Capitolo 38 "La storia di Jason|Noi Siamo Infinito"

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"Helen..."

Le afferrai le spalle, ma lei mi spinse.

"Lasciami, stronzo!"

Blane si avvicinò.

"Helen, mi dispiace." disse.

Lei si passò una mano fra i capelli e iniziò a piangere.

"Ti dispiace?! Mi hai inviato un messaggio in cui dicevi di salire al piano di sopra, perché Jason doveva farmi una sorpresa!"

Guardai Blane e penso che quello fu il momento in cui lo odiai di più.

"Blane è la verità? Avevi progettato tutto?!"

"Sapete a me non interessa! Anche se lui avesse progettato questa cosa, Jason perché tu non l'hai respinto?" disse Helen.

La guardai.

"Tu sei etero, vero? Tu mi ami..."

Afferrò il mio volto e appoggiò la sua fronte sulla mia. Io abbassai lo sguardo e iniziai a piangere. Lei si allontanò di qualche passo e io rialzai lo sguardo.

"Mi fate schifo." detto questo se ne andò.

Non dimenticherò mai l'espressione disgustata che aveva mentre pronunciava quelle tre parole. Non dimenticherò mai quelle tre parole che segnarono la sua uscita definitiva dalla mia vita.
Spinsi Blane al muro, afferrandolo per il colletto della camicia.

"Che cazzo ti è saltato in mente, è?"

"Ho fatto ciò che ritenevo giusto. Tu non sei etero, Jason! Se lo fossi mi avresti dato un pugno quando ti ho baciato. A te è piaciuto invece, non lo negare."

Lo lasciai e iniziai a piangere, nuovamente.
Dopo quella serata non rividi né Helen, né Blane, per un mese.
Era metà luglio ed io ero tornato uno schifo: bevevo e fumavo in continuazione. Più volte cercai di chiarirmi con Helen, ma lei non voleva ascoltare. Molte furono le volte in cui dovetti sbattere la porta in faccia a Blane, perché lui voleva farsi perdonare.
Quel giorno di metà luglio, però, mi sentivo particolarmente solo. Bussarono alla porta e andai ad aprire: era Blane. Lo feci entrare e andammo in camera mia.

"Ti è passata?" chiese.

"Senti, hai rovinato tutto. Non mi passerà mai."

"Allora perché mi hai fatto entrare?"

"Mi sentivo solo."

Mi prese e mi buttò sul letto. Fu tutto così improvviso. Non ebbi nemmeno il tempo di realizzare cosa stesse accadendo: ritrovai le sue labbra appoggiate alle mie. Quella invece fu la mia prima volta con un ragazzo. Quando finimmo, mi accesi una sigaretta e mi sedetti sul bordo del letto. Lui mi appoggiò una mano sulla spalla, ma io gliela tolsi e mi alzai di scatto. Corsi in bagno e vomitai. Feci la doccia per ripulirmi dal suo odore, ma c'era e c'è ancora. Ancora sento quel profumo, sento il suo sudore sulla mia pelle, sento quelle parole sussurrate all'orecchio mentre lo facevamo. Mi faceva schifo ciò che era accaduto. Mi facevo schifo. Tornai in camera e lui non c'era più. Quella fu la prima di tante volte. Così iniziai ad accettare il fatto di essere gay e di essere innamorato di Blane, del mio migliore amico.
Era una serata di inizio Agosto. Ero stanco e mi stavo annoiando. Decisi di andare da lui, perché aveva casa libera. Arrivato davanti alla porta, alzai lo zerbino, dove teneva le chiavi di riserva. Aprii la porta e andai in camera sua. Sentii dei rumori, così la aprii: c'erano Blane e un altro ragazzo che lo stavano facendo. Stavano nello stesso letto in cui io e Blane l'avevamo fatto.

"Oh cazzo Jason! Che ci fai qui?"

Lo sconosciuto se ne andò, e quando mi passò accanto mi sussurrò 'scusa'. Sì, le sue scuse poteva ficcarsele in culo.

Jake e Jason | Come un uraganoWhere stories live. Discover now