terroristico a scuola, e di conseguenza anche alla grave ferita sul fianco di Gray, non riesco a non pensare a quel ragazzo nemmeno per un secondo, è sempre nei miei pensieri in qualsiasi momento, quanto vorrei andarlo a trovare anche se è ancora in coma, già quanto vorrei, ma non lo farò, lui è in coma e io non sopporterei di vederlo in quello stato per una seconda volta.

Da quando c'è stato quella specie di "incidente" in palestra, ho sviluppato una depressione cronica insieme ad una specie di ossessione per Gray che ormai mi tormentano da due mesi, si da ben due mesi, ormai siamo a dicembre ed è ancora in coma, anche se al inizio non sembra una cosa per niente grave dato che gli si era solo riaperta la ferita del incidente e aveva avuto un leggero trauma cranico, ma dopo un paio di giorni di ricovero poco prima della sua dimissione ha avuto un qualche problema cardiaco di cui ancora si deve capire la provenienza, e io mi continuo a chiedere quando quel povero ragazzo potrà vivere la sua vita fuori da quel fottuto ospedale.
Sinceramente non capisco perché io sia così frustrata e triste per questa cosa,anche se alla fin fine penso che nel mio profondo ho compreso la verità ma non lo voglio ammettere.

Da quando Gray è in ospedale non sono riuscita a passare un solo momento felice nell'arco di due mesi, nemmeno il mo compleanno, no, nemmeno quello sono riuscita a passarlo in serenità, non senza Gray, non senza di lui. Al inizio lo odiavo e avrei fatto di tutto per togliermelo dai piedi, ma si sa che riconosci il valore di una cosa solo quando la perdi.

Passo il resto del pomeriggio sdraiata sul divano a guardare la TV e leggere qualche manga.
La giornata procede monotona, e Natsu torna a casa verso l'ora di cena, in silenzio e fortemente triste come al solito, inizia a preparare la cena nel completo silenzio.
Pure lui è sicuramente triste per questa situazione, ma riesce a mascherarlo meglio di me, anche se io sono l'unica che in un certo senso capisce come si sente ed è per questo che da quel fatidico giorno l'atmosfera nella nostra casa è cambiata.

Quando Natsu mi chiama da lui per la cena mi siedo a tavola lasciando l'unico posto libero a mio fratello.
vedere solo due piatti sul tavolo mi rende ancora più triste di quanto non lo fossi già ma del resto è così da almeno due mesi o più, nostro padre non si fa sentire da molto da quasi due mesi, non abbiamo sue notizie non sappiamo assolutamente nulla di quello che sta facendo, per quanto ne sappiamo potrebbe anche essere morto, e qualsiasi persona normale avrebbe già chiamato la polizia per incominciare le ricerche, ma lui prima di scomparire da questa casa, dal nostra vita, ha lasciato un biglietto dove ci avvertiva di non chiamare la polizia e diceva che lui sarebbe stato bene.