Capitolo 38 "La storia di Jason|Noi Siamo Infinito"

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Rise rumorosamente, poi ritornò serio.

"Chi se ne frega di Helen! Jason, sono gay! Gay!"

Con quella confessione, finalmente, capii perché ero sempre stato in vantaggio con le ragazze. Quelle parole non me le scorderò mai, come non scorderò mai il bacio che ne seguì. Il primo che ricevetti da un maschio. In un certo modo apprezzai quel bacio: forse era perché me lo stava dando Blane, forse stavo capendo che anche in me c'era qualcosa di diverso. So solo che ancora oggi riesco a sentire le sue labbra sulle mie e ogni volta che lo vedo a scuola, per strada, alle feste, mi manca un po' la sua amicizia.
Lo spinsi, rischiando di farlo cadere.

"Ma che dici Blane?! Scherzi? Poi perché mi hai baciato?!"

"Vuoi che ti faccia un disegnino o pensi di arrivarci?"

"Se sei gay saranno cazzi tuoi! Io non sono più il tuo migliore amico, mettitelo in testa!" dissi, poco convinto.

"Infatti, non lo sei più. La persona che mi piace non può essere allo stesso tempo il mio migliore amico."

Sgranai gli occhi.

"Blane ti prego dimmi che è uno scherzo..."

"No. Mentirei se dicessi che tutto questo è uno scherzo."

Lo abbracciai, perché non sapevo che altro fare. Ero disperato e confuso. Lui c'era sempre stato per me e quella sua confessione, allora, la vedevo come un tradimento. Ero sicuro che con un migliore amico gay e innamorato di me, la mia vita sarebbe stata un disastro. Invece, inaspettatamente, io, Helen e Blane ci riunimmo di nuovo.

Così arrivò il primo anno di superiori. Ero terrorizzato. Naturalmente avevamo deciso di frequentare la stessa scuola. Io stavo con Helen e l'affetto stava diventando qualcosa di ancora più grande. Ogni volta che i miei genitori partivano per lavoro, lei e Blane venivano a farmi compagnia nell'enorme casa, troppo grande per me. Quando mi ubriacavo fino al vomito, Blane mi veniva a prendere e mi portava a casa sua per ripulirmi e farmi dormire tranquillamente. Quella non era semplice amicizia: loro erano la mia seconda famiglia, o forse la prima e l'unica, dato che quella vera si era dimenticata di avere un figlio.
L'anno scolastico passò in fretta. Mi ero fatto nuovi amici, tra cui Teo. Ero felice per la prima volta nella vita. Non so se fosse proprio felicità, ma sapevo che era una sensazione diversa da tutto ciò che avevo provato in passato.

Durante l'estate tra il primo e il secondo anno di liceo, la mia vita fu sconvolta. Era una serata di metà giugno. Ormai io e Blane eravamo quindicenni. Io, lui ed Helen avevamo deciso di darci alla pazza gioia, così andammo alla nostra prima festa da liceali. Era in una villa molto grande, più grande di casa mia. A metà serata Blane mi trascinò al piano di sopra e mi portò in una camera.

"Che fai?"

"Ehmm...aspetta che devo inviare un messaggio." rispose.

"Non potevi farlo di sotto?"

"C'era troppa confusione."

Alzai le spalle e mi sdraiai sul letto.

"Ecco, ho fatto."

Stavo per alzarmi, ma lui si mise a cavalcioni su di me.

"Okay amico, forse hai bevuto un po' troppo." dissi, con tono scherzoso.

"No, sono sobrio Jason."

Mi afferrò il volto e iniziò a baciarmi. Cercai di respingerlo, ma qualcosa mi bloccò: anch'io, forse, in fondo lo volevo...
Lo avvicinai a me, mettendo le mani sulla sua schiena. Quando si chinò, riuscii a vedere la porta aperta.

"Non hai chiuso la porta Blane!" dissi, mettendomi seduto sul bordo del letto.

Sgranai gli occhi quando vidi Helen, in piedi sulla soglia della porta, con il telefono in mano. Mi alzai e andai verso di lei.

Jake e Jason | Come un uraganoWhere stories live. Discover now