caffè

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Probabilmente non sarei dovuto andarmene, anzi, è certo, non dovevo andarmene. Non dovevo fuggire, magari sarebbe stata la volta buona.
Era lunedì mattina, e ancora mi ritrovavo a pensare a quel momento passato assieme a lui, nel suo appartamento grazioso, sulle sue gambe, e con le labbra a pochi centimetri dalle sue.
A poco avrei dovuto iniziare il turno, dunque dovevo alzarmi dal letto e togliermi dai pensieri quel ragazzo.
Il giorno precedente ci eravamo scritti poco, solo perché non sapevo come comportarmi, forse per la prima volta mi sentivo in imbarazzo in sua compagnia, insomma, non era mai successo prima.

Quella mattina furono i raggi del sole a svegliarmi, e l'elevata temperatura di un estate che sembrava non finire mai; un bene probabilmente, ma io desideravo solo dormire e non svegliarmi più.
Jen mi aveva dato il buongiorno, come ogni mattina, ma ero troppo codardo per rispondere. Però mi ero ripromesso che sarebbe stato diverso, più tardi, appena lo avrei ricontrato al bar.

Avevo appena girato l'angolo giungendo alla via del Jung's; era presto, vero, ma l'atmosfera era piuttosto differente dal solito. Calma, fresca, giovanile. Proprio come il bar, infatti quel giorno era colmo di ragazzi, a quel cambiamento dovevo ancora abituarmici, ma lo trovavo il massimo.
Di fretta entrai e come al solito salutai Chae al bancone, pareva più impegnata del solito, perciò non ho voluto disturbarla. Mi cambiai subito dopo e notai i suoi vesiti sulla panca, ma nessuna traccia di lui, mi dispiaceva non averlo ancora visto.

«Jaem, fammi un favore,» Chae parlava senza guardarmi, stava servendo due persone al momento, forse avrei dovuto aiutarla.

«corri di sotto, manca del caffé. Sono tre scatole molto pesanti, il tuo collega pensava di farcela da solo, ed è ancora là. Va ad aiutarlo, grazie. E non chiudetevi dentro!» rise, lanciandomi un occhiata divertita. Risi anch'io, e mi precipitai di sotto dove si trovava lo sgabuzzino dove tenevamo le scorte.

«Jen? Ci sei?» chiesi, più volte, alzando anche il tono della voce, ma nulla. In cambio udii un forte rumore, capii immediatamente che era caduto qualcosa. Aprii la porta e lo ritrovai a terra, con quelle scatole addosso, era proprio un testardo.

«Dio, ma non posso stare tranquillo un attimo con te.»

«Buongiorno anche a te Jaemin.» disse. Io scossi la testa accenando un sorriso, non era il momento di parlare, stavamo lavorando.

«Non hai tanta voglia di parlarmi a quanto pare.»

«Scemo, sai che non è così. Dammi una mano almeno, così finiamo in fretta.»

In due riuscimmo a prenderle tutte e tre, ma quando feci per aprire, non riuscii. Dunque tirai quella vecchia maniglia, ma in cambio me la ritrovai in mano. Non ci posso credere.

«Jen, mi sa che siamo chiusi qua.»

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 24, 2021 ⏰

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